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Ciclismo, Tadej Pogacar è la cosa più vicina ad Eddy Merckx. Con il sorriso sulle labbra

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Al momento il discorso è solo uno: scrivi ciclismo, leggi Tadej Pogacar. Il corridore sloveno ieri ha dato l’ennesima dimostrazione del suo sconfinato talento alla sedicesima edizione delle Strade Bianche: attacco a 50 chilometri dal traguardo e ritmo insostenibile per tutti, arrivando da solo sul traguardo ormai iconico di Piazza del Campo. Dando seguito alle sue parole: “Mi piacerebbe vincere la Strade Bianche“. Detto, fatto, con un’azione eroica che rispecchia il vecchio nome della corsa.

Ciò che sta riuscendo a fare il corridore della UAE Team Emirates negli ultimi due anni è qualcosa di straordinario. Ogni volta che è in gara sembra ‘scherzare’ con tutti i suoi avversari, poiché quando parte l’impressione è che vada ad una, due marce in più rispetto a tutti. E a ventitre anni e mezzo, ha già un palmares che il 90% del gruppo sognerebbe di avere al termine della propria carriera.

Lasciando perdere (per modo di dire, sia chiaro) i due Tour de France vinti consecutivamente negli ultimi due anni, nel 2021 si è fatto riscoprire anche come corridore di grandi classiche. Perché la Strade Bianche di ieri è già il terzo successo in queste gare, visto che nella scorsa stagione trionfò sia nella Liegi-Bastogne-Liegi che nel Giro di Lombardia, due corse così diverse nella loro iconicità. E chi dice che non possa provarci anche nelle altre (Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix).

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Quello che è certo è che al momento Tadej Pogacar è il ciclista più vicino ad Eddy Merckx degli ultimi 50 anni, per la apparente facilità con cui riesce a vincere. Il tutto, con la freschezza della sua età ed una giovialità non comune: nel successo di ieri rimarrà nella storia il ‘cinque’ dato ad un tifoso appena entrato nell’ultimo chilometro di corsa, sintomo della spensieratezza dovuta alla sua età.

E forse è proprio questo il segreto del corridore sloveno: essere sì consapevole di essere un campione, ma senza lasciarsi ‘divorare’ dall’ansia di dover vincere a tutti i costi e di centellinare le energie in vista degli ultimi chilometri di corsa. Il suo atteggiamento è sempre indirizzato verso una performance allegra e coraggiosa, che gli permettono di essere ‘anticonformista’ nelle sue condotte di gara. Forse è questo che gli permette, a ventitre anni e mezzo, di essere un vero campione.

Foto: LaPresse