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Olimpiadi Milano-Cortina 2026: i giovani dell’Italia su cui puntare sport per sport. Tanti nomi nuovi

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Domani inizierà il quadriennio che porterà alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026. In troppi settori si è già in fortissimo ritardo, talvolta eccessivo per sperare di costruire qualcosa di buono: quattro anni sembrano tanti, ma non lo sono quando si ragiona su programmazioni a lungo termine. Abbiamo visto come l’età media dei medagliati azzurri a Pechino 2022 sia stata ben superiore ai 28 anni. Servono ricambi come il pane, ma quasi sempre latitano. Andiamo a scoprire la situazione dei vari sport.

I GIOVANI ITALIANI DA SEGUIRE VERSO MILANO-CORTINA 2026

SCI ALPINO

Nella velocità maschile non c’è un vuoto, ma una vera e propria voragine. La speranza è di recuperare Florian Schieder (che a dicembre compirà 27 anni) dopo i tanti infortuni. Un ragazzo su cui si potrebbe lavorare è Nicolò Molteni, classe 1998 che in questa stagione ha raccolto due podi in Coppa Europa. Sempre nel circuito minore è emerso di tanto in tanto in superG anche il 22enne Matteo Franzoso. Tutto qui. In gigante sono due i nomi da segnarsi: Giovanni Franzoni (primo nella classifica generale di Coppa Europa) e Filippo Della Vite, già due volte in top20 in Coppa del Mondo. Entrambi sono nati nel 2001, speriamo siano il futuro dello sci italiano. In slalom si ripartirà chiaramente da Alex Vinatzer (1999), anche perché alle sue spalle giovani non ce ne sono.

Per quanto riguarda le donne, l’Italia è ben coperta nella velocità con le sorelle Nadia e Nicol Delago, rispettivamente classe 1997 e 1996, ma non va dimenticata neppure Laura Pirovano (24 anni), messa fuori gioco da un grave infortunio nella stagione olimpica. In prospettiva futura i problemi principali potrebbero riguardare il gigante: è vero che Marta Bassino ha ancora 26 anni, tuttavia alle sue spalle si avverte già da qualche tempo un vuoto generazionale. Situazione difficilissima in slalom, dove anche le giovani più promettenti, come ad esempio la campionessa del mondo juniores Sophie Mathiou, faticano tanto nell’impatto con la Coppa del Mondo. Annotatevi però due nomi: Beatrice Sola (19) e Lara Colturi, classe 2006 figlia d’arte (la madre è Daniela Ceccarelli, oro olimpico in superG a Salt Lake City 2002) che sta strabiliando nelle gare giovanili (è principalmente una slalomgigantista, ma va molto forte anche in superG).

SCI DI FONDO

Sono preoccupato per lo sci di fondo“, ha dichiarato il presidente della Fisi, Flavio Roda. E ne ha ben donde…Pensare oggi ad un giovane italiano in grado di ambire ad una medaglia olimpica a Milano-Cortina 2026 è pura fantasia. Davide Graz, 22 anni ancora da compiere, è un ragazzo di cui si parla da un triennio, tuttavia sinora non si sono ancora visti decisi passi avanti in Coppa del Mondo. Luca Del Fabbro vinse un oro nella 30 km mass start in tecnica classica ai Mondiali juniores del 2019: da allora non solo non è progredito, ma attualmente fatica ad essere competitivo anche in Alpen Cup (una sorta di Serie C dello sci di fondo). La situazione non è migliore in campo femminile. Con un Pellegrino ormai 35enne, oggi appare decisamente probabile l’ipotesi che l’Italia non raccolga medaglie nell’edizione casalinga dei Giochi.

SALTO CON GLI SCI

Giovanni Bresadola, classe 2001, è un giovane su cui si può investire, chiaramente senza farsi soverchie illusioni o pensare a chissà quali risultati: può comunque diventare un saltatore in grado di installarsi anche tra i top30 nella classifica generale di Coppa del Mondo. Alex Insam, classe 1997, nel 2017 vinse un argento ai Mondiali juniores: un altro buon prospetto che non si è saputo valorizzare. E le donne? Qualche anno fa l’Italia poteva contare su un vivaio piccolo, ma di qualità: oggi è quasi scomparso.

COMBINATA NORDICA

Iacopo Bortolas su tutti (classe 2003), più saltatore che fondista, ma anche Stefano Radovan (2003) e Domenico Mariotti (2001). Difficile aspettarsi un italiano da medaglia, ma l’auspicio è che finalmente si valorizzino i giovani, portandoli ad esprimere il proprio massimo potenziale. Attenzione poi ad Annika Sieff (2003), già sul podio in Coppa del Mondo: la combinata nordica femminile verrà inserita nella prossima edizione dei Giochi.

FREESTYLE

Sarà lo sport rivelazione a Milano-Cortina 2026? Simone Deromedis, già 5° a Pechino, può diventare uno dei big mondiali dello skicross. Leonardo Donaggio potrà giocarsi chance importanti nello slopestyle, ma al tempo stesso crescerà anche nel big air. Servono rinforzi in campo femminile, dove al momento l’Italia non è competitiva nello slopstyle, nel big air e nell’half-pipe, mentre nello skicross si è infortunata gravemente Lucrezia Fantelli.

SNOWBOARD

Michela Moioli è ancora giovane (26 anni) e sarà ancora la punta nel cross, dove è attesa al definitivo salto di qualità anche Caterina Carpano. Il nome nuovo in campo maschile potrebbe essere quello del classe 1999 Filippo Ferrari.
Per quanto riguarda lo snowboard alpino, dove negli ultimi anni hanno dominato gli atleti di esperienza, è atteso un salto di qualità da parte di Gabriel Messner (1997), In campo femminile sinora hanno faticato in Coppa del Mondo Elisa Caffont (1999) Jasmin Coratti (2001) e Lucia Dalmasso (1997), ma non è escluso che possano maturare nel prossimo quadriennio.
Nelle specialità acrobatiche non c’è un Donaggio come nel freestyle, ma chissà che non possa saltare fuori.

SLITTINO

Ivan Nagler e Fabian Malleier, rispettivamente classe 1999 e 1998, sono ancora molto giovani, eppure appaiono già involuti rispetto agli albori della carriera, tanto che non si sono neppure qualificati per le Olimpiadi. Non sono più di primo pelo Emanuel Rieder e Simon Kainzwaldner, tuttavia si tratta del doppio cresciuto di più nell’ultimo triennio, di tanto in tanto anche capace di fare capolino sul podio: bisognerà puntare forte su questi nomi, perché alternative non se ne vedono. Nel singolo maschile ha compiuto un bel salto di qualità il classe 2000 Leon Felderer: una novità che ci voleva per affiancare i non più giovanissimi cugini Fischnaller. Sta crescendo anche il 2004 Lukas Peccei, forse sin troppo giovane per Cortina. Non mancano i prospetti nel singolo femminile, anche se fin qui Verena Hofer (2001), Nina Zoeggeler (2001) e Marion Oberhofer (2000) appaiono decisamente molto distanti dal vertice internazionale e non è detto che possano raggiungerlo con il tempo.

SKELETON

Non è giovanissima anagraficamente, ma Valentina Margaglio va considerata sin da ora come una potenziale carta da medaglia per l’Italia a Milano-Cortina 2026: con quattro anni di esperienza in più ed una pista che, si spera, avrà imparato a memoria durante le sessioni di allenamento della Nazionale, allora l’azzurra sarà un osso duro per tutti. Da seguire anche Alessia Crippa, bronzo quest’anno agli Europei juniores, mentre dall’atletica è arrivata anche Alessandra Fumagalli. In campo maschile si punterà quasi tutto su Amedeo Bagnis (1999), già a ridosso della top10 a Pechino: bisognerà metterlo nelle migliori condizioni possibili, soprattutto in termini di materiali.

BOB 

Ci piacerebbe dirvi che abbiamo tanti talenti in rampa di lancio, ma non è così. C’è talmente una penuria di praticanti, che l’estate scorsa la FISI pubblicò un annuncio sul proprio sito per invitare alcuni aspiranti a provare questo sport… Sono arrivati rinforzi da altre discipline come José Delmas Obou (atletica) e Robert Gino Mircea (sollevamento pesi), e altri ne arriveranno nell’ottica di migliorare la fase di spinta. E i piloti? Non resta che sperare in una maturazione completa da parte di Patrick Baumgartner, ancora 27enne.

BIATHLON 

Qui i possibili volti nuovi non mancano. Tommaso Giacomel (2000) e Didier Bionaz (2000) sono tra i migliori prospetti in ambito mondiale, non solo italiano. La domanda è la solita: verranno valorizzati nel modo giusto? Da seguire anche Iacopo Leonesio (2000) e Nicolò Betemps (2003).
In campo femminile l’Italia ha il dovere categorico di recuperare Lisa Vittozzi: non è possibile dilapidare un talento del genere, peraltro ancora nel pieno delle forze (27 anni appena compiuti). Linda Zingerle (2002) ha vissuto una stagione difficile, ma ha tutto per diventare una delle novità più interessanti in vista delle prossime Olimpiadi. Attenzione anche alla 2003 Sara Scattolo.

SPEED SKATING 

Al momento l’unico nome davvero interessante è quello di Laura Peveri, classe 2001 ed allrounder come Francesca Lollobrigida, perché adatta sia ai 1500 e 3000 metri sia alla mass start. In crescita anche Federica Maffei (2000): chissà che l’Italia non riesca finalmente a costruire anche un team pursuit competitivo grazie a queste due ragazze. Tra gli uomini andrà seguito Mattia Peghini (2002), ottimo specialista della mass start, ma con margini importanti di crescita anche nelle medie e lunghe distanze.

SHORT TRACK 

Futuro assicurato con Pietro Sighel (1999), già ora stella della Nazionale maschile: con l’esperienza migliorerà dal punto di vista tattico ed allora saranno dolori per tutti. Altro ragazzo da seguire è Luca Spechenhauser (2000): forse ha meno talento naturale rispetto a Sighel, ma può ambire a risultati importanti, magari al termine di un percorso più lungo. Un altro ragazzo che può crescere e diventare importante per la staffetta è Thomas Nadalini (2002).
In campo femminile non c’è una nuova Arianna Fontana. Sin qui Arianna Sighel (1996), sorella di Pietro, non è riuscita a spiccare il volo. Promette bene Elisa Confortola, da seguire anche Chiara Betti e Katia Filippi.

CURLING 

Difficilmente vedremo grandi scossoni in vista di Milano-Cortina 2026. La coppia Stefania Constantini (1999) e Amos Mosaner (1995) non si tocca. La stessa Constantini proverà a compiere il salto di qualità anche con la squadra femminile, di cui è skip. Da vedere invece quali saranno gli equilibri interni nella compagine maschile tra Mosaner ed il veterano Joel Retornaz.

PATTINAGGIO ARTISTICO 

Bisognerà puntare tutto su Daniel Grassl (2002), già settimo a Pechino: non sarà facile, ma oggi si tratta dell’unico atleta futuribile in ottica podio per l’Italia in questa disciplina.

Foto: Lapresse