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Sci alpino, i possibili convocati dell’Italia per le Olimpiadi di Pechino 2022. Certezze e ballottaggi

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Nello sci alpino, come in tutte le discipline, siamo sempre più vicini al momento in cui dovranno essere decisi i convocati per i Giochi olimpici di Pechino 2022. Ora come ora, in casa Italia la situazione è diametralmente opposta a seconda del settore a cui si guarda. In campo femminile ci sono più posti a disposizione che atlete veramente competitive, mentre fra i maschi il numero di quote guadagnate è talmente basso da generare forti mal di testa a chi dovrà effettuare delle scelte che potrebbero essere difficili e dolorose. A meno che la “divina provvidenza” non consenta di incrementare il contingente a disposizione per la spedizione cinese.

Allo stato attuale delle cose, il complicatissimo sistema di qualificazione consente all’Italia di inviare a Pechino un totale di 9 donne, ma di soli 7 uomini. La “divina provvidenza” di cui sopra sarebbe rappresentata dalla rinuncia di altre nazioni a usufruire appieno delle quote ottenute, dando avvio alla cascata dei ripescaggi, che potrebbe consentire al Bel Paese di issarsi a 9 posti anche fra i maschi. Andiamo, però, con ordine e partiamo da dove non ci sono particolari grattacapi, ovverosia dal settore femminile.

Qui 6 nomi appaiono sicuri. Parliamo di Sofia Goggia, Federica Brignone, Marta Bassino, Elena Curtoni, Nadia e Nicol Delago. Questo sestetto è in grado di coprire interamente quattro delle cinque gare individuali in programma (Discesa, Super-G, Gigante, Combinata). Resterebbe scoperto solo lo slalom, ormai autentica nota dolente della valanga rosa. Certo, Brignone può essere della partita anche tra i pali stretti, ma chi le farà compagnia? Nessuna con ambizioni di medaglia, ma avendo la possibilità di convocare altre 3 donne, non è da escludere la chiamata per Anita Gulli (attualmente l’unica arruolabile ad aver marcato punti di Coppa del Mondo) e Lara Della Mea (qualificatasi alla seconda manche di Zagabria e potenziale carta da giocare nel team event). L’infortunio di Martina Peterlini esclude quella che sarebbe stata una presenza certa. Si vedrà, pertanto, se si deciderà di portare una nona atleta, oppure se lasciar decadere l’ultima quota, francamente pleonastica.

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Al contrario tra gli uomini c’è molto meno agio. Qui 9 posti sarebbero indispensabili per non avere dubbi amletici, ma bisogna partire dal presupposto che ve ne possano essere solo 7. Nel qual caso, in 4 dovrebbero avere la certezza di volare a Pechino. Parliamo di Dominik Paris, Alex Vinatzer, Luca De Aliprandini e Giuliano Razzoli. Poi? I candidati agli ultimi tre ticket sono veramente tanti, pari al doppio dei biglietti a disposizione.

Matteo Marsaglia ha due top-ten in discesa, compreso il quarto posto di Beaver Creek. Mattia Casse ha tre top-ten nella velocità (due in Super-G e uno in discesa). Christof Innerhofer è un nome pesante e blasonato, in grado di generare interesse mediatico, che peraltro ha portato a casa il primo top-ten stagionale a Wengen. Simon Maurberger ha un top-ten in slalom, può essere schierato anche in gigante e soprattutto può tornare utilissimo per il team event. Dal canto suo, Riccardo Tonetti è l’unica carta veramente spendibile per la combinata, gara dove le sorprese sono spesso dietro l’angolo. Infine, Tommaso Sala ha comunque due dodicesimi posti in slalom, ma le sue possibilità appaiono risicate.

Se davvero si salisse a quota 9, allora si potrebbe ragionare con tranquillità, dovendo sacrificare un solo atleta, con Sala come principale indiziato. Se invece si restasse a 7, allora chi dovrà effettuare le scelte si troverà in una situazione molto scomoda, perché andrà in contro a dei tagli giocoforza dolorosi che, peraltro, rischieranno di generare polemiche interne e non solo. Dunque, non rimane che aspettare l’ufficializzazione dei contingenti a disposizione di ogni Paese, per capire quale sarà il destino dell’Italia e quanto sarà difficile la selezione maschile.

Foto: La Presse