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Novak Djokovic, a che ora l’udienza? La linea difensiva, la risposta del Governo e cosa rischia: tra espulsione e Australian Open

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Novak Djokovic si trova da ormai quattro giorni in isolamento presso il Park Hotel di Melbourne, una struttura utilizzata dal Governo australiano per ospitare persone irregolari. Il tennista serbo è in attesa dell’udienza, che avrà luogo alle ore 10.00 locali di lunedì 10 gennaio (dunque la mezzanotte italiana di oggi).

Il numero 1 al mondo non è potuto entrare in Australia, poiché il suo visto non è stato ritenuto valido dalle autorità. Il ribattezzato Nole credeva di avere un’esenzione medica che permettesse l’ingresso nel Paese (dove sono ammesse soltanto persone vaccinate contro il Covid-19). Vediamo nel dettaglio a che ora è fissata l’udienza, quali sono le linee difensive e cosa rischia Novak Djokovic.

A CHE ORA È FISSATA L’UDIENZA DI NOVAK DJOKOVIC?

L’appuntamento è per le ore 10.00 locali di lunedì 10 gennaio. A Melbourne sono avanti dieci ore rispetto a noi, dunque l’udienza inizierà quando in Italia scoccherà la mezzanotte di oggi.

“L’Australia decide chi può entrare nel Paese”. La possibile risposta del Governo a Djokovic: attesa per l’udienza

QUALE SARÀ LA LINEA DIFENSIVA DI NOVAK DJOKOVIC?

Gli avvocati di Novak Djokovic hanno già fatto trapelare alcune anticipazioni riguardo alla loro linea difensiva. La prima punta sul fatto che il tennista sarebbe risultato positivo al Covid-19 in data 16 dicembre e dunque avrebbe diritto all’esenzione medica, in quanto una persona che ha affrontato la malattia non è obbligato a sottoporsi al vaccino per i seguenti sei mesi. Positività che non era stata annunciata a suo tempo (non che fosse tenuto a farlo), ma il giorno seguente è stato fotografato in un evento pubblico, a cui non avrebbe potuto partecipare in quanto malato consapevole (per giunta senza mascherina…).

I legali affermano anche che il giocatore ha dichiarato di aver ricevuto una conferma scritta da parte Department of Home Affairs che gli riconosceva di corrispondere ai requisiti per entrare in Australia senza obbligo di quarantena. Si parla di un’esenzione in accordo con le regole e le linee guida del Governo australiano. Tuttavia la polizia di frontiera non ha ritenuto sufficiente la documentazione presentata per l’esenzione, con annesso cancellazione del visto.

Viena contestata la cancellazione del visto, parlando di una serie di errori giurisdizionali su come il delegato avrebbe interpretato le norme in vigore, ivi compreso il Biosecurity Act del 2015, e le linee guida dell’Australian Technical Advisory Group on Immunisation (ATAGI).

QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEL GOVERNO AUSTRALIANO?

Trapelano anticipazioni su quale potrebbe essere la risposta del Governo Australiano. I legali hanno infatti già depositato una memoria di 13 pagine e il cuore nevralgico della loro arringa riguarderà due punti ben specifici, come ha evidenziato Ben Rothenberg, famoso giornalista del New York Times, in un’indiscrezione pubblicata sul suo profilo Twitter: “Non esiste una garanzia di ingresso da parte di un non-australiano in Australia; l’Australia, in quanto Paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo paese“.

In sostanza il Governo farà valere il diritto di poter respingere il visto a una persona che chiede di entrare nel Paese. Prassi normale, non soltanto in Australia ma anche in altri Stati del mondo. Questa la prima anticipazione, vedremo se emergeranno ulteriori elementi di difesa e come si risponderà in merito alla documentazione inerente all’esenzione a cui il giocatore ha fatto riferimento.

Attenzione a un altro punto cruciale, anticipato sempre da Rothenberg: “L’Australia chiarisce che, anche se Djokovic avesse successo nel suo ricorso contro la decisione iniziale, conserva il diritto di trattenere nuovamente Djokovic. Quindi una vittoria nel “primo round” per Djokovic, legalmente, potrebbe semplicemente significare l’inizio di un “secondo round”.

COSA RISCHIA NOVAK DJOKOVIC?

Novak Djokovic rischia di essere rimpatriato e di non poter giocare gli Australian Open 2022, in programma dal 17 al 30 gennaio. Il serbo è il Campione in carica, ha vinto questo Slam per nove volte e punta a un ulteriore successo. Va precisato che il tennista non è in detenzione (come invece la sua famiglia ha cercato di fare credere attraverso dichiarazioni molto spinte): è libero di tornare in Serbia quando vuole, come ha ribadito il ministro degli esteri australiano. L’udienza si è resa necessaria perché Novak Djokovic ha fatto ricorso contro la cancellazione del visto e quindi ha la possibilità di essere ascoltato.

Attenzione a un rischio ancora maggiore. Il giocatore potrebbe essere “espulso” dall’Australia per tre anni, non potendo più entrare nel Paese per quel lasso temporale. Un’ipotesi che comporterebbe l’impossibilità di partecipare a tre edizioni degli Australian Open. Questo perché le politiche di immigrazione sono molto stringenti e le autorità infliggono pene severe per chi si presenta alla frontiera con visti non regolari, come quello di Novak Djokovic. Una situazione spinosa che verrà definita nelle prossime ore.

Foto: Lapresse