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Ciclismo

Mario Scirea: “Bugno e Cipollini come il giorno e la notte. In Nazionale porto la mia esperienza”

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Mario Scirea è stato un formidabile passista e cronoman e campione del mondo nella cronometro a squadre nel 1987. Scirea nella sua prima parte di carriera è stato al fianco di Gianni Bugno, più tardi invece è salito a bordo di un treno che ha segnato la storia, quello del Re Leone Mario Cipollini. Chiusa la carriera agonistica è salito in ammiraglia al fianco di formazioni come Liquigas, Cannondale, Lampre e UAE Team Emirates. Il CONI lo scorso anno gli ha riconosciuto il collare d’oro, il massimo riconoscimento sportivo, per l’oro iridato nel 1987 a Villach nella cronometro a squadre. Da quest’anno invece veste i colori della nostra Nazionale con il ruolo di vice-commissario tecnico di Marino Amadori e Daniele Bennati, un anello di congiunzione tra gli Under23 e i professionisti.

Sei stato al fianco di Gianni Bugno e Mario Cipollini. A distanza di anni in che rapporto sei rimasto con questi due grandi campioni? 

“Sono rimasto in buoni rapporti con entrambi. Gianni lo sento e lo vedo di più.” 

Due persone opposte Gianni e Mario…

“Totalmente diverse, sono il giorno e la notte, ma con tutti e due mi sono trovato molto bene.” 

Un ricordo particolare della tua esperienza con Bugno?

“Con Gianni ho condiviso tanti bei momenti. Uno su tutti ricordo con grande stima la sua capacità di vincere delle corse che non erano nelle sue corde, come il Giro delle Fiandre. Gianni era veramente forte in bici e secondo me nella sua carriera poteva fare molto di più.”

E con Cipollini invece?

“Con Mario ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia. Lui viveva le corse un po’ più alle leggera rispetto a Gianni, ma sempre con la determinazione di un grande campione.” 

Qual era il segreto del treno del Re Leone?

“Mario è riuscito a trovare gli uomini giusti e metterli al loro posto nel suo treno, così come è stato bravo a trasmettere agli sponsor ciò che lui voleva. Il segreto era lui.”

L’oro iridato a Villach è stato il momento più alto della tua carriera?

“Sì, assolutamente. Non si vince tutti i giorni un oro mondiale.” 

Cos’hai portato del tuo bagaglio da corridore sull’ammiraglia? 

“Già nei miei ultimi anni di carriera ero considerato un direttore sportivo in corsa. Una volta appesa la bici al chiodo il passaggio sembrava semplice ed invece mi sono reso conto che non era così. Devo ringraziare Roberto Amadio, Stefano Zanatta, Dario Mariuzzo, Mario Chiesa e Alberto Volpi per avermi insegnato il mestiere del direttore sportivo.” 

Che tipo di direttore sportivo sei?

“Bella domanda. Mi piace essere severo perché dei miei ragazzi voglio ottenere sempre il massimo e penso sia giusto che durante i loro anni di carriera diano il massimo per poi non avere rimpianti. Soprattutto dai professionisti, che fanno del ciclismo il loro lavoro, mi aspetto sempre un grande e costante impegno.” 

Che effetto ti fa tornare ad essere parte della Nazionale Italiana?

“Quello del Presidente Dagnoni, che è anche un amico, è un bel progetto. Quando mi ha proposto di entrare in Nazionale mi ha fatto piacere e gli sono molto grato per questa possibilità che mi ha dato. Porterò in Nazionale tutta la mia esperienza che ho maturato in questi anni al fianco di formazioni come Liquigas, Lampre e UAE Team Emirates.” 

Da quale corsa comincerà la tua avventura in maglia azzurra?

“Dal Trofeo Laigueglia, il 2 marzo, in ammiraglia insieme a Daniele Bennati.”

Foto: Olycom