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Australian Open 2022, Matteo Berrettini e l’importanza di un buon sorteggio per trovare la miglior condizione

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Matteo Berrettini l’abbiamo rivisto in ATP Cup. E l’abbiamo lasciato, in quel di Sydney, con una condizione che, sebbene ancora in fase di riassestamento, sta tornando a essere buona. Il tutto anche grazie alla scelta di Vincenzo Santopadre di fargli giocare sia il singolare che il doppio, prima accanto a Simone Bolelli e poi in coppia con Jannik Sinner.

Riepiloghiamo, dunque, l’accaduto dei giorni tra Ken Rosewall Arena e Qudos Bank Arena: il 2 gennaio, il numero 1 d’Italia ha perso con Alex de Minaur e poi, in doppio con Bolelli, ha ceduto di fronte a John Peers e Luke Saville, con l’Australia divenuta vincitrice per 2-1. Il 4 gennaio, invece, vittoria su Ugo Humbert e, in successione insieme a Sinner, su Edouard Roger-Vasselin e Fabrice Martin, con annesso 3-0 sulla Francia. Il 6 gennaio, infine, grande battaglia in cui è andato vicinissimo a battere Daniil Medvedev, poi sconfitta in doppio assieme all’altoatesino contro il numero 2 ATP e Roman Safiullin: Italia-Russia 1-2, azzurri fuori.

Il numero 7 del mondo è migliorato in maniera sensibile: con de Minaur c’è stata la solita partita di rodaggio, da rientro in campo, in cui ha semplicemente verificato che tutto funzionasse. Migliorata ancora con Humbert, la qualità di gioco è salita ulteriormente con Medvedev, dando al tennis una delle partite più belle di questi primi 10 giorni dell’anno. E una conferma, ammesso che ce ne fosse ancora bisogno visto che l’unico ad averlo fermato (infortunio a parte) negli Slam, nel 2021, è stato Novak Djokovic: Berrettini è un top player, uno di quelli destinati a rimanere tale per molti anni.

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Con Melbourne, com’è noto, ha un rapporto in sostanziale chiaroscuro. Nel 2018 giocò le qualificazioni, perse un match che era quasi vinto con l’americano Denis Kudla, ma venne ugualmente ripescato in tabellone principale, dove lo eliminò il francese Adrian Mannarino. Nel 2019, già salito di parecchio, ebbe la sfortuna di essere subito accoppiato a Stefanos Tsitsipas. Bella battaglia, ma vinta dal greco in quattro set. Del 2020, invece, l’uscita di scena al secondo turno, patita per mano dell’americano Tennys Sandgren e preludio a una stagione difficile anche senza mettere di mezzo la nascente pandemia di Covid-19. Lo scorso anno, com’è invece noto, tre belle vittorie, ma infortunio addominale nel finale della terza, quella con il russo Karen Khachanov, che gli ha impedito di prendersi la rivincita su Tsitsipas.

Berrettini sarà compreso tra la quinta e l’ottava testa di serie, il che significa che potrà trovare dalle sue parti, al terzo turno, uno tra il 25° e il 32° in tema di giocatori dotati di seeding. Le mine vaganti, però, potrebbero arrivare da qualunque parte anche al primo turno. E non si parla solo degli attuali giocatori che sono tra i primi fuori dalle teste di serie (il kazako Alexander Bublik, Fabio Fognini, l’americano Frances Tiafoe per citarne tre), ma anche di quelli che hanno fatto bene in questa prima settimana di tennis. Come mina vagante, per esempio, c’è Maxime Cressy, una settimana praticamente da favola fino alla finale con Rafael Nadal di due giorni fa: ma, oltre al franco-americano, ci sono altri due, che hanno ricevuto una wild card, che pochi vorrebbero incontrare. Uno, naturalmente, è Andy Murray, e non serve spiegare i motivi. L’altro è Thanasi Kokkinakis: l’australiano è tornato davvero in grande stile, giungendo in semifinale nella sua Adelaide per ricominciare dopo una sfortuna immensa. E dire che, in passato, riuscì a sconfiggere Roger Federer a Miami.

Tutto questo fa capire come sia vero che a Berrettini serviranno le prime due o tre partite, eventualmente, per carburare ulteriormente, ma è altrettanto vero che potrebbe subito essere chiamato a rispondere presente in modo chiaro e forte. Questo è ciò che è accaduto nel 2021, perché il sudafricano Kevin Anderson era uno dei sorteggi più ostici possibili e riuscì a superarlo in tre set. Resta ora da aspettare giovedì per scoprire cosa il sorteggio riserverà al romano.

Foto: LaPresse