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Tennis, caso Peng Shuai. Il presidente del CIO Bach: “Ci incontreremo durante le Olimpiadi invernali”

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Continua a tenere banco il caso Peng Shuai, la tennista cinese su cui il destino non è ancora chiaro nonostante alcune informazioni, assai frammentate, che non ci hanno rivelato se l’ex numero 1 al mondo in doppio sia effettivamente libera di vivere la propria vita. Il presidente del CIO Thomas Bach ha tentato di diradare le nubi rimanenti su questa situazione.

Il numero uno del Comitato Olimpico è stato intervistato dalla Deutsche Presse-Agentur in merito ai prossimi Giochi Olimpici invernali che si svolgeranno a Pechino il prossimo febbraio; sul caso Peng Shuai ha rivelato di aver parlato in videochiamata con la tennista una seconda volta: “Nelle due conversazioni che abbiamo avuto, Peng si è detta grata che abbiamo cercato di contattarla. Ha parlato della sua carriera, delle sue tre partecipazioni olimpiche e dell’impatto che la pandemia ha avuto su di lei. Le abbiamo offerto ogni tipo di aiuto possibile“.

Bach prosegue sulla situazione della tennista cinese, annunciando la volontà di voler parlare ancora con lei: “Continueremo ad avere conversazioni con Peng, bisogna rispettarla come il suo approccio alla questione. Ci siamo dati appuntamento alle Olimpiadi, le modalità dell’incontro dovranno essere concordate con lei, ma dovranno essere in linea con le misure anti-Covid in atto durante i Giochi. C’erano preoccupazioni sulla sua salute fisica, ma possiamo affermare con certezza che questi sono stati dissipati attraverso i contatti personali che abbiamo avuto con lei. Questo sforzo umanitario proseguirà anche dopo la fine delle Olimpiadi“.

Tante parole positive che fanno ben sperare sulle condizioni della tennista cinese; ma non bastano per chiudere definitivamente la questione, definita come una ‘questione umanitaria’ dallo stesso Bach: soltanto una prova tangibile, come questo possibile incontro con il presidente del CIO, possono tranquillizzare parzialmente tutto l’ambiente. Parzialmente poiché non si avrebbe la certezza che la Peng possa vivere tranquillamente la sua vita. 

Foto: LaPresse