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Snowboard, l’eroe silenzioso Aaron March. La memorabile vittoria della Coppa del Mondo forse troppo sottovalutata

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In casa Italia, tra i protagonisti dell’inverno 2020-21, va senza ombra di dubbio ricordato Aaron March, forse l’atleta azzurro maggiormente misconosciuto tra quelli capaci di conquistare una Coppa del Mondo nell’arco dell’anno solare 2021. Anzi, per la verità l’altoatesino ha vinto due Sfere di cristallo, imponendosi sia nella classifica dedicata allo slalom parallelo che in quella complessiva delle discipline alpine, dove sono sommati i risultati dello slalom e del gigante.

Eppure il trentacinquenne di Vipiteno ha ricevuto meno riconoscimento di quanto avrebbe meritato. Come mai? Probabilmente perché dal punto di vista dell’esposizione mediatica è sempre stato messo in ombra da altri due rider capaci di fare più presa sul pubblico. Parliamo, ovviamente, di Michela Moioli e Roland Fischnaller.

La ventiseienne bergamasca, autentica eroina del cross, ha raccolto successi a raffica (compreso l’oro olimpico di Pyeongchang) ed è ormai un’icona sportiva riconosciuta a livello nazionale. Riguardo il sudtirolese, invece, il discorso è più articolato. Il veterano della tavola azzurra affascina per la sua capacità di essere impermeabile al passare del tempo. Parliamo di un eterno ragazzo venuto al mondo nel 1980, che ha sovente raccolto medaglie nei grandi appuntamenti (su tutte l’oro nello slalom parallelo del 2015, ma i podi iridati sono complessivamente sei). Peraltro Fischnaller è da tempo un serial winner, a differenza di March, mai piazzatosi fra i primi tre in gare con medaglie in palio e i cui successi si contano sulle dita di una mano. Soprattutto, i due praticano esattamente le stesse discipline.

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Insomma, se pensiamo a PGS e PSL, per i media Aaron è sempre stato “quell’altro”. Certo, prima del 2020-21 ha avuto una carriera di altissimo livello, durante la quale aveva già conquistato una Coppa di specialità di slalom parallelo (2016-17). Il “problema” è che, dal canto suo, Fischnaller ne ha vinte tre (2012-13, 2015-16, 2017-18)!

March, nonostante una carriera di alto profilo, si è dovuto adattare al ruolo di “attore non protagonista”, in quanto le luci della ribalta mediatica sono sempre state appannaggio del più esperto e blasonato compagno di squadra. Per di più, anche Roland nel 2020-21 ha messo le mani su una Coppa del Mondo (quella di gigante parallelo), aggiunta alla sesta medaglia mondiale della carriera.

Probabilmente è questa la ragione per cui, eccezion fatta per gli analisti che seguono le discipline invernali nella loro interezza senza dimenticarne alcuna, di Aaron si è parlato molto poco. La pancia dei mainstream media era stata riempita dalle affermazioni delle varie Marta Bassino, Sofia Goggia e Dorothea Wierer. Inoltre, nello snowboard, il grande vincente Fischnaller aveva nuovamente lasciato il segno. Così March, nonostante un doppio trionfo, è passato quasi sottotraccia.

Senza dubbio immeritatamente, perché come detto il trentacinquenne sudtirolese è stato l’unico azzurro a vincere due Coppe del Mondo durante il 2020-21, andando peraltro oltre la mera specialità. In uno sport privo di classifica overall, imporsi nella Coppa dedicata alle competizioni alpine è quanto di più vicino ci possa essere a una Sfera di cristallo assoluta.

Quindi, per sintetizzare la situazione e rendere omaggio al personaggio, consentiteci di parafrasare una citazione cinematografica. “Aaron March è l’eroe silenzioso che gli sport invernali italiani si meritano, ma di cui non hanno bisogno in questo momento. Perché lui può sopportarlo. È un vincente che vaga nell’ombra, è un Cavaliere Oscuro”. Chissà che l’Oscar per il miglior attore protagonista non arrivi se dovesse arpionare una medaglia ai Giochi olimpici di Pechino…

Foto: Live Photo Sport