Seguici su

Basket

Basket, Alessandro Gentile racconta le sue problematiche personali: “Mi sono sentito fuori luogo, ma tengo duro e combatto”

Pubblicato

il

Alessandro Gentile sta combattendo la sua personale battaglia contro la depressione. Il cestista della Openjobmetis Varese nei giorni scorsi ha rivelato il suo disagio per mezzo di un tweet nel quale ha raccontato cosa sia successo a livello mentale negli ultimi periodi della sua vita e, soprattutto, ha dato modo di parlare di un argomento così importante al giorno d’oggi, che coinvolge tutti, anche i campioni dello sport. Dopo aver scontato la squalifica sul campo, l’ex giocatore di Trento, sarà di nuovo di scena proprio contro la sua ex squadra ma, per il momento, ha deciso di raccontarsi fuori dal parquet al Corriere della Sera, per mezzo di una lunga intervista a cuore aperto.

Il nativo di Maddaloni inizia spiegando cosa sia per lui il disagio che prova e come lo affronti. “L’argomento è delicato, ma è importante. La salute mentale è fondamentale, ma penso anche che sia sottovalutata, soprattutto di questi tempi. La gente si sente isolata e sola, ma forse si vergogna a dirlo. Dato che vivo situazioni simili, volevo dare un aiuto a chi soffre di certi disturbi ed è in difficoltà a raccontarlo”.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Alessandro Gentile (@alegentile5)

Il tweet nel quale ha detto di “non essere matto” ha avuto una motivazione particolare. “L’ho scritto perché quando capitano certe cose è come se sentissi che stai impazzendo. Ti senti fuori luogo, fuori dal mondo: sono sensazioni brutte e difficili da spiegare. Un altro aspetto complicato è appunto il fatto che è difficile parlarne, magari con persone che non hanno la minima idea di che cosa significhi vivere un’esperienza così. Per questo motivo è giusto chiedere aiuto a chi è competente. Non bisogna vergognarsi di farlo, ecco il mio messaggio”.

Alessandro Gentile racconta poi quando ha iniziato a capire che qualcosa non andava: “Ho questo disagio da tempo, ma l’ho tenuto nascosto. È diventato sempre più difficile da controllare, finché sono arrivato a un punto in cui non ce la facevo più a gestirlo. È successo l’anno scorso dopo il Covid: la paura e l’isolamento hanno creato brutti scenari”. Come fare per affrontare tutto ciò? Il classe 1992 prova a spiegarlo. “Innanzitutto la regola è che… non ci sono regole. All’inizio mi hanno aiutato i genitori e mio fratello Stefano, poi mi sono rivolto a uno psichiatra, successivamente a una psicologa. Con lei continuo a lavorare, condividendo paure e sofferenze: ho capito che noi esseri umani non siamo delle macchine”.

L’azzurro puntualizza che il momento attuale di Varese non c’entri con la sua situazione: “La mia vita è molto più grande della pallacanestro ed è giusto dare il peso corretto alle cose. L’esistenza non si riduce a quello che succede in campo, nonostante il basket sia la mia passione e il mio lavoro e influenzi gli stati d’animo. A che punto sono? Non entro nei dettagli. Ma sottolineo che non è una battaglia che si vince o si perde: si impara al massimo a gestirla, convivendo con queste sensazioni per accettarle e superarle”.

Cambiare aria potrebbe dare una mano? “Di sicuro non cerco aiuto in questo contesto. Premesso che a Varese mi trovo bene, anche perché con Adriano Vertermati, l’allenatore, ho un rapporto di amicizia che esula dal basket, dico che le stesse piazze che ti accolgono nel migliore dei modi sono anche le prime pronte a voltarti le spalle non appena cominciano le difficoltà. Ma questa altalena di emozioni non mi condiziona più: ho quasi 30 anni, di alti e bassi ne ho conosciuti troppi. Usciremo da questa annata difficile? Ho fiducia, nonostante la situazione delicata: credo nel gruppo e nel coach”.

Ultima battuta sull’Alessandro Gentile a 360°. “Non leggo eventuali critiche per una partita sbagliata. Non mi interessa. Ho vissuto tanti momenti nella mia carriera, ho commesso molti errori e me ne assumo la responsabilità. Per il resto, non commento. Non ho grandi amicizie nel mondo del basket: al di fuori del campo sono una persona che sta sulle sue. Ma credo di aver lasciato un buon ricordo in quelli con cui ho giocato. Vivo momenti di serenità, mi dico “avanti tutta, Ale”. Con grande amore per quello che faccio, per la vita e per le cose belle che ho”.

Credit: Ciamillo