Seguici su

Oltre Cinquecerchi

Scacchi, Mondiale 2021, Carlsen: “Risultato normale con un avversario ben preparato”. Nepomniachtchi: “Non era sorpreso dalla Russa”

Pubblicato

il

Anche la quarta partita del match valido per il Campionato del Mondo tra Magnus Carlsen e Ian Nepomniachtchi è finita patta. Una nota variante della Difesa Petroff (o Russa, che dir si voglia) è stata seguita da una novità teorica alla diciottesima mossa, ma nessun regalo di compleanno è stato concesso, come promesso alla mattina su Facebook, dal russo.

Ma non è stata quella mossa l’unico argomento della conferenza stampa. Così il russo sulla scelta della Russa: “Credo che non fosse molto sorpreso. Ha scelto una lunga e forzante linea che, per chi studia profondamente la Petroff, è qualcosa con cui si dovrebbe essere familiari“. Risposta del norvegese: “No, era una delle principali aperture che m’aspettavo, vedendo che l’aveva giocata nei Candidati (contro Wang Hao, N.d.R.). Anche nella prima partita ha scelto un approccio più classico invece che uno più tagliente, quindi sì, me l’attendevo. Non potevo ovviamente sapere la linea esatta della Petroff, ma per l’apertura c’era da attendersela“.

Su 18. Ch4, la novità introdotta da Carlsen che ha deviato anche dalle linee giocate alle volte per corrispondenza, lo sfidante ha dichiarato: “E’ un tentativo davvero interessante. Potrei anche pensare di giocarlo col Bianco un giorno“. E poi: “Fortunatamente conoscevo l’idea, e più o meno sapevo cosa fare. Chiaramente sono stato un po’ sorpresa, perché è una delle linee minori, ma allo stesso tempo è nei principi. Meglio ricordarsi le proprie mosse che trovarle sulla scacchiera“. Ha inoltre spiegato che, considerando questa linea la prima fino alla fine dei “giganti” (i motori scacchistici) l’obiettivo era semplice: non finire nel caos da solo. E ad ogni modo è decisamente soddisfatto della situazione.

Carlsen sull’ultima parte della partita: “Qualche volta accade, nei campionati mondiali, che lavori parecchio prima del match e lo fai su aperture e simili, e in qualche modo questo ti fa lavorare di meno sulla scacchiera. Il mio approccio è stato chiaro: non pensavo di avere granché, ma avevo due ore per la partita e avrei dovuto spenderle tutte per ogni chance possibile da trovare“. E poi: “Che posso dire? Ho cercato qualcosa di concreto e non ha funzionato. Ma credo sia normale. Non pensavo che avrebbe mancato totalmente la linea che ho giocato, ma in altre situazioni ci possono essere diverse decisioni complicate da fare per il Nero“.

Chiude così: “Sono partito con molte più patte in precedenza! E quando giochi una linea forzata come oggi, non ti aspetti di colpire spesso, ma l’idea è di farlo ogni tanto, prendere di sorpresa l’avversario, e le altre volte giochi normalmente molto in sicurezza. Chiaramente mi sarebbe piaciuto vincere, trovare più chance, ma penso che quello di oggi sia un risultato normale contro un giocatore ben preparato“.

Foto: FIDE / Eric Rosen