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Nuoto, Marco De Tullio: waiting for Godot…Quel salto di qualità che non arriva mai

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Aspettando Godot“. Quando Samuel Beckett scrisse quest’opera, nel 1952, di certo non immaginava che il titolo della sua commedia sarebbe stato accostato centinaia di volte a personaggi dello sport. Invece Godot, simbolo dell’attesa che si prolunga all’infinito, è entrato ormai nel linguaggio sportivo di uso corrente: con questo appellativo si indica il campione o l’atleta in crisi, incapace di ritrovare i colpi che l’hanno reso celebre.

E’ un periodo complicato quello per Marco De Tullio. L’azzurro, dopo che le Olimpiadi di Tokyo non sono andate come sperato, ha deciso di apportare alcuni cambiamenti alla sua vita da atleta: “Sono andato ad allenarmi con Christian (Minotti ndr) ed ho ritrovato anche mio fratello Luca. Sono molto contento del bronzo, che rappresenta molto per me. Mi sento bene in acqua e anche il tempo di oggi mi trasmette grande fiducia per il futuro: sarà una stagione lunghissima“, le sue parole di oggi dopo il bronzo dei 400 stile libero agli Europei di nuoto in vasca corta a Kazan.

Una medaglia internazionale, la prima a livello assoluto in questa specialità, che può far sorridere, ma che ha però il sapore del bersaglio mancato. Il campo partenti non entusiasmante infatti offriva delle opportunità al pugliese di potersi fregiare del titolo continentale, ma ancora una volta il salto di qualità atteso non c’è stato.

Servirà dunque pazientare per via dell’inizio di un nuovo percorso e sperare che, per dirla in maniera un po’ diversa dall’avvocato Gianni Agnelli nei confronti di Alex Del Piero, si possa parlare di Pinturicchio.

Foto: LaPresse