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Coppa Davis 2021, l’Italia deve temere gli Stati Uniti. Isner e Opelka perfetti per il veloce di Torino. E in doppio…

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Prenderà il via domani l’edizione numero 109 della Coppa Davis, il massimo torneo per Nazionali del tennis mondiale. Tante speranze per l’Italia di Filippo Volandri, che nonostante l’assenza pesante di Matteo Berrettini ha a disposizione un roster di tutto rispetto con Jannik Sinner da uomo copertina e la possibilità di giocarsi le proprie carte nel girone E in casa, al Pala Alpitour di Torino. Per mantenere il fattore campo anche ai quarti di finale c’è bisogno del primo posto nel raggruppamento: l’avversaria principale è rappresentata dagli Stati Uniti.

La Nazionale a stelle e strisce è la più titolata della storia in Davis con 32 successi, ma l’ultimo risale al lontano 2007, quando a tenere alto il movimento ci pensavano Andy Roddick, James Blake ed i fratelli Bryan. Simbolo di un movimento che negli ultimi anni ha sempre più faticato: un successo Slam, targato Andy Roddick, manca dagli US Open 2003, mentre sono due anni che non ci sono americani tra i migliori dieci del mondo. Il confronto con le generazioni di Pete Sampras, Andre Agassi e John McEnroe, solo per nominarne alcuni (e ce ne sono tantissimi altri), è quantomeno impietoso.

Ciò non vuol dire che gli azzurri possano permettersi di sottovalutare gli USA guidati da Mardy Fish, tornato negli ultimi mesi sulla bocca di tutti anche per il documentario Netflix in cui ha messo a nudo i suoi problemi di ansia da prestazione che lo afflissero una decina di anni fa. La squadra da lui scelta per questo appuntamento vede in Reilly Opelka ed il già citato Isner le punte di diamante, che faranno della loro resa al servizio il marchio di fabbrica delle loro prestazioni: il loro fondamentale può andare a nozze con il veloce di Torino. 

Con loro non ci sarà Taylor Fritz, il giocatore probabilmente più in forma dell’ultimo periodo, sostituito da Frances Tiafoe, che rievocherà brutti ricordi a Jannik Sinner, che dal servire per il match si ritrovò un avversario posseduto dal proprio talento. Il problema del ragazzo del Maryland è il suo andare a strappi: capace di prestazioni da spellarsi le mani e, pochi secondi dopo, rovinare tutto in maniera irrimediabile. A completare il quintetto ci sono Jack Sock, ancora lontano dalla sua migliore versione del 2017 quando trionfò a Parigi-Bercy, ma tornato almeno un giocatore rispettabile, e Rajeev Ram, lo specialista del doppio vincitore dell’ultimo US Open e ko alle Finals assieme al britannico Salisbury: un vantaggio non da poco avere uno dei migliori doppisti al mondo in caso di eventuale parità dopo i primi due singolari.

Una squadra rispettabilissima, da dover tenere sotto osservazione. L’Italia non dovrà però cadere nella trappola della troppa riverenza verso gli statunitensi: dopo tanti anni in cui il movimento azzurro ha guardato con ammirazione gli USA, ora le parti si sono invertite, con Berrettini, Sinner e gli altri che ci hanno regalato gioie. Ora tocca dimostrarlo nello scontro diretto, per mettere subito in chiaro chi comanda nel gruppo E.

Foto: LaPresse