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Ciclismo

Giada Borgato: “Mi ispiro alla De Stefano. Pancani un maestro, con Rizzato in una botte di ferro”

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Giada Borgato nel 2012 è stata campionessa italiana in Valsugana, poi una volta appesa la bici al chiodo (nel 2014, ndr) si è scoperta voce tecnica per le corse femminili trasmesse dalla Rai, fino ad arrivare in pochissimo tempo a commentare anche il ciclismo maschile. Con il grande debutto alle Classiche del Nord, Giada – padovana classe 1989 e fidanzata di Eros Capecchi – è stata la prima donna commentatrice tecnica del Giro d’Italia, al fianco di Francesco Pancani.

Giada, come ti senti ad essere la prima commentatrice tecnica del Giro d’Italia?

“Mi sento felice, quella del Giro è stata un’esperienza più unica che rara. Me la sono goduta è stato tutto bellissimo e non me lo sarei mai aspettata. Ad oggi mi sento di avere nel mio bagaglio un’esperienza in più.” 

Te lo aspettavi?

“Assolutamente no. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Il direttore Auro Bulbarelli me lo ha comunicato circa 20 giorni prima del Giro. Da quel giorno mi sono messa a leggere e studiare per cercare di essere il più preparata possibile.” 

Com’è nata l’idea di intraprendere questa carriera?

“E’ stato un caso. Quando ho smesso di correre nel 2014, Piergiorgio Severini è venuto a casa mia per farmi un’intervista di fine carriera e gli ho buttato lì l’idea nel caso in cui avesse avuto bisogno. Lui l’ha presa sul serio e nell’agosto 2015 mi ha chiamato per fare il commento tecnico della Coppa del Mondo femminile di Plouay. A casa mia poi si parla sempre di ciclismo, sono cresciuta guardando e praticando questo sport. Raccontare oggi le gesta dei ragazzi e delle ragazze è bellissimo, ma anche una grande responsabilità.” 

C’è qualche giornalista alla quale ti sei ispirata?

“Sicuramente Alessandra De Stefano. Sono cresciuta ascoltandola ed ammirandola. Ho un bel rapporto con lei, è una grande lavoratrice e studia tanto. Un esempio da seguire. E’ bello sapere che ci sono sempre più donne giornaliste che si stanno avvicinando a questo sport…” 

Qual è stato il momento più bello che hai raccontato in questa stagione?

“Tutte le tappe del Giro d’Italia sono state bellissime. La vittoria di Damiano Caruso mi ha emozionato particolarmente, veder vincere un gregario è qualcosa di straordinario.” 

E quello più complicato invece?

“La tappa di Cortina perché non avevamo le immagini perché l’elicottero non poteva salire e mancava ancora molto al traguardo. Per me quel momento è stato qualcosa di nuovo e di non semplice perché bisognava far capire al telespettatore a casa che cosa stesse succedendo in corsa. La mia fortuna è stata quella di avere al fianco Francesco Pancani che mi ha supportato nel migliore dei modi. E’ un grande maestro.” 

Com’è messo il ciclismo femminile italiano?

“Direi più che bene, abbiamo vinto tantissimo sia su strada che su pista. E’ un bel movimento e il gruppo ha lavorato bene. Ci sono molte atlete forti con caratteristiche differenti, e riescono a coniugare la strada con la pista. Più di così non potremmo volere.” 

Quanto è importante la multidisciplinarietà?

“Lo stiamo vedendo sempre di più quanto la multidisciplinare sia fondamentale. I primi tempi alternavo strada e pista, poi però ho dovuto scegliere e ho intrapreso la carriera su strada. In quel momento mi sono resa conto di quanto la pista sia importante anche per l’attività su strada. Un grazie va sicuramente ad Elia Viviani per aver portato la pista ai livelli di oggi. Credo che nei prossimi anni vedremo sempre più ragazzi alle prese con la multidisciplinarietà, senza dimenticare il ciclocross.” 

Cosa ti aspetti dalle nostre ragazze in vista di Parigi 2024? 

“Penso che potranno fare molto bene in pista, sono tutte giovani e hanno il giusto tempo per crescere e maturare. Covid permettendo, avranno anche un avvicinamento a Parigi diverso rispetto a quello di Tokyo in cui c’è stato il rinvio di un anno dei Giochi e una costante incertezza sullo svolgimento. Anche su strada però abbiamo una Nazionale forte.” 

Con Rizzato avete formato in questi anni una grande coppia che ha fatto crescere l’interesse anche nel movimento femminile… 

“Con Rizzato siamo coppia fissa al lavoro. Anche lui è molto bravo ed ha una grande passione per questo sport, aspetto fondamentale perché il ciclismo femminile ha bisogno di questo. Competenza e passione. Con lui mi sento sempre in una botte di ferro, sa sempre tutto e riesce a dare dei dettagli all’ascoltatore importanti per capire come gira il mondo del ciclismo femminile.” 

Quali saranno invece i tuoi prossimi programmi?

“Mi godo casa e l’inverno, ma non nascono che ormai anche nell’off-season bisogna rimanere costantemente aggiornati e un grande lavoro è svolto dalle testate on-line in cui c’è grande flusso di informazioni e notizie.” 

La prossima stagione sarai ancora ai microfoni Rai?

“Programmi al momento non ce ne sono, ma spero di sì.” 

Hai un sogno nel cassetto?

“Continuare a fare quello che sto facendo. Già adesso sto realizzando una parte del mio sogno: lavorare divertendomi. Se riuscissi ad andare avanti così per me sarebbe fantastico. Non chiedo altro.”