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ATP Finals, Alexander Zverev sconfigge Hubert Hurkacz e vola in semifinale! Strada sbarrata per Jannik Sinner

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Tutto da copione. Alexander Zverev (n.3 del mondo) batte il n.9 del ranking Hubert Hurkacz e accede alle semifinali delle ATP Finals di Torino. Serviva un successo al teutonico per staccare il biglietto da secondo nel Gruppo Rosso e il bersaglio è stato centrato con il punteggio di 6-2 6-4. Troppa la differenza tra i due tennisti, visto un Hurkacz in non perfette condizioni per via di un problema alla caviglia. E, dunque, niente da fare per Jannik Sinner che stasera affronterà il n.2 ATP Daniil Medvedev e, pur battendo il russo, non potrà qualificarsi al penultimo atto per aver disputato una partita in meno. Sarà quindi il tedesco a sfidare in semifinale il serbo (n.1 del mondo) Novak Djokovic.

PRIMO SET – Fin dal primo quindici si comprende che tra i due contendenti ci sia un livello diverso. Hurkacz si muove in maniera incerta e anche i suoi colpi in avanzamento, verso la rete, non sono come quelli soliti. Problemi alla caviglia che si vedono negli spostamenti e bravo a Zverev a colpire in maniera perentoria e senza sconti. Arrivano nei primi tre giochi due break che hanno tutti i crismi del dominio. Molto falloso il polacco, spesso con il timing sbagliato sulla palla. Il n.9 del mondo di orgoglio salva una palla break nel settimo gioco, cedendo poi nettamente sul 6-2 a Sascha in questa frazione.

SECONDO SET – Nel secondo parziale il rendimento al servizio di Hubert sale di livello e nello stesso tempo Zverev sbaglia qualche colpo in più. La frazione è decisamente più equilibrata, ma nella fase calda è il teutonico a interpretare meglio le fasi decisive. Nel settimo game sfiora il break e nel nono va a segno, provocando l’errore dell’avversario con una risposta profonda. Nel decimo gioco il tedesco fa calare il sipario sul 6-4, rimontando da 0-30.

La partita va in archivio con un 11 ace per parte, ma con Sascha che totalizza 22 vincenti e solo 8 errori non forzati, rispetto ai 20 di un Hurkacz lontano dalle sue migliori versioni.

Foto: LaPresse