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US Open 2021, Novak Djokovic in finale! Zverev superato al 5°, Medvedev ultimo scoglio per il Grande Slam

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Una vittoria dedicata a tutti coloro che avevano messo in dubbio la sua supremazia. Novak Djokovic è in finale dell’edizione 2021 dell’US Open, e ci arriva sconfiggendo il grande fantasma emerso in lui ad agosto, quell’Alexander Zverev che riuscì a batterlo alle Olimpiadi da sopra un set ed un break. Ci sono voluti cinque set per domare il tedesco, con il punteggio di 4-6 6-2 6-4 4-6 6-2 in tre ore e trentotto minuti, ma dando l’impressione di avere sempre la situazione sotto controllo. Il sogno Grande Slam è ancora vivo, e si concluderà come è iniziato: con la sfida contro Daniil Medvedev, replica del match degli Australian Open.

Il match è cominciato con un ritardo di una trentina di minuti, probabilmente per via dell’arrivo del presidente Biden in città per partecipare alle manifestazioni dedicate all’11 settembre. Ci si aspetta una partita bella ed emozionante, mentre invece viene caratterizzata da qualche errore di troppo, anche da parte di Nole che solitamente è uno che si contiene da questo punto di vista. Dopo sei giochi in cui il servizio la fa da padrone, il serbo salva una palla break nel settimo, ma va in tilt nel turno successivo, quando con quattro errori gratuiti ed un doppio fallo concede il break che dà a Zverev il primo set.

Scena già vista, quella di Djokovic che perde il parziale d’apertura. Pare quasi che la prima frazione gli serva per carburare, acquisire i dati necessari per carpire i punti deboli dell’avversario che ha di fronte per manipolarli a proprio piacimento. Dopo aver rischiato di beccarsi il break in apertura di frazione, è però lui ad ottenerlo, complice la prima di servizio del tedesco che va a farsi benedire: sul 3-0 il numero 1 al mondo appare rinfrancato e comincia a macinare gioco, mentre Zverev si lascia andare, perdendo 6-2 la seconda frazione.

La partita resta trascinata più dall’agonismo che dalla bellezza, e probabilmente sono i binari preferiti da Djokovic, che deve difendersi all’inizio della terza frazione. Nel primo game è chiamato subito agli straordinari annullando una palla break con un servizio vincente, ma se la vede brutta nel quinto gioco, quando con due errori si ritrova sotto 15-40 riuscendo a salvarsi per il rotto della cuffia. Il set pare avviarsi lentamente dalla parte di Zverev, ma nel decimo gioco il tedesco sbaglia tre dritti in fila ed è sotto 0-40. Due palle set vengono salvate, la seconda con uno scambio infinito da 53 colpi, ma alla terza Nole è un killer e va sopra 2-1.

L’oro olimpico è bravo a non mollare la presa e a rimanere convinto dei propri mezzi. Il ricordo della vittoria di Tokyo è ancora vivo nella sua mente e sa che un calo di tensione da parte del serbo, come accaduto in Giappone, può sempre arrivare. Ed in effetti Nole non sta giocando il suo miglior tennis, ritrovandosi a difendere due palle break da sopra 30-0; il tedesco ne approfitta con un siluro lungolinea che mette dalla sua parte la quarta frazione, chiusa senza troppi problemi.

Però Zverev, forse inebriato dal 2-2 o convinto di aver girato l’inerzia della partita a suo favore, compie l’errore che non bisogna mai fare contro uno come Djokovic: abbassa il livello di guardia e, di conseguenza, anche del suo gioco. Nel secondo game è subito in difficoltà, ed è lui stesso a concedere la chance a Nole con un doppio fallo e due errori di rovescio. Il numero uno al mondo se la gioca al meglio con la palla corta ed il passante che manda in visibilio l’Arthur Ashe Stadium e va sopra 3-0. Per il tedesco è la botta finale, subisce il break anche nel gioco successivo, diminuisce lo svantaggio sul 5-1 ma è solo una pia illusione, con la chiusura che arriva a stretto giro di posta.

Partita in cui i due hanno giocato non il loro tennis migliore, dicevamo. Forse Djokovic ha sentito la posta in palio, con ben 49 errori non forzati, un numero non da lui, a fronte dei 41 vincenti; per il suo avversario invece un leggermente più soddisfacente 49-50. Il numero 4 del tabellone non ha però saputo tenere a bada i doppi falli, otto quest’oggi, e ha sfruttato solo 3 delle 12 palle break a disposizione, mentre il serbo ha vestito i panni del chirurgo con un superbo 5/8.

Foto: LaPresse

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