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Formula 1

F1, tutte le vittorie della Ferrari nel GP d’Ungheria. Solo 7 successi, ma tutti da brividi

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Questo fine settimana andrà in scena il Gran Premio di Ungheria, undicesimo round del Mondiale 2021 di Formula Uno. Si gareggerà, come d’abitudine, all’Hungaroring, edificato nei pressi di Budapest. Sul tortuoso tracciato magiaro la Ferrari ha saputo togliersi diverse soddisfazioni di peso, quali successi strappacuore o, in anni di vacche grasse, addirittura la conquista matematica in piena estate di titoli iridati.

La prima affermazione della Scuderia di Maranello risale al 1989. Le qualifiche dicono malissimo al Cavallino Rampante, poiché Gerhard Berger realizza solo il sesto tempo e Nigel Mansell addirittura il dodicesimo. Una performance che, in linea teorica, rappresenta una sentenza di morte su un toboga come l’Hungaroring. Eppure la domenica cambia tutto, poiché dopo aver patito le pene dell’inferno con la mescola da qualifica, la 640 subisce una metamorfosi e si adatta a meraviglia agli pneumatici da gara. Mansell scatta a bomba ed è subito ottavo, quindi inizia pazientemente a risalire la china, aspettando sempre il momento più propizio per attaccare chi lo precede, recuperando poi rapidamente terreno quando ha pista libera di fronte a sé. Le sue gomme reggono benissimo la distanza, mentre quelle dei piloti McLaren soffrono tremendamente. Il britannico raggiunge, sorpassa e semina Prost, dopodiché si mette a seguire Senna come un’ombra, non lasciandolo respirare. Quando il brasiliano e l’inglese arrivano sulla Onyx di Johansson, che sta procedendo a rilento prima di ritirarsi, Ayrton ha una leggera esitazione. Nigel coglie l’attimo e lancia il suo attacco, scavalcando in contemporanea due monoposto grazie a uno spettacolare sorpasso a tre! Da lì, per “Il Leone” è una cavalcata trionfale sino al traguardo che corona una delle affermazioni più belle della carriera di Mansell. Passano nove anni prima di rivedere una Rossa trionfare, anche in questo caso sovvertendo un pronostico sfavorevole. È il 1998 e Michael Schumacher si trova terzo, dietro alle McLaren di Mika Häkkinen e David Coulthard. Allo scopo di sparigliare le carte, Ross Brawn decide di cambiare in corsa la strategia. Si passa da sue soste a tre. Pertanto, dopo il secondo pit-stop, Schumi diventa una furia e si mette a girare con un ritmo da qualifica, staccando una tornata veloce dopo l’altra per guadagnare sempre più terreno sulle Frecce d’Argento, impotenti di fronte al ritmo forsennato del tedesco. La mossa strategica si rivela vincente e Schumacher riapre la corsa al titolo iridato.

All’inizio del XXI secolo arriva la stagione della conquista matematica del Mondiale, sia esso piloti o costruttori. Nel 2001 la Ferrari realizza la sua prima doppietta di sempre, con Schumacher primo e Rubens Barrichello secondo. Grazie a questo successo, Schumi arpiona il suo 4° titolo iridato con quattro gare d’anticipo. In precedenza solo Nigel Mansell, nel 1992, aveva vinto un Mondiale così presto. Contemporaneamente la Ferrari mette le mani anche sulla classifica Costruttori. La proverbiale “ciliegina sulla torta” è rappresentata dal fatto che il tedesco arriva a quota 51 successi in carriera, eguagliando così Alain Prost e diventando il pilota con più affermazioni nella storia della Formula 1. Nel 2002 Schumacher ha già vinto matematicamente il suo 5° Iride, polverizzando qualsiasi record di precocità. Così a Budapest è Rubens Barrichello a brillare di luce propria. Il brasiliano realizza la pole position, parte meglio del tedesco e resta in testa dall’inizio alla fine. Le F2002 sono assolutamente devastanti e il Cavallino Rampante realizza un’altra doppietta, chiudendo matematicamente la corsa al Mondiale Costruttori per la seconda volta di fila. La medesima situazione si ripete per la terza volta in quattro anni anche nel 2004, con un’altra doppietta firmata da Schumacher e Barrichello.

Dopo questo periodo favoloso passa più di un decennio prima di assistere al sesto acuto della Scuderia di Maranello, giunto nel 2015. La stagione sta venendo dominata dalle Mercedes, che infatti monopolizzano la prima fila. Allo spegnimento dei semafori le Rosse sono però due fionde. Sebastian Vettel si pone al comando e Kimi Räikkönen guadagna la seconda posizione. Mentre Lewis Hamilton vive una giornata nera, commettendo un errore dopo l’altro, e Räikkönen inizia a soffrire di noie alla power unit, Vettel si difende arcignamente dagli attacchi di Nico Rosberg, il quale viene poi messo fuorigioco da un contatto con Daniel Ricciardo. Così Seb ha via libera verso la vittoria. Lo stesso Vettel si ripete nel 2017, quando però è in piena bagarre con Hamilton per la conquista del Mondiale. L’Hungaroring dice benissimo alla Ferrari, ma Vettel vede il suo sterzo finire fuori asse. Per andare dritto in rettilineo, deve piegare il volante verso sinistra! Nonostante patisca un evidente handicap, che genera forte sottosterzo nelle pieghe verso destra e viceversa enorme sovrasterzo in quelle verso sinistra, Seb resiste al comando sino alla bandiera a scacchi, conquistando una delle vittorie più belle e sofferte della sua carriera da ferrarista. Räikkönen conclude secondo, completando così la doppietta delle Rosse.

I NUMERI DELLA FERRARI NEL GP D’UNGHERIA (35 EDIZIONI)
VITTORIE: 7
3 Michael Schumacher (1998, 2001, 2004)
2 Sebastian Vettel (2015, 2017)
1 Nigel Mansell (1989)
1 Rubens Barrichello (2002)

POLE POSITION: 8
6 Michael Schumacher (1996, 1997, 2000, 2001, 2004, 2005)
1 Rubens Barrichello (2002)
1 Sebastian Vettel (2017)

GIRI PIU’ VELOCI: 9
3 Michael Schumacher (1998, 2002, 2004)
3 Kimi Räikkönen (2007, 2008, 2016)
2 Felipe Massa (2006, 2011)
1 Nigel Mansell (1989)

PODI: 25
1989 Nigel Mansell (1°)
1993 Gerhard Berger (3°)
1995 Gerhard Berger (3°)
1998 Michael Schumacher (1°)
1999 Eddie Irvine (3°)
2000 Michael Schumacher (2°)
2001 Michele Schumacher (1°), Rubens Barrichello (2°)
2002 Rubens Barrichello (1°), Michael Schumacher (2°)
2004 Michael Schumacher (1°), Rubens Barrichello (2°)
2005 Michael Schumacher (2°)
2007 Kimi Räikkönen (2°)
2008 Kimi Räikkönen (3°)
2009 Kimi Räikkönen (2°)
2010 Fernando Alonso (2°)
2011 Fernando Alonso (3°)
2014 Fernando Alonso (2°)
2015 Sebastian Vettel (1°)
2017 Sebastian Vettel (1°), Kimi Räikkönen (2°)
2018 Sebastian Vettel (2°), Kimi Räikkönen (3°)
2019 Sebastian Vettel (3°)

I PRECEDENTI DEI PILOTI FERRARI A BUDAPEST
CHARLES LECLERC
2018 (SAUBER) – Ritirato
2019 (FERRARI) – 4°
2020 (FERRARI) – 11°

CARLOS SAINZ Jr.
2015 (TORO ROSSO) – Ritirato
2016 (TORO ROSSO) – 8°
2017 (TORO ROSSO) – 7°
2018 (RENAULT) – 9°
2019 (MC LAREN) – 5°
2020 (MC LAREN) – 9°

Foto: La Presse

 

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