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America’s Cup, James Spithill suona la carica: “Dai c**** boys”. Luna Rossa crede nella rimonta!

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Luna Rossa è scossa, ha incassato un pesantissimo uno-due, si trova costretta a inseguire ma non si arrende e vuole crederci fino all’ultimo. Questo lunedì è stato drammatico per l’equipaggio italiano, sconfitto da Team New Zeland nelle due regate odierne di America’s Cup. Team Prada Pirelli ora è in svantaggio per 3-5 nella serie che assegna il trofeo sportivo più antico al mondo, ma non ha ancora alzato bandiera bianca e vuole credere in una fantasmagorica reazione. I Kiwi sono a due successi dalla conquista della Vecchia Brocca, il sodalizio tricolore deve cercare di recuperare lo svantaggio e non ha praticamente più margini di errore.

I ragazzi dello skipper Max Sirena hanno sbagliato un po’ troppo, incappando in un errore tattico in gara-7 e finendo in un salto di vento in gara-8, sempre dopo essersi trovati in vantaggio vincendo le partenze. Luna Rossa paga qualcosa in termini di velocità agli avversari, ma con tanto cuore ha tenuto botta nelle prime tre giornate nella baia di Auckland ed era riuscita a chiudere in parità (3-3), tra l’altro sciupando qualche occasione. Il tutto con il tanto sospirato vento leggero, che doveva essere un vantaggio e che invece risulta gradito anche ai padroni di casa.

L’ordine di squadra è molto chiaro: non mollare, crederci fino alla fine e tentare il tutto per tutto. A partire da stanotte quando, meteo permettendo, si disputeranno gara-9 e gara-10. Bisogna imporsi in almeno una prova per tenere aperti i conti. James Spithill, co-timoniere di Luna Rossa insieme a Francesco Bruni, ha vinto due America’s Cup (2010 e 2013), tra l’altro rimontando da 1-8 nella seconda occasione (proprio come Team New Zealand).

II fuoriclasse australiano è stato molto chiaro in un post pubblicato sul suo profilo Instagram subito dopo il doppio ko odierno. Tre semplici parole, ma molto chiare. Perfette per suonare la carica: “Dai C**** boys!“. Tra l’altro il velista non scriveva un post da sei giorni e non è un assiduo frequentatore dei social, dunque ogni pubblicazione ha un peso specifico maggiore. Non c’è bisogna di traduzione, ora bisogna soltanto provarci contro la corazzata di Peter Burling.

 

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Foto: COR 36 | Studio Borlenghi – America’s Cup

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