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“Pokljuka 2021: per l’Italia con 3 medaglie e 1 oro si potrà parlare di Mondiale riuscito” ‘Bersaglio Mobile’ con Renè Laurent Vuillermoz

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Il massimo circuito del biathlon si appresta ad affrontare il momento culmine della propria stagione, ovvero i Mondiali di Pokljuka, che si disputeranno dal 10 al 21 di febbraio. Oltre a conferire le medaglie iridate, le competizioni sotto egida Ibu assegnano punti anche per la classifica generale di Coppa del Mondo, a differenza di quanto avviene nelle discipline di area Fis. Si tratterà, dunque, del momento cruciale dell’intera stagione. Cosa ci si può aspettare dall’Italia? E quali sono le caratteristiche dell’impianto sloveno? Andiamo a scoprirlo in compagnia dell’ex biathleta azzurro René Laurent Vuillermoz nell’ottava puntata di “Bersaglio Mobile”, la rubrica di approfondimento e analisi dedicata alla disciplina.

Partiamo dal contesto in cui si gareggerà, ovvero Pokljuka. Quali sono le caratteristiche dell’impianto?
“Pokljuka è una pista tecnica con belle salite, ma soprattutto belle discese, le quali però sono abbastanza nervose e difficili da gestire per la condizione della neve. Quindi, in discesa si può recuperare, ma bisogna comunque lavorare costantemente e il segreto è quello di sfruttare al meglio i pochi punti dove si può davvero rifiatare. Per assurdo, il tratto dove si può recuperare maggiormente è quello che porta al poligono, ma rilassarsi troppo in quel frangente sarebbe rischiosissimo, perché si potrebbe mandare in crisi la propria meccanica di tiro”.

Puoi spiegare meglio quest’ultimo concetto, focalizzandoti anche sulle caratteristiche del poligono?
“È un poligono relativamente facile, perché vi si arriva in discesa. Proprio per questo bisogna attaccarlo, senza aver paura di lavorare anche a ridosso delle piazzole. Infatti il pericolo maggiore è quello di sparare con un ritmo cardiaco troppo basso. Se le pulsazioni sono ridotte rispetto alle abitudini, allora i meccanismi di tiro acquisiti possono andare in crisi. C’è poi l’incognita del vento. A Pokljuka è raro che l’aria dia fastidio, ma quando succede si tramuta in un rompicapo a seconda della direzione da cui arriva. Speriamo ci siano condizioni regolari, altrimenti non mi stupirei di vedere qualche risultato un po’ anomalo”.

Saranno gli uomini ad aprire le danze, quindi direi di cominciare da loro. In sintesi, quali sono le tue aspettative sulla squadra azzurra maschile?
“Secondo me l’unico con concrete possibilità di medaglia è Hofer, se la schiena lo lascia in pace, per gli altri è molto più difficile. Sulla base di quanto si è visto sinora in stagione, non si può considerare Windisch una carta da podio. L’unica speranza è che il trend positivo di gennaio possa proseguire e, al tempo stesso, Dominik riesca a tirare fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro. Chissà, magari sarà ancora in grado di stupirci. Riguardo Bormolini, per lui l’obiettivo massimo è di riuscire a chiudere nella top-ten. Per quanto concerne Bionaz e Giacomel, al momento loro devono solo fare esperienza. Però su questi due voglio sbilanciarmi e dico che, a mio modo di vedere, i ragazzi del 2000 potranno essere da medaglia già alle Olimpiadi dell’anno prossimo”.

Entriamo più nello specifico. Secondo te qual è la gara dove Hofer ha più possibilità di salire sul podio?
“L’inseguimento, perché è il format dove generalmente riesce a limare meglio i tempi d’esecuzione al poligono. È chiaro che molto dipende dal risultato della sprint, ma se dovesse chiuderla tra il quinto e l’ottavo posto, allora si potrebbe sognare. Speriamo che venerdì Lukas riesca a costruirsi una solida base, dopodiché potrà andare all’assalto della medaglia nella giornata di domenica”.

Sinceramente mi stupisce che tu non abbia detto la 20 km…
“Temo che per Hofer sia più difficile andare a podio nell’individuale di quanto non lo sia nell’inseguimento. Oh, sia chiaro, Luki lotterà per le medaglie in ogni format. Però, se mi chiedi quello dove ha più possibilità, io non indico la 20 km e ti spiego perché. Nell’individuale ci sono atleti che, se si mettono in testa di fare quattro zeri, sono capaci di farli. Per Hofer è più complicato trovare lo shoot-out e per questo la 20 km non è la mia prima scelta”.

Capitolo staffetta, come vedi quella maschile? La medaglia è fattibile?
“Sì, ma se a noi tutto gira benissimo e contemporaneamente a qualcun altro gira male! Secondo me in questo momento ci sono cinque squadre più forti dell’Italia, ovvero Norvegia, Francia, Germania, Russia e Svezia. Quindi, se il quartetto azzurro si dovesse attestare tra il quarto e il sesto posto, avrebbe disputato una gara in linea con le proprie potenzialità. La medaglia non è impossibile, ma è difficile. Andarsela a prendere sarebbe un sogno”.

Passiamo alle donne. Sbaglio se dico che tutte, ma proprio tutte, le speranze di medaglia sono concentrate su Wierer?
“Allora, come disse quel calciatore ripreso da ‘Mai dire gol’, sono completamente d’accordo a metà! Dorothea sicuramente è la nostra punta di diamante e partirà per salire sul podio in ogni gara. Però io continuo a sperare che Lisa possa sbloccarsi sia fisicamente che psicologicamente. Pokljuka è un posto che le piace e questo potrebbe aiutarla a ritrovare determinate sensazioni. Nel qual caso, avremmo due carte da medaglia e non solo una”.

Se dovessi chiederti qual è la gara con più possibilità di podio, tu cosa mi risponderesti?
“Te ne indicherei due. L’inseguimento e l’individuale. Sia Dorothea che Lisa, se dovessero entrare nelle dieci nella sprint, potranno tranquillamente ambire alla medaglia nell’inseguimento. Per la prima questa prospettiva è una certezza, per la seconda una speranza. Poi, nella 15 km, c’è poco da dire. Lì se non si sale sul podio, sarebbe una delusione. Anzi, non voglio dire che si resterà delusi se non si dovesse vincere, però ci giochiamo tanto in quella gara”.

Capitolo staffetta, quali sono le prospettive?
Ho letto che tu hai dato tre stelle. Secondo me sei molto ottimista, io faccio fatica a vedere il quartetto azzurro competitivo per salire sul podio. Ci manca qualcosa e in un Mondiale le possibilità di andare a medaglia sono davvero pochissime, a meno che non si sia in grado di sfruttare in qualche modo condizioni particolari. Personalmente, darei due stelle a questa prova. Si parte per un piazzamento, ma la medaglia sarebbe un mezzo miracolo”.

Passiamo alle gare miste, verso le quali sicuramente l’Italia ha grandi aspettative. Quest’anno, per la prima volta, avremo l’inversione dei sessi. Quindi cominceranno gli uomini e chiuderanno le donne. Per gli azzurri è un vantaggio o uno svantaggio? E quali sono le prospettive?
“Non sono così convinto che per l’Italia l’inversione dei sessi sia un vantaggio. Per esempio, in staffetta, fra gli uomini si fa in fretta a perdere il treno. Quindi, basta una ricarica in più e si rischia di lasciare sul piatto quei dieci/dodici secondi che creano un buco difficile da chiudere. Se devi inseguire, è tutto più complicato. Comunque, è giusto aspettarsi una medaglia, perché in questa gara la prendiamo ininterrottamente dal 2018. Riguardo la prova a coppie, abbiamo due eccellenze. Dorothea non ha bisogno di presentazioni, mentre Lukas raramente stecca in una competizione del genere. È chiaro che con i migliori del mondo in ogni nazione ci sarà tantissima densità al vertice, però ci giocheremo le nostre carte alla pari con tutti”.

Adesso ti faccio la domanda ‘Lorella Cuccarini’, ovvero la domanda più amata dagli italiani. Quale composizione per le staffette? Partiamo dai maschi.
[René sbuffa, poi impreca] “Che p… questa domanda! Vabé dai, faccio il bravo e ti rispondo. Tra gli uomini vediamo come vanno le gare dei Mondiali. Secondo me l’unico certo del posto è Hofer, dopodiché si decideranno gli altri tre sulla base dei risultati delle gare precedenti”.

Troppo facile così, voglio anche l’ordine dei frazionisti!
[Sospiro rassegnato da parte di Renè] “La collocazione naturale di Bormolini è il lancio, dove spesso ha fatto vedere belle cose. In seconda metterei un 2000, quindi Hofer in terza e Windisch in quarta. Se, però, si dovesse decidere di schierare entrambi i ‘bocia’, le cose cambierebbero. Se dovesse restare fuori Thomas, allora Bionaz sarebbe una valida alternativa in prima frazione, perché sa gestire bene lo sforzo e sa stare nella sua bolla al tiro. Se invece dovesse capitare che sia Dominik a non trovare spazio, allora Hofer andrebbe messo in ultima, perché quest’anno ha dimostrato di essere estremamente competitivo anche nei giri conclusivi.

Spostiamoci al settore femminile. La tua opinione sulla composizione della staffetta qual è?
“Alla luce del livello attuale del nostro quartetto, mettere Lisa al lancio ha assolutamente senso. Schiererei Dorothea a chiudere, mentre deciderei le frazioniste centrali sulla base dei risultati delle gare di Pokljuka”.

Chiudiamo con la domanda da un milione di dollari. Se ti dovessi chiedere quale bottino aspettarci da Pokljuka 2021, cosa mi risponderesti?
“Sappiamo quanto abbiamo raccolto a Östersund 2019 e Anterselva 2020, però non si può pretendere di ripetere per forza di cose quanto fatto nell’ultimo biennio, soprattutto considerando come la squadra femminile stia attraversando quello che mi pare un inverno di transizione. Dunque, sarebbe sbagliato avere aspettative troppo elevate. Secondo me, se dovessero arrivare 3 medaglie sarebbe un ottimo bottino e si potrebbe parlare di Mondiale riuscito. Se poi dovesse esserci anche un oro, sarebbe la più classica delle ciliegine sulla torta”.

Allora aggiungo un ultimo quesito, con il rischio di farmi mandare al diavolo. Qual è la gara con più possibilità di vedere un oro azzurro?
“Senza dubbio l’individuale femminile”.

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Foto: La Presse

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