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Biathlon, i numeri di Dorothea Wierer: l’azzurra può cambiare marcia nel 2021. Il tiro è un’arma sempre più magica

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Con il sopraggiungere del nuovo anno solare, anche la Coppa del Mondo di biathlon si appresta a voltare pagina, lasciandosi alle spalle il primo mese di competizioni e rilanciandosi verso le tre tappe di gennaio che precederanno il Mondiale di Pokljuka. Nel settore femminile ad avere la partenza più convincente sono state soprattutto in tre, la classe 1996 svedese Hanna Oeberg e la coppia norvegese Tiril Eckhoff, Marte Roeiseland, tutte per motivi diversi. Se l’ultima citata è stata senza dubbio la più regolare ai vertici nell’arco delle quattro tappe disputate e meritatamente indosserà a Oberhof il pettorale giallo con 415 punti in tasca, le altre due hanno però dato i migliori segnali in termini di “dominio situazionale”, visto che nel doppio appuntamento in Finlandia Oeberg (e con lei tutto il team svedese) sembrava davvero ingiocabile e Hochfielzen si è confermata poi la casa adottiva di Eckhoff, uno stadio magico in grado di esaltarne al massimo l’enorme potenziale.

Dopo due sfere di cristallo consecutive, Dorothea Wierer è invece partita più lentamente, ferma a 304 punti e quindi già oltre le 100 lunghezze di distacco dalla testa. L’altoatesina è solita partire molto forte in dicembre, guadagnare terreno e poi gestire nella seconda parte della stagione, mentre in questo inverno ciò è stato chiaramente impossibile sin dal principio, con i problemi consistenti di preparazione di tutto il gruppo italiano tra ottobre e novembre. Nonostante questo, la nuova stagione si è aperta e chiusa con due grandi soddisfazioni per Wierer, capace di trionfare con autorità nella 15 km inaugurale di Kontiolahti e tornare sul podio nella mass start austriaca che ha chiuso il 2020.

Come si può analizzare dunque questo primo scorcio di inverno per la nostra punta di diamante? A conti fatti si è trattato di un mese di gare positivo, iniziato con il botto e poi trasformatosi in un tormentato percorso per ritrovare lentamente la condizione. Il bilancio complessivo recita una vittoria e due podi, già citati, che si affiancano ad altre tre top ten nelle nove prove individuali completate.

Un 5/9 chiaramente non esaltante e il passo sugli sci, riportando il dato fornito dall’IBU, è stato naturalmente il principale motivo delle difficoltà affrontate, con un -2% rispetto alla media del circuito che rappresenta un ritorno alla situazione del 2017, in calo rispetto al -3% del 2018 e al -4% del 2019. L’impressione è che naturalmente questo elemento possa essere incrementato sin da Oberhof, dove Dorothea potrà tornare a sfruttare la sua encomiabile qualità al tiro per mettere tanta pressione alle principali rivali. Al contrario, infatti, la parte con la carabina ha visto l’azzurra fare un salto di qualità enorme rispetto al passato, portandosi addirittura al di sopra della quota 90% sia tenendo conto delle staffette che delle sole prove individuali (91,4%). L’evoluzione maggiore si è vista soprattutto a terra, visto che Wierer può vantare un incredibile 95,7% (67/70) con i tre errori che sono arrivati tutti nelle due sprint di Kontiolahti. Da quel momento l’azzurra è stata sostanzialmente infallibile, mantenendo ottime percentuali anche in piedi (87,1%) che le hanno permesso di limitare i danni al massimo, soprattutto nei format sui quattro poligoni.

Il 90% al tiro è una soglia “ideale” al quale la veterana azzurra si è sempre posta l’obiettivo di arrivare, e dunque al momento potrebbero anche esserci i presupposti per vedere in pista la migliore Wierer di sempre non appena le gambe cominceranno a girare al massimo. Già nel recente World Team Challenge, seppur esibizione, le sensazioni lasciate sono state positive e non è dunque utopistico guardare al 2021 con fiducia anche in ottica di una possibile rimonta da lontano. L’obiettivo principale tuttavia rimangono senza dubbio i Mondiali di febbraio in Slovenia, che potrebbero arrivare nel momento perfetto per il picco di condizione.

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Foto: LaPresse

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