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Editoriali

Sci alpino, sta nascendo l’Italia di Paris e Vinatzer. Ma che problema i ricambi…

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Il primo scorcio della stagione di Coppa del Mondo di sci alpino ha messo in luce un’Italia disperatamente aggrappata alle proprie punte in campo maschile. Nella velocità non si può fare a meno di Dominik Paris, in slalom sono bastate due gare per comprendere come la selezione tricolore sia destinata a diventare dipendente da Alex Vinatzer. Discorso diverso per il gigante…

Bormio ci ha restituito un Dominik Paris all’80%. Non ancora al massimo della forma, ma come potrebbe esserlo? Si è rotto un crociato, ha rimesso gli sci in estate, è normale che certi automatismi vadano ritrovati gradualmente. Al momento l’altoatesino è già tornato competitivo ai massimi livelli in discesa, in superG invece manca qualcosa ed è probabile che per rivederlo competitivo anche in questa specialità dovremo attendere la prossima stagione. Paris non ha mai avuto paura dopo l’infortunio, questo lo si è compreso sin dalla prima gara in Val d’Isere. Ciò che mancava era la sicurezza. Il quarto posto odierno va considerato un vero e proprio nettare per l’anima, perché restituisce convinzione nei propri mezzi. Paris è tornato a sorridere, consapevole non solo che il periodo buio è alle spalle, ma anche di poter tornare davvero quello di prima, cosa mai scontata dopo un grave infortunio. Se Wengen è una pista storicamente poco amata dal campione del mondo in carica di superG, ci aspettiamo invece che possa lottare per la vittoria sulla mitica Streif di Kitzbuehel, dove peraltro ha già vinto quattro volte (3 in discesa e 1 in superG). I prossimi 40 giorni saranno fondamentali per acquisire ancor più fiducia e fluidità in vista del grande obiettivo stagionale: i Mondiali di Cortina.

Nei primi due appuntamenti in Alta Badia e Madonna di Campiglio, Alex Vinatzer ha espresso delle qualità che sin da ora gli consentono di collocarsi tra i migliori interpreti mondiali dello slalom. Sono maturati un quarto ed un terzo posto: la prima vittoria è sfumata solo a causa delle pessime condizioni delle piste sia sulla Gran Risa sia sulla 3-Tre, quando i migliori dopo la prima manche sono stati danneggiati in maniera notevole dal regolamento dell’inversione dei 30. Classe 1999, l’altoatesino è il più giovane tra i big della disciplina. Ha tutto: fisico statuario, potenza, tecnica, esplosività, reattività ed una sciata moderna. Peraltro è un ragazzo molto serio e con una mentalità vincente: nei prossimi anni potrebbe dar vita ad una rivalità straordinaria con il francese Clement Noel, stella dei rapid gates che sinora ha vissuto un avvio di stagione travagliato. Pian piano Vinatzer inizierà a puntare con maggiore decisione anche sul gigante: qualora diventasse competitivo tra le porte larghe, allora tra qualche anno si potrebbero cullare anche ambizioni intriganti in ottica classifica generale. In primis dovrà però vincere e consolidarsi in slalom, dimostrando anche di sapere reggere la pressione nei grandi appuntamenti da gara secca.

Sta nascendo dunque (o forse sarebbe più corretto dire che è nata) l’Italia di Dominik Paris ed Alex Vinatzer. Un fuoriclasse già affermato ed un giovane rampante che studia da campionissimo. Al momento il convento offre poco altro. Preoccupa a dismisura il settore della velocità. I veterani Christof Innerhofer e Matteo Marsaglia garantiscono ancora un buon livello, ma i segnali provenienti dalle nuove leve non inducono all’ottimismo, almeno nell’immediato. L’Italia, a differenza di compagini come Svizzera, Norvegia ed Austria, non riesce a beneficiare di un continuo ricambio generazionale. Una storia peraltro già vista, se pensiamo agli anni non entusiasmanti post-Valanga Azzurra o all’era successiva al ritiro di Alberto Tomba. Il settore del gigante sta vivendo da troppi anni una crisi profonda, anche se siamo convinti che il cavallo pazzo Luca De Aliprandini sia in grado in qualsiasi momento di pescare il jolly: deve solo riuscire, almeno una volta in carriera, a disputare due manche perfette. Chissà che non possa riuscirci proprio nell’occasione giusta.

La speranza è che in un futuro non troppo lontano, auspicando che Paris prosegua fino alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026, possa diventare un’Italia a tre punte. Un prospetto che lascia ben sperare è Giovanni Franzoni, ragazzo di 19 anni che si sta facendo le ossa in Coppa Europa, dove ha ottenuto sinora due podi. Il nativo di Manerba del Garda possiede una prerogativa che raramente si è vista alle nostre latitudini: va forte in tutte le specialità, dalla discesa allo slalom, con una preferenza per gigante e superG. Insomma, un vero e proprio polivalente, sebbene ancora completamente da svezzare. Vista la penuria di giovani, occorrerà coltivarlo con grande cura. Nel frattempo toccherà a Paris e Vinatzer inseguire podi e vittorie già a partire dal 2021.

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Foto: Lapresse

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