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PREMIO OA SPORT 2020: il ritorno di Mike Tyson. Una storia di riscatto nell’anno della pandemia

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Mike Tyson ha vinto la quinta edizione del Premio OA Sport. Il celeberrimo pugile, icona indiscussa della boxe mondiale negli ultimi 35 anni, succede all’allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic, al ginnasta Marco Lodadio, al fondista Federico Pellegrino e al tiratore Giovanni Pellielo che si erano imposti negli anni passati. La nostra redazione consegna il prestigioso riconoscimento a Iron Mike con la seguente motivazione: “Per essere stato d’ispirazione durante la pandemia, fermando il tempo e ritornando in scena per aiutare le persone in difficoltà”.

“Combatto per il futuro delle altre persone, in un modo umanitario: questa è la volontà di Dio“. Sono state queste le dichiarazioni clou che Mike Tyson ha rilasciato in occasione del suo grandissimo ritorno sul ring a 54 anni suonati, a 15 stagioni di distanza dall’ultima volta. Allo Staples Center di Los Angeles ha affrontato Roy Jones Jr. in un incontro di esibizione (terminato in parità), regalando ancora una volta spettacolo e portando a casa una borsa economica di lusso (la cifra non è mai stata pubblicata in maniera ufficiale, ma si stima che possa essere stata attorno ai 20 milioni di dollari).

Rivedere Iron Mike sul ring è stato come fermare la clessidra e ritornare nel passato, è stata la manifestazione vivente di un tempo che non c’è più e che in maniera vellutata ci manca nel nostro quotidiano. Uno dei pugili più iconici della storia dominava le scene nella seconda parte degli anni ’80, vinse il suo primo Mondiale nel 1986 e poi unificò tre cinture difendendole fino al 1990. Era un mondo meno frenetico, in cui era eretto ancora il Muro di Berlino e in cui la contrapposizione tra USA e URSS erano ancora ben viva. Era un mondo in cui le comunicazioni erano lontane anni luce da quelle odierne e in cui l’atmosfera era più sognante, più ovattata, più spensierata. Un contesto in cui anche i rapporti umani erano ben più vivi rispetto a quelli attuali (indipendentemente dall’emergenza sanitaria).

Riammirare il rinominato King Kong con i guantoni ai pugni ci ha riportato a quei momenti: per una ventina di minuti non è sembrato di essere nel 2020, ma in quel passato tanto lontano, in cui Mike Tyson era uno degli sportivi più noti a livello globale. Ed è così ancora oggi: il ritorno sulle scene del fenomeno statunitense, a quindici anni di distanza dall’ultima volta, ha richiamato l’interesse non soltanto degli appassionati della nobile arte, ma anche di chi semplicemente si ricordava di questa icona, capace di fare parlare di sè non soltanto per le gesta sul quadrato ma anche per la sua vita sopra le righe.

Un uomo che ha fermato il tempo e che è tornato a risplendere a 54 anni suonati, dopo un’assenza infinita, con un fisico scolpito e performante, ben lontano da quello di qualsiasi ultra cinquantenne. Non è soltanto uno sportivo, ma un uomo che ha segnato la cultura popolare ed è diventato un mito. Uno dei dieci atleti più influenti degli ultimi trent’anni. Sul ring è stato e resta un’icona indelebile, qualcosa che non può essere scalfito dalla sua vita sregolata. E ha un cuore grande: è in missione divina, come ha dichiarato, perchè è Dio stesso a chiedergli di combattere in modo da devolvere in beneficenza gli incontri delle sue contese. Ed è per questo che merita il premio speciale di OA Sport per il 2020.

ALBO D’ORO PREMIO OA SPORT:

2016 – Giovanni Pellielo (Italia, tiro a volo)

2017 – Federico Pellegrino (Italia, sci di fondo)

2018 – Marco Lodadio (Italia, ginnastica artistica)

2019 – Sinisa Mihajlovic (Serbia, calcio)

2020 – Mike Tyson (USA, boxe)

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Foto: Lapresse/Olycom

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