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Il 2020 del tennis femminile italiano. Qualche segnale di crescita dalle giovani, Camila Giorgi non brilla

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Un 2020 a due facce per il tennis italiano. Abbiamo parlato più volte di come il movimento maschile stia crescendo esponenzialmente, con ben otto giocatori fra i primi cento al mondo e talenti che possono essere enormi protagonisti degli anni a venire. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: dopo anni a fare da traino, il tennis femminile azzurro sta vivendo delle stagioni oscure. Anche se in questo 2020 è arrivato qualche bagliore di luce che fa ben sperare da alcune giovani virgulte.

Elisabetta Cocciaretto è la più splendente di queste. La sua classifica è in continua ascesa e, da adolescente quale è ancora (compirà 20 anni il prossimo 25 gennaio), ha ottenuto alcuni risultati di rilievo, come la prima partecipazione ad uno Slam in Australia e le prime vittorie nel circuito, prendendosi lo scalpo, tra le altre, di Donna Vekic (primo successo contro una top 30) e con Nadia Podoroska, poi semifinalista al Roland Garros, a Praga, dove ha disputato la prima finale WTA della carriera. Dietro di lei, due 17enni come Lisa Pigato ed Eleonora Alvisi, riuscite nell’impresa di vincere l’edizione di doppio juniores dell’ultimo Roland Garros, emulando dopo 21 anni l’impresa compiuta da Flavia Pennetta e Roberta Vinci. E con il sogno nel cassetto di seguire le loro orme in futuro, magari replicando la finale di uno Slam tutta italiana…

Un capitolo a parte lo merita Martina Trevisan. Dopo anni di lotta nei bassifondi del circuito, il 2020 è stato probabilmente il suo anno migliore e ricco di prime volte: prima finale della carriera (in doppio con la Cocciaretto) e prime volte nei tabelloni principali degli Slam, con i quarti al Roland Garros impreziositi dal successo con Kiki Bertens, primo scalpo da top 10 della tennista toscana. Il suo gioco può essere fastidioso per tantissime interpreti del circuito, ora sta a Martina compiere il passo più difficile: confermarsi.

Chi non ha completamente rispettato le attese è Camila Giorgi. La ventinovenne di Macerata è pur sempre tornata la numero 1 d’Italia, concludendo il suo anno al numero 75 al mondo e tornando a disputare una semifinale dopo due anni a Palermo. Ma quando si parla di lei resta sempre quella sensazione di amaro in bocca, tesi supportata dal talento di cui dispone e dai risultati non propriamente esaltanti da colei che doveva essere la portabandiera del nostro movimento in questi anni. Alla soglia dei trent’anni, dovrà decidere cosa dover fare da grande.

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Foto: Lapresse

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