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Tokyo 2020: niente quarantena per gli atleti. Ma ai tifosi sarà chiesto… di urlare meno!

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Novità in vista per Tokyo 2020. Atleti, tecnici e membri delle rappresentative nazionali che prenderanno parte ai Giochi (23 luglio-8 agosto 2021) non dovranno sottoporsi a una quarantena di due settimane dopo l’arrivo in Giappone.

La decisione è stata presa nel corso della riunione svoltasi oggi fra autorità locali, del governo nazionale e il comitato organizzatore dei Giochi. Lo ha riferito il Ceo del comitato, l’ex governatore della Banca del Giappone, Toshiro Muto, il quale ha anche precisato che tutte queste persone dovranno obbligatoriamente sottoporsi a test per il Covid-19 “entro 72 ore prima del loro arrivo sul suolo nipponico. Atletici, tecnici e dirigenti che saranno ‘eleggibili’ per i Giochi di Tokyo- ha detto Muto nel corso di una conferenza stampa al termine della riunione – avranno il permesso di entrare nel paese, ma solo se avranno rispettato delle significative misure di prevenzione e sicurezza prima del loro arrivo in Giappone“.

A tutti i partecipanti ai Giochi e ai loro staff verrà anche chiesto di evitare l’uso dei mezzi pubblici, limitando gli spostamenti dai campi di gara e dal villaggio olimpico e, nel caso, di farli solo a bordo dei mezzi ufficiali dei Giochi. Quanto invece a coloro che arriveranno dall’estero come tifosi e spettatori, una decisione definitiva non è stata ancora presa, ma “sarebbe impossibile sottoporli tutti a quarantena. Molto dipenderà – è stato sottolineato – da come evolverà la situazione nei prossimi mesi“. “Nella primavera del prossimo anno – ha spiegato Muto – elaboreremo un piano sugli spettatori, compresi i non giapponesi, ma sarà impossibile mettere in quarantena tutti gli stranieri. Quindi per loro saranno necessari test (tamponi n.d.r.) prima e dopo l’arrivo qui“.

E’ possibile anche che a queste persone venga imposto di scaricare un app che renda possibile il tracciamento dei loro spostamenti in Giappone. Questo piano di prevenzione e le misure che si vogliono adottare saranno oggetto di discussione con il presidente del Cio Thomas Bach, che arriverà a Tokyo nei prossimi giorni: sono già in programma delle riunioni per il 16 e 17 prossimi.

Il piano che verrà sottoposto al massimo dirigente dello sport mondiale prevede anche della raccomandazioni per gli spettatori, per i quali sarà obbligatorio l’uso della mascherina, e ai quali verrà chiesto di limitare le manifestazioni di entusiasmo e di gridare e fare cori. Il tutto per evitare la ‘sospensione’ nell’aria di gocce di saliva che possono trasmettere il virus. A ogni regola, e al codice di comportamento, dovranno sottostare anche i volontari, mentre a un miglio (cica 1600 metri) di distanza da ogni impianto verranno collocate delle barriere per scaglionare gli accessi e perché lì verrà fatto il controllo della temperatura e verrà imposto di detergersi le mani con il gel.

Regole speciali anche per il passaggio della torcia olimpica nelle varie località, che verranno definite a dicembre. Al massimo all’inizio di aprile il Col garantisce che verrà stabilita la capienza di ogni impianto, in modo da stabilire le modalità di eventuali rimborsi dei biglietti se ci saranno delle limitazioni. Attualmente in Giappone è possibile riempire stadi e arene varie fino al 50% della capienza, e sarà così fino al prossimo febbraio, ma ci saranno test con l’80% delle presenze in occasioni di partite di baseball (lo sport di squadra più popolare nel paese) a Tokyo e Yokohama. Da questo dipenderà la decisone sulle presenze negli impianti dell’Olimpiade.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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