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MotoGP, Andrea Dovizioso: “Mi dà sui nervi non poter lottare per il titolo, non siamo stati bravi a scegliere la giusta direzione tecnica”

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Andrea Dovizioso si sta apprestando a disputare le ultime tre gare del suo Mondiale MotoGP 2020, nonché le ultime tre della sua avventura in Ducati. Un rapporto che il romagnolo contava di chiudere in maniera migliore, sportivamente ed umanamente parlando. Da un lato il team ed il pilota forlivese sono ormai in una sorta di “armistizio” mentre dal punto di vista di risultati e sviluppo della moto, si può tranquillamente affermare come la scuderia di Borgo Panigale abbia fatto acqua da tutte le parti con il progetto GP20. Una moto nata male e, come si è visto, proseguita anche peggio per colpa di un rapporto nullo, o quasi, con le nuove gomme Michelin, ed una guidabilità che si è rivelata un rompicapo per il classe 1986.

Una stagione che è vissuta nell’incertezza assoluta senza il dominatore Marc Marquez, con tanti pretendenti al titolo e marchi pronti a vincere gara dopo gara. Andra Dovizioso prova a dare la sua spiegazione su questo campionato così fuori dagli standard usuali. “Penso che si tratti di stile di guida – le parole del forlivese a Speedweek – Analizzando questa stagione, si sono visti molti alti e bassi e diversi piloti che hanno mostrato una velocità davvero notevole in certi momenti. Ma guardando la classifica dei Mondiali, dove sono? Alla fine, questa è solo un’altra conferma che non abbiamo il controllo della situazione. È molto difficile affrontarlo e cercare di raggiungere il proprio massimo potenziale. Noi in Ducati abbiamo lavorato tanto sull’assetto e abbiamo cercato di adattarci, ma alla fine, come si può notare, non ha funzionato. Andiamo bene su alcune piste, ma non eravamo comunque competitivi. È difficile come situazione”.

Gli ingegneri di Borgo Panigale non hanno idee o approcci, anche per rischiare qualcosa di nuovo? “Quello che puoi fare nei weekend di gara riguarda solo gli assetti. Nient’altro. Non puoi inventare niente di speciale perché queste, in realtà, sarebbero modifiche importanti, che non sono semplici da cambiare durante la stagione, perché non hai la possibilità di provare, soprattutto in un anno complicato come questo. Ad ogni modo arrivati a questo punto dovresti anche sapere cosa cambiare…”.

Un altro aspetto sul quale puntare l’attenzione: nelle precedenti doppiette di quest’anno (Jerez, Red Bull Ring e Misano), la Ducati aveva sempre mosso passi in avanti nella seconda gara. Ad Aragon, invece, è proseguito il “calvario” sportivo. “Davvero strano, ad essere onesti. Non so quale sia il motivo. Risponderei spontaneamente in un modo che non sarebbe quello giusto. A mio parere, negli ultimi anni siamo diventati abbastanza bravi nel prendere decisioni nel corso di un weekend di gara. Il tempismo per prendere le scelte giuste in quei tre giorni può fare la differenza nel primo weekend di gara, così come la velocità. Se invece hai più tempo per lavorare allora sono tutti veloci, come ho già spiegato più volte durante i test pre-stagionali. Ciò significa più chance per coloro che sono più lenti per trovare la strada giusta. Tutti sono competitivi e quindi tutti diventano avversari temibili. Questa può essere una ragione. Ma è una considerazione che non deve essere la risposta corretta, e forse abbiamo meno spazio per migliorare. Non lo so. Mi dà sui nervi il fatto che non posso lottare per il titolo. Il resto non è importante”.

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Foto: Lapresse

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