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MotoGP, analisi del calendario e delle piste. Misano favorevole alla Yamaha, Dovizioso attende Aragon. Ma Ktm e Suzuki vanno bene ovunque…

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Fabio Quartararo 70 punti, Andrea Dovizioso 67, Jack Miller 56, Brad Binder 49, Maverick Vinales 48, Takaaki Nakagami 46, Valentino Rossi 45, Joan Mir 44, Miguel Oliveira 43 e Pol Espargarò 35. Dopo le prime cinque tappe della stagione, il Mondiale MotoGP è più aperto che mai con i primi nove piloti in classifica racchiusi in appena 27 punti a causa dell’assenza del dominatore dell’ultimo lustro (Marc Marquez, out ancora per altri due-tre mesi per infortunio) e del contemporaneo rimescolamento continuo dei valori in campo da una pista all’altra e anche da un weekend all’altro (in caso di doppio GP sullo stesso tracciato).

Alla luce della mancanza di un leader tecnico (pilota o team non fa differenza) capace di svettare sul resto della concorrenza, diventa fondamentale capire il possibile rendimento dei protagonisti della classe regina sui circuiti presenti in calendario da qui al termine del campionato. I nove round ancora da disputare si svolgeranno su 6 piste diverse (ci saranno altre tre doppi appuntamenti a Misano, Aragon e Valencia), con l’incognita legata inoltre all’ultimo atto stagionale in programma su un tracciato atipico ed inedito per il Motomondiale come Portimao. Molto dipenderà chiaramente dalle condizioni meteo e quindi dalle temperature, che possono anche rivoluzionare in sole 24 ore le gerarchie tra le varie squadre sul medesimo circuito come abbiamo potuto notare in questi primi cinque weekend iridati di gara.

Tra tre settimane si tornerà in pista in Italia e per la precisione a Misano per due Gran Premi consecutivi (13 e 20 settembre) in cui la Yamaha sarà attesa ad un netto cambio di marcia dopo la pessima trasferta austriaca. La casa di Iwata si è spesso e volentieri esaltata sul circuito romagnolo, come dimostrano le quattro M1 presenti nella top 5 al termine dell’ultimo GP di San Marino (vinto da Marquez all’ultimo giro su Quartararo), ma attenzione anche lì ad una KTM in grande crescita che l’anno scorso era riuscita a distinguersi con la prima fila in griglia ed il settimo posto in gara di Pol Espargarò.

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Andrea Dovizioso e Jack Miller, unici ducatisti in lotta per il titolo, dovranno presumibilmente aspettare Barcellona, Le Mans ed Aragon per attaccare con decisione su piste amiche prima di doversi difendere nel finale a Valencia e a Portimao (due lay-out molto tecnici e privi di lunghi rettilinei). Le due case più complete del lotto, in grado sulla carta di lottare sempre per il podio, sono invece KTM e Suzuki, anche se finora è mancata un po’ di fortuna ed in generale costanza di rendimento da parte dei loro piloti per comandare la graduatoria mondiale. Da non sottovalutare inoltre il possibile ruolo di Marc Marquez nel momento in cui tornerà in gara a fine stagione, con il fuoriclasse iberico che diventerà per la seconda volta in carriera (dopo il 2015) arbitro di una corsa all’iride in cui non è coinvolto in prima persona.

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erik.nicolaysen@oasport.it

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Foto: Hafiz Johari / Shutterstock.com

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