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Salto con gli sci, Elena Runggaldier ritirata, ora Italia significa famiglia Malsiner. E alle loro spalle…

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Il ritiro di Elena Runggaldier segna la definitiva uscita di scena della generazione delle pioniere del salto con gli sci femminile italiano. La trentenne gardenese era infatti presente letteralmente da sempre all’interno del movimento azzurro, di cui ha scritto importanti pagine di storia. Su tutte, la medaglia d’argento ai Mondiali di Oslo 2011. Dunque, è ora di guardare al futuro, che a breve termine ha un unico cognome, ovvero Malsiner. Sì, perché almeno nella prima parte del percorso di avvicinamento ai Giochi Olimpici di Pechino 2022, il salto tricolore sarà un affare di famiglia. Le tre sorelle Manuela, Lara e Jessica saranno il nerbo della squadra che si presenterà in Coppa del Mondo nell’inverno 2020-2021. Peraltro due di loro sono già state in grado di salire sul podio nel massimo circuito.

La maggiore Manuela, classe 1997, ha saputo concludere in seconda posizione la gara di Zao disputata nel gennaio 2017, aggiungendo al suo palmares diversi altri piazzamenti nella top ten. Purtroppo, la ventiduenne altoatesina ha avuto una carriera condizionata da brutte cadute e seri infortuni, l’ultimo dei quali, partito nell’estate 2018, le ha fatto perdere tutta la stagione 2018-2019. Per lei, l’inverno appena concluso è stato di transizione in vista di quello che ci si augura possa essere un pieno recupero. Il sogno sarebbe quello di vedere la primogenita della famiglia tornare ai fasti del passato, il che consentirebbe all’Italia di avere due carte in grado di entrare costantemente nelle prime quindici posizioni in Coppa del Mondo, ambendo saltuariamente anche a qualcosa di più. Tuttavia per Manuela sarebbe già importante riuscire a riguadagnare una competitività tale da permetterle di fare ingresso con continuità in zona punti.

Sarà la mezzana Lara, classe 2000, la punta di diamante del movimento azzurro. La ventenne della Val Gardena è ormai una realtà del massimo circuito, come testimoniato dal fatto di avere concluso le ultime tre stagioni tra la quindicesima e la diciottesima posizione della classifica generale. Come la sorella maggiore Manuela, è dotata di grande esplosività naturale, il che le permette di esprimersi al meglio soprattutto sui trampolini di piccole dimensioni. Non a caso, lo scorso 9 febbraio è salita sul podio a Hinzenbach, arpionando la terza piazza. Più il profilo del trampolino è ridotto, più la “spacca-dente” Lara può fare la differenza. Sui Normal Hill è indiscutibilmente carta da top ten, mentre tende a faticare sui Large Hill. In tal senso c’è sicuramente spazio per migliorare, poiché le ataviche lacune aerodinamiche potrebbero essere colmate con un lavoro svolto ad hoc. Se l’evoluzione in tal senso dovesse essere completata, allora l’altoatesina potrebbe alzare l’asticella anche nei contesti a lei più ostici, diventando una candidata a chiudere la classifica generale nelle prime dieci posizioni.

Infine la terzogenita Jessica, classe 2002, è ancora tutta da scoprire. La diciassettenne ha mosso i primi passi nel massimo circuito durante l’inverno 2019-2020. Per onestà intellettuale, va detto che alla sua età sia Manuela che Lara erano dotate di una competitività superiore. Tuttavia, sappiamo bene come la parabola della carriera di ogni atleta può essere differente e, nello staff tecnico italiano, c’è fiducia in merito alla possibilità che anche la più giovane della famiglia possa salire di colpi nell’immediato futuro, proseguendo nella crescita già evidenziata negli ultimi mesi. Non è ancora chiaro quale possa essere la dimensione della teenager gardenese, ma ciò che più conterà nel 2020-2021 non saranno i freddi risultati, bensì la chance di essere schierata il più possibile in Coppa del Mondo, allo scopo di prendere le misure con l’impegnativo contesto del circuito maggiore. L’obiettivo immediato potrebbe essere quello di fare capolino in zona punti, un traguardo che sembra essere nelle corde della minore delle tre sorelle.

Malsiner a parte, cosa propone il salto con gli sci femminile italiano? Diciamo che il bacino da cui pescare, seppur non profondissimo, comunque c’è. Per esempio Giada Tomaselli, classe 2003 di scuola Pellizzano, ha dimostrato di non essere poi così lontana dal livello di Jessica Malsiner. Anzi, nel recente passato era persino superiore alla gardenese, tanto da essersi guadagnata la convocazione per la prova a squadre dei Mondiali di Seefeld 2019. Nell’ultimo inverno i rapporti di forza tra le due si sono invertiti, tuttavia nel salto con gli sci l’evoluzione degli atleti non è sempre lineare. Dunque, se si vuole fare affidamento sulla terzogenita della famiglia Malsiner, non si può dimenticare la diciassettenne trentina. Il medesimo discorso vale anche per Martina Ambrosi, classe 2001. L’Italia non ha certo il numero di praticanti di Paesi quali Slovenia, Germania o Giappone, dunque non può permettersi di lasciare per strada ragazze ancora in età junior, soprattutto se sul lungo periodo non si sono rivelate poi così inferiori rispetto a connazionali più quotate.

Bisognerà poi valutare con attenzione il da farsi con Daniela Dejori e Annika Sieff, rispettivamente classe 2002 e 2003. Al momento le due rappresentano, assieme alla più stagionata Veronica Gianmoena, il nerbo della squadra femminile di combinata nordica. Tuttavia, essendo tale disciplina ancora in fase embrionale, sinora si sono cimentate anche nel salto con gli sci. Va da sé che la combinata femminile nel 2020-21 avrà una propria Coppa del Mondo e assegnerà medaglie ai Mondiali di Oberstdorf 2021, segnali che lasciano presagire all’ingresso nel programma dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026. Sarà quindi necessario effettuare una riflessione in merito alla gestione delle due ragazze in questione. Il doppio impegno tra salto e combinata può essere sostenibile e soprattutto produttivo? Se sì, allora avanti con i due fronti, altrimenti è auspicabile che si decida quale sentiero far prendere alle due teenager.

Al momento non ci sono altre italiane dotate dell’eleggibilità in Coppa del Mondo, eccezion fatta per la già citata Veronica Gianmoena, che però a 25 anni è ormai indirizzata a tempo pieno sulla combinata nordica. Si vedrà, poi, quale sarà l’evoluzione delle tante ragazzine nate dal 2004 in poi, di cui è ancora prematuro parlare. Se qualcuna di loro svilupperà le qualità per essere competitiva nel massimo circuito, potrà diventare una candidata alla partecipazione delle Olimpiadi italiane in programma fra sei anni.

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Foto: Facebook Manuela Malsiner

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