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Quando si potrà uscire dalla Lombardia? Ipotesi 3 giugno a rischio: scenari e possibili date

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Il Bel Paese è nel pieno della Fase 2 dell’emergenza sanitaria e trovare l’equilibrio tra l’ambito sanitario e quello economico è la vera sfida del Governo. Come è noto, la riapertura delle attività ha avuto un primo scossone a partire dal 4 maggio, successivamente (il 18 maggio) tante altre attività hanno ripreso vita, dovendo però tener conto delle norme sulla sicurezza: distanziamento sociale, uso delle mascherine, sanificazione dei locali e uso di altri dispositivi di protezione per i dipendenti.

L’argomento di dibattito riguarda gli spostamenti tra le Regioni, su cui vi è il veto. C’è però una scadenza, ovvero quella del 3 giugno. A partire dalla data indicata, vi dovrebbe essere la possibilità degli spostamenti interregionali, senza l’uso di alcuna autocertificazione come avviene in questo momento per motivazioni precise (comprovate esigenze lavorative; assoluta urgenza; situazione di necessità; motivi di salute). Tuttavia, la situazione dei contagi in Italia non ha la medesima distribuzione e per questo vi potrebbe essere una differenziazione.

Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia è intervenuto in questo senso, ritenendo che la libertà di spostarsi tra Regione e Regione sia legata (e condizionata) alla curva epidemiologica regionale. In particolare, non sarà possibile né uscire, né tanto meno entrare, da Regioni con un tasso di contagi pericolosamente in crescita. Legata a questo discorso vi sono alcune realtà, come la Lombardia, che dunque vedrebbero ritardato di 7 o 14 giorni il cosiddetto “Libera tutti”.

Riassumendo schematicamente:

ATTUALMENTE E’ POSSIBILE SPOSTARSI DA UNA REGIONE ALL’ALTRA? 

Solo per uno dei seguenti quattro motivi:

  • Comprovate esigenze lavorative.
  • Assoluta urgenza.
  • Situazione di necessità.
  • Motivi di salute.

In tali casi occorrerà esibire una autocertificazione, scaricabile al seguente link.

LE REGIONI RIAPRIRANNO IL 3 GIUGNO? I POSSIBILI SCENARI 

  • IPOTESI 1: tutte le regioni riapriranno il 3 giugno e ci si potrà spostare liberamente. Affinché ciò accada, l’indice R0 non solo dovrà essere ovunque al di sotto della quota 1%, ma il numero di nuovi positivi dovrà risultare omogeneo in tutta Italia. Il Ministero della Salute ritiene che solo a fine maggio, analizzando la curva dei contagi, si potrà comprendere quali saranno stati gli effetti delle riaperture avvenute il 18 maggio.
  • IPOTESI 2: viene considerata l’ipotesi più probabile. Se l’indice R0 sarà inferiore a 1%, una regione non potrà comunque riaprire se continuerà a generare giornalmente un numero elevato di nuovi positivi. Emblematico il caso della Lombardia: l’assessore alla Salute, Gallera, ha spiegato che l’indice di contagio è sceso a 0.53%; ciò nonostante, ogni giorno sostanzialmente la Lombardia fa registrare la metà dei nuovi casi positivi in Italia. Per cui è possibile che il Governo possa consentire lo spostamento tra regioni limitrofe a basso rischio, mantenendo chiusi quelle dove il virus circola ancora in maniera preoccupante.
  • IPOTESI 3: se l’indice R0 salirà intorno all’1%, i confini delle regioni non solo resteranno chiusi, ma il Governo potrebbe, suo malgrado, procedere a nuove, dolore chiusure in determinate zone territoriali del Paese.

SE NON SARA’ IL 3 GIUGNO, QUANDO RIAPRIRANNO REGIONI COME LA LOMBARDIA? 

L’ipotesi che circola con più insistenza è quella del 10 giugno. Pare che una corrente ancora più prudente abbia preso in considerazione il 17 giugno.

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Foto: LaPresse

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