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Formula 1

F1, tutti i numeri di Carlos Sainz. Secondo pilota designato, ma pronto a cogliere l’occasione giusta

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La Ferrari, con la decisione di ingaggiare Carlos Sainz in sostituzione del partente Sebastian Vettel, ha di fatto optato per definire delle chiare gerarchie all’interno del team. Charles Leclerc sarà la punta di diamante della squadra, mentre lo spagnolo avrà il ruolo di spalla. Questo però non significa che l’iberico dovrà giocoforza vivere nell’ombra del monegasco, anche perché avendo per le mani una vettura del Cavallino Rampante, le occasioni per mettersi in mostra non mancheranno di certo.

Nonostante sia considerato un pilota emergente, Sainz in Formula 1 ha già disputato più di 100 Gran Premi (102 per l’esattezza), figli delle cinque stagioni complete vissute con tre diversi team (Toro Rosso, Renault e McLaren). Dunque l’esperienza non gli fa certo difetto e, in tal senso, il suo bagaglio si dovrebbe arricchire ulteriormente in questo 2020. Al momento, però, vanta un unico podio, il 3° posto ottenuto rocambolescamente in Brasile sul finire della passata stagione. È anche vero che non ha mai avuto per le mani una monoposto di primo piano e nel Circus odierno, dove l’affidabilità è molto elevata, è difficilissimo raccogliere risultati di rilievo se non si guida per un top team. Dunque è bene allargare lo sguardo ai piazzamenti nelle prime sei posizioni, che rivelano un dato interessante. Lo spagnolo ha chiuso 15 GP nella top-six, più della metà dei quali concentrati nell’ultima stagione. Infatti ne sono arrivati otto nel 2019, contro i sette raccolti complessivamente tra il 2015 e il 2018. Segno di una crescita di rendimento che ha consacrato il venticinquenne madrileno come “The best of the rest”, ovvero il miglior pilota al di fuori del novero di quelli delle scuderie di vertice.

Come si suole dire, in Formula 1 il primo avversario è il compagno di squadra. Quindi è il confronto con il proprio team mate a dare la reale dimensione di ogni pilota. Riguardo Sainz ce n’è uno interessantissimo, perché non bisogna dimenticarsi di come, una volta arrivato nella massima categoria automobilistica, si sia trovato a condividere il box con un certo Max Verstappen. Ebbene, qual è il bilancio del raffronto tra i due, avvenuto in Toro Rosso durante tutto il 2015 e al principio del 2016? I numeri parlano di 23 Gran Premi sotto lo stesso tetto, durante i quali lo spagnolo ha raccolto 22 punti contro i 62 dell’olandese. Non si direbbe un esito molto incoraggiante, ma se si guarda oltre le apparenze, ci rende conto di come in realtà vi sia stato molto più equilibrio di quanto dicano i freddi numeri. Innanzitutto l’iberico è stato decisamente più sfortunato, pagando qualche problema tecnico di troppo, magari proprio nella giornata in cui poteva realizzare un exploit. L’esempio più eclatante è il GP d’Ungheria 2015, gara in cui Max arriva quarto. Carlos lo segue da vicino, ma deve rinunciare al quinto posto a causa di un problema al motore che prima lo costringe ad arrendersi a Fernando Alonso e poi a ritirarsi. Guardando sempre al 2015, un altro GP dove Verstappen si mette in mostra è quello degli Stati Uniti, in cui l’oranje chiude nuovamente quarto. Il madrileno invece si piazza settimo, a causa di una penalità rimediata per eccesso di velocità in corsia box, quando in realtà sul traguardo passa solamente tre secondi dopo il compagno di squadra. Inoltre sono parecchie le gare in cui il rendimento dei due è comparabile.

Insomma, la convivenza con Max vede prevalere l’olandese (che infatti a inizio 2016 viene promosso in Red Bull), ma Carlos non sfigura. In qualifica perde sì il confronto, ma per 10-13 e la posizione media in griglia durante le ventitre gare disputate con la stessa monoposto è 10,8 per Verstappen contro 11,8 per Sainz. In fin dei conti siamo lì e questo è un dato oltremodo incoraggiante per la Ferrari che, come detto, vuole un valido supporto per Leclerc, non qualcuno che ambisca a mettere in discussione la leadership del monegasco. Lo spagnolo sembra avere il profilo perfetto, perché gli si chiederà di risultare vicino alle prestazioni del caposquadra. In tal senso, aver tenuto testa a uno come l’olandese a parità di vettura è un validissimo biglietto da visita.

Chiaramente, però, Sainz potrà anche brillare di luce propria. D’altronde ha le qualità per riuscirci, soprattutto se si dovesse presentare l’occasione propizia. Al riguardo non bisogna dimenticare come nel XXI secolo la Ferrari abbia per due volte ingaggiato un pilota con il compito, dichiarato o meno, di fare da seconda guida. Parliamo di Rubens Barrichello e Felipe Massa. Ebbene, entrambi pur dovendo confrontarsi con un mostro come Michael Schumacher, hanno saputo vincere almeno un Gran Premio nella loro prima stagione in rosso. Nel 2000 Rubinho si impone nel folle Gran Premio di Germania, partendo peraltro dalla diciottesima posizione. Prima la Safety Car causata dall’invasione di pista di un dipendente licenziato dalla Mercedes gli permette di avvicinarsi alla vetta. Poi, quando si scatena un acquazzone che bagna solo una parte del circuito, l’azzardo di proseguire con le gomme slick gli consente di prendere la testa a discapito di entrambe le McLaren, rientrate ai box per montare le rain. Nel 2006 invece Massa è in grado di vincere due volte, in Turchia e in Brasile, dominando la scena. In ambedue i casi, Felipe sovrasta Schumacher in qualifica e, al tempo stesso, il tedesco ha qualche disavventura in gara, consentendo così al compagno di squadra di salire sul gradino più alto del podio.

Ricapitolando, Carlos Sainz è stato scelto dalla Ferrari pur senza un palmares di primissimo piano (un solo podio in 102 gare) con l’obiettivo di avere un “uomo squadra” al fianco di Charles Leclerc. Tuttavia, i precedenti al Cavallino Rampante e le qualità mostrate dall’iberico durante la convivenza in Toro Rosso con Max Verstappen, lasciano intendere che lo spagnolo potrà avere l’opportunità di togliersi le sue soddisfazioni in “Rosso”, pur senza mettere in discussione le gerarchie interne.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: Lapresse

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