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Parigi-Roubaix, i tre trionfi consecutivi di Francesco Moser. L’indiscusso Signore delle pietre

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Nelle quindici stagioni passate tra i professionisti, Francesco Moser ha conquistato ben 273 vittorie. Tra tutte le gare, però, ce n’è una a cui il fuoriclasse di Giovo ha legato particolarmente il suo nome: la Parigi-Roubaix. Lo Sceriffo, infatti, ha vinto ben tre edizioni consecutive della Regina delle Classiche, un’impresa riuscita solo a un altro atleta negli oltre 120 anni di storia della manifestazione francese, vale a dire la leggenda transalpina di inizio ‘900 Octave Lapize.

Ciò che rende ancor più speciale il tris di Moser è il fatto che il trentino abbia ottenuto questi successi in uno dei periodi più ricchi di talento nella storia delle classiche delle pietre. Il suo rivale principale era un certo Roger de Vlaeminck, recordman di successi nell’Inferno del Nord (quattro) e probabilmente il miglior interprete di tutti i tempi di questa manifestazione. Va detto che Francesco riuscì a piegare il rivale solo quando questi superò i trent’anni e iniziò il suo lento declino, ma sul finire degli anni ’70 il Gitano, pur non essendo già più il corridore ammirato a metà decennio, quando era in grado di vincere oltre venticinque competizioni in un anno, era comunque un atleta di primissimo livello, che nessun altro riusciva a mettere in difficoltà nella Regina delle Classiche.

Ma De Vlaeminck non era l’unico fuoriclasse che contendeva il successo a Moser in quelle edizioni della Parigi-Roubaix. Il trentino aveva altri fenomenali antagonisti come Jan Raas, Freddy Maertens (dopo la caduta al Giro del ’77 non fu più lo stesso, ma in giornata rimaneva un avversario temibile), Hennie Kuiper, Bernard Hinault, Marc Demeyer, Alfons De Wolf e Gilbert Duclos-Lassalle. Vincere la Regina delle Classiche per tre volte consecutive in questo contesto vuol dire essere semplicemente un fuoriclasse assoluto.

Moser ottenne il primo successo alla Parigi-Roubaix nel 1978, in una stagione in cui lui e Roger De Vlaeminck erano compagni di squadra alla Sanson. Lo Sceriffo parte a 22 chilometri dal traguardo, sul pavé, tirando un rapporto lunghissimo, e nessuno riesce a rispondere alla sua azione. Francesco arriva in trionfo al velodromo. Il secondo classificato, proprio il Gitano che precede Raas e Maertens in volata, giunge a 1’40”. L’anno seguente serve il bis. Sempre in solitaria, sempre davanti a De Vlaeminck, stavolta avversario, che regola il plotoncino dei battuti che taglia il traguardo a 40″ dal trentino.

Nel 1980 Moser realizza il tris in una giornata da tregenda. Quel dì il freddo attanaglia i corridori e la pioggia funesta la Regina delle Classiche senza darle un attimo di tregua. A 80 chilometri dal traguardo Francesco si trova al comando con De Vlaeminck, Duclos-Lassalle e il tedesco Dietrich Thurau. I primi due sono entrambi vittime di forature e così lo Sceriffo resta solo in testa col teutonico. Il Gitano, oltretutto, sarà costretto al ritiro in seguito a una brutta caduta. A 20 chilometri dalla meta Moser si libera di Thurau sul pavé e si invola. Quest’ultimo ha speso talmente tanto per tenere la ruota del trentino in precedenza che crolla di netto e verrà anche ripreso e staccato da Duclos-Lassalle. E’ l’ultimo successo dello Sceriffo nella Regina delle Classiche, nonché il più eclatante dati i distacchi enormi che rifila. Dal quarto in giù, infatti, tutti subiscono un passivo superiore ai sei minuti.

luca.saugo@oasport.it

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Twitter: @LucaSaugo

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Foto: Lapresse

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