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L’Italia è grande: Giorgio Lamberti e quel tabù spazzato via. L’oro mondiale leggendario nei 200 sl a Perth 1991

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Giorgio Lamberti - La Presse

Difficile spiegare oggi, con il nuoto italiano così competitivo in Europa e nel mondo, quale punto di svolta abbia rappresentato, tra fine anni ’80 e inizio ’90, l’avvento sulle scene del bresciano Giorgio Lamberti. Il primo nuotatore azzurro in grado di fregiarsi del titolo mondiale, nel caso specifico sulla distanza dei 200 sl. Carriera breve e intensa, che non ha avuto la gratificazione olimpica meritata, ma che resta importantissima per la crescita di questo sport nel nostro Paese.

Lamberti, già argento europeo a Strasburgo ’87 battuto solo da Holmertz, ma davanti a Gross, domina gli Europei di Bonn ’89 conquistando 100sl, 200sl (con un primato del mondo spaziale, 1’46″69, sarebbe tempo da finale olimpica anche oggi, resisterà 10 anni) e si presenta da favorito ai Mondiali di Perth ’91, in Australia, disputati quando in Europa è inverno, ai primi di gennaio.

Giorgio è stato “costruito” passo dopo passo dal compianto Alberto Castagnetti in Nazionale, ma prima plasmato al meglio da Pietro Santi alla mitica società “Leonessa” di Brescia, dove era stato spinto dai medici per rinforzare un fisico eccessivamente esile e gracile nell’età dell’adolescenza. Fallisce purtroppo, causa anche preparazione precaria per impegni scolastici, i Giochi di Seul ’88, i suoi primi: non combina granché nelle gare individuali, brillando solo con la staffetta 4×200 sl, quinta (segno di un rapporto che sarà travagliato con le Olimpiadi). I Mondiali del 1991, però, sono i suoi Mondiali, anche se un mese prima si era procurato un infortunio alla schiena in maniera assurda, spingendo l’auto di un amico. A Perth è l’azzurro più atteso assieme a Stefano Battistelli e infatti entrambi lasceranno il segno. Finale 200 sl: Holmertz, Svezia, e Wojdat, Polonia, sono sulla carta gli avversari da battere. Giorgio è in terza corsia. Lo svedese in effetti parte a tutta nella prima metà di gara, forse esagera come sempre capitatogli in carriera, mentre Lamberti rimane in scia, ma sui suoi passaggi, ed esplode poi nell’ultima virata e nell’ultima vasca, quando Holmterz “implode”, per conquistare il titolo con un vantaggio netto in 1’47″27, un secondo meglio del tedesco Zesner, argento, mentre Wojdat recupera nel finale per agguantare il bronzo.

Bronzo che lo stesso Lamberti vincerà poi nei 100 sl e con la 4×200 sl, per una rassegna favolosa, ma anche il canto del cigno della sua carriera. Problemi psicologici, legati pure agli adempimenti all’obbligo di Leva Militare, non lo fanno lavorare nella maniera migliore in vista di quello che dovrebbe essere l’appuntamento clou della carriera, i Giochi Olimpici in terra catalana. A Barcellona ’92 Lamberti non gareggia nemmeno nei 200sl per i quali non si è qualificato, ma solo con la 4×200 sl, quinta ancora una volta. Un anno dopo chiuderà la carriera agonistica, breva e intensa, avendo però aperto la strada ai vari Rosolino, Brembilla, Fioravanti, Magnini che di lì a poco faranno la fortuna del nuoto italiano.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: LaPresse

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