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Giro d’Italia 2002: l’apoteosi di Paolo Savoldelli, il Falco che affrontava le discese come nessuno

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Mentre il Giro d’Italia 2020 è stato ormai ufficialmente rinviato a causa della pandemia di coronavirus e non vi è alcuna certezza in merito alla sua disputa, facciamo un tuffo nel passato della Corsa Rosa e riviviamo la sua edizione più polemica, quella del 2002, nella quale, dopo le squalifiche di numerosi corridori di peso, a festeggiare fu Paolo Savoldelli, che riuscì ad ottenere il più prestigioso risultato della propria carriera (poi ripetuto nel 2005) pur non essendosi aggiudicato neanche una tappa del Giro.

L’ottantacinquesima edizione della Corsa Rosa si svolse dall’11 maggio al 2 giugno 2002 e il percorso fu studiato per omaggiare l’Unione Europea e l’introduzione fisica dell’euro: infatti, il Giro prese il via da Groningen (Paesi Bassi) e attraversò in ordine Germania, Belgio, Lussemburgo e Francia prima di giungere in Italia. Il programma prevedeva 20 tappe, tra cui cinque arrivi in salita e tre cronometro. I favoriti della vigilia erano il campione in carica Gilberto Simoni, Stefano Garzelli, Francesco Casagrande, Dario Frigo e Pavel Tonkov.

Sin dall’inizio l’edizione venne sconvolta da numerosi casi di doping, che portarono a squalifiche e addirittura arresti. I nomi più eclatanti finiti nel calderone furono quelli di Garzelli, che era stabilmente in testa alla classifica generale dopo aver conquistato due delle prime cinque tappe ma venne squalificato per l’assunzione di Probenecid, e di Simoni, che risultò positivo alla cocaina a causa di alcune caramelle colombiane regalategli dalla zia. Ad approfittare per primo dei forfait di questi due pezzi da novanta fu il tedesco Jens Heppner, che si appropriò della maglia rosa al termine della sesta frazione e riuscì a conservarla fino al 28 maggio. Proprio in quel giorno alla lista degli squalificati si aggiunse anche Casagrande, reo di aver spinto e fatto cadere il colombiano John Freddy García in una tappa precedente.

A sottrarre la maglia rosa a Heppner fu l’australiano Cadel Evans che, però, nella successiva tappa di Folgaria crollò ed uscì addirittura dalle prime dieci posizioni. Savoldelli fu lestissimo a sfruttare la defaillance di Evans e strappò un ottimo secondo posto che gli consentì di vestirsi di rosa. Il Falco, che aveva sfiorato la vittoria del Giro d’Italia già nel 1999 concludendo in seconda posizione alle spalle di Ivan Gotti, fu estremamente solido nelle ultime concitate giornate della corsa e consolidò il primato nella cronometro in Brianza, per poi esplodere di gioia all’arrivo a Milano. Per quanto concerne gli altri premi, Mario Cipollini si aggiudicò ben sei tappe del Giro che gli valsero la terza maglia ciclamino della carriera, mentre la maglia verde del Gran Premio della Montagna andò al messicano Julio Alberto Pérez Cuapio e quella azzurra dell’Intergiro a Massimo Strazzer.

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antonio.lucia@oasport.it

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Foto: LaPresse

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