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F1, le grandi rivalità: Michael Schumacher vs Juan Pablo Montoya. Quando il colombiano osò sfidare il Kaiser – VIDEO

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Una delle rivalità più intense di inizio XXI secolo è stata quella tra Michael Schumacher e Juan Pablo Montoya. Il colombiano arrivò in Formula 1 dalle corse americane con l’intenzione di sovvertire lo status quo del Circus, incarnato dal tedesco. Per qualche anno, il Kaiser e Juancho hanno lottato a più riprese in pista, senza lesinare colpi bassi. Andiamo dunque a rivivere le forti frizioni tra i due che, in più di un’occasione, si sono letteralmente scornati.

Inizio 2001, la Williams sacrifica Jenson Button per fare spazio a Juan Pablo Montoya. Il colombiano, vincitore del Campionato di Formula Cart 1999 (all’epoca massima espressione dell’automobilismo americano a ruote scoperte), si presenta quindi nel Circus da esordiente assoluto, privo però di qualsivoglia timore reverenziale. Il profilo di Juancho si inserisce perfettamente nello spirito con cui il team fondato da Sir Frank affronta quella stagione. Infatti la Williams, dopo il dominio assoluto tra espresso tra il 1992 e il 1997, ha attraversato un triennio difficile. Tuttavia il sodalizio con la Bmw inizia a dare i suoi frutti e, di conseguenza, si spera di scardinare il duopolio Ferrari-McLaren che caratterizza la Formula 1 da tre stagioni.

Montoya non ci mette molto a farsi notare. Anzi, gli bastano solo tre Gran Premi. In Brasile, dopo una neutralizzazione per Safety Car, si permette di infilare sua maestà Michael Schumacher, tirandogli una decisa ruotata e spingendolo quasi sull’erba! Dopo quel sorpasso il colombiano domina a lungo la gara, sino a quando non viene incredibilmente tamponato da un doppiato, ovvero Jos Verstappen, vedendosi costretto al ritiro. Poco importa, perché il messaggio al campione del mondo in carica è lanciato.


Passano poche settimane ed è evidente come Juancho abbia messo nel mirino il Kaiser, quasi a volerlo sfidare a singolar tenzone. Nelle prime fasi del Gran Premio di Austria Montoya è al comando, ma è tallonato proprio da Schumacher. Al sedicesimo passaggio, Michael lancia il suo attacco alla seconda curva. Deve farlo all’esterno, poiché Juan Pablo difende la traiettoria interna. La manovra sembra comunque completata, ma il colombiano, pur di non darla vinta al tedesco, ritarda esageratamente la frenata e, di fatto, gli impedisce di curvare! Il sudamericano finisce nella sabbia, costringendo anche il rivale a un’escursione nella via di fuga. Il teutonico, furibondo, mostra il pugno al più giovane avversario. Con il senno di poi, l’accaduto costerà la vittoria al fuoriclasse di Kerpen. I due, ormai, si guardano apertamente in cagnesco e non mancano le polemiche a mezzo stampa. La loro stagione assume però una piega completamente diversa. Il Kaiser prende il largo verso il quarto titolo mondiale della carriera, mentre Juancho, la cui Williams è tanto veloce quanto inaffidabile, si deve accontentare di saltuari exploit. Tutto, però, lascia intendere che nella stagione successiva i due possano dare spettacolo.


In effetti la Williams approccia il 2002 con ambizioni iridate. Nelle fasi iniziali del Gran Premio inaugurale, disputato in Australia, Schumacher e Montoya ingaggiano uno splendido duello in cui si sorpassano e contro sorpassano più volte. Alfine Michael ha la meglio e conquista la vittoria, precedendo proprio Juan Pablo. Visto il ritiro dalle competizioni di Mika Häkkinen, tanti si convincono che il nuovo rivale del tedesco possa essere proprio il colombiano. Passano due settimane e, in Malesia, gli sfidanti si trovano a scattare dalla prima fila con il teutonico in pole. Al via, il sudamericano parte meglio e affianca il polesitter alla prima curva. Le monoposto sono vicinissime e si arriva al contatto! Il Kaiser perde l’alettone anteriore, mentre Juancho finisce nella via di fuga. Dopodiché, viene ritenuto responsabile dell’incidente e penalizzato con un drive through. I due si lanciano in una poderosa rimonta, ma concludono rispettivamente terzo e secondo, con il successo che va all’altra Williams Ralf Schumacher. Molti sono convinti che in conferenza stampa voleranno gli stracci, invece il fuoriclasse di Kerpen prende le difese del rivale di Bogotà, affermando che la penalità inflittagli è indubbiamente eccessiva. Tregua? Neanche per sogno!


Tempo quattordici giorni e in Brasile c’è un nuovo scontro. Entrambi sono nuovamente in prima fila, seppur a parti invertite rispetto alla Malesia. Pole per Montoya e seconda piazza per Schumacher, il quale però ha una reazione più pronta allo spegnimento dei semafori e si pone al comando. Scottato dall’accaduto, Juan Pablo tenta subito di rifarsi e lancia un deciso attacco sulla reta oposta. Michael però chiude la porta e le due vetture vengono a contatto. Stavolta è il colombiano a perdere l’alettone anteriore, mentre il tedesco può incredibilmente proseguire indenne. Il Kaiser vince la gara, mentre Juancho, nonostante una gran rimonta, si deve accontentare della quinta piazza. Apparentemente l’annata promette di essere infuocata, ma la stagione evolverà in maniera ben diversa. Proprio a Interlagos Schumacher ha portato all’esordio la nuova Ferrari F2002, che si rivelerà un’autentica arma letale. Il teutonico inizia quindi una poderosa marcia trionfale verso il quinto titolo, mentre il sudamericano, pur realizzando pole position a raffica, è costretto a soccombere alla complessiva superiorità degli avversari.

Cionondimeno, Montoya si dimostra un avversario irriducibile, perché non si arrende mai e lotta allo stremo anche quando si trova in una situazione di palese inferiorità. Silverstone e Mangy-Cours sono l’esempio più eclatante di questo spirito. In Gran Bretagna e in Francia, il colombiano scatta dalla pole e nelle fasi iniziali si difende stoicamente dal tedesco per diversi giri nonostante quest’ultimo sia palesemente più veloce. Considerati i precedenti, tutti gli appassionati trattengono il fiato, convinti che la collisione sia dietro l’angolo. Non ci sarà invece nessun contatto. Michael, dopo parecchi tentativi infruttuosi, riesce in entrambi i casi a superare Juan Pablo in maniera pulita, o in pista o sfruttando la strategia dei pit-stop. Il Kaiser si laurea Campione del Mondo per la quinta volta, eguagliando il record di Juan Manuel Fangio, mentre Juancho conclude il Mondiale il terza posizione, al primo posto tra i piloti che non possono disporre dell’astronave F2002.


L’acme della rivalità si raggiunge nel 2003, anno durante il quale la sfida non è più solo occasionale e per lo spettacolo. Anzi, i progressi degli pneumatici Michelin permettono alla Williams di Montoya (e alla McLaren di Räikkonen) di mettere in seria discussione la leadership di Schumacher, che deve quindi impegnarsi a fondo per conquistare il titolo. Al Nürburgring, proprio in casa del tedesco, si torna allo scontro. Il colombiano, in decisa rimonta su Michael, tenta un azzardato attacco all’esterno al tornante Dunlop. La manovra ha successo, ma fa finire il teutonico in testacoda, facendogli perdere diverse posizioni. Il sudamericano, invece, se ne va indisturbato. La gara si inserisce nella prepotente estate di Juancho che, dopo un avvio di stagione poco brillante, rimonta con decisione in campionato.


Si arriva a Monza con una situazione di classifica pirotecnica: Schumacher 72 punti, Montoya 71, Räikkonen 70! L’inerzia è però tutta dalla parte di Juan Pablo, che viene da sette podi consecutivi e, a partire dal Gran Premio di Montecarlo, ha marcato la bellezza di 56 punti, contro i 34 di Michael e i 28 di Kimi. Insomma, il colombiano appare lanciatissimo verso l’Iride. Tuttavia il tedesco non ha nessuna intenzione di abdicare e lo fa capire proprio nell’autodromo brianzolo. Il Kaiser ruggisce in qualifica, tornando a realizzare la pole position per la prima volta dalla primavera, precedendo di soli 51 millesimi proprio lo straripante Juancho. La tensione è palpabile e quando i semafori si spengono Schumacher difende la leadership, tuttavia Montoya gli si incolla agli scarichi e lo attacca alla variante della Roggia. La Ferrari e la Williams rimangono affiancate sino alla prima di Lesmo, nessuno dei due vuole mollare e alla fine è Michael a spuntarla, sia nel duello corpo a corpo che nell’intenso braccio di ferro durato per tutta la gara. Il tedesco torna a vincere dopo tre mesi, mentre il colombiano si classifica secondo. La lotta per il Mondiale è infuocata, ma a Indianapolis Juancho fa la frittata. Sbaglia la partenza e, inviperito per l’errore, tenta di mettere una toppa che si rivela peggio del buco. Infatti sperona Rubens Barrichello, guadagnandosi una penalità, dopodiché sotto la pioggia va in crisi con le rain e conclude solo sesto, doppiato. Il Kaiser invece vince in rimonta e lo mette matematicamente fuorigioco dalla corsa all’Iride.


Insomma, Schumacher miete un Mondiale dopo l’altro, ma Montoya si avvicina sempre di più. Il 2004 sarà l’anno del cambio della guardia al vertice? Assolutamente no, perché la Ferrari produce un’altra arma letale, la F2004, mentre la Williams tenta l’azzardo della FW26 con il “muso a tricheco”, che però non paga. Nonostante non ci sia lotta in campionato, Michael e Juan Pablo trovano comunque il modo di scornarsi. A Imola il tedesco si difende con cattiveria da un assalto del colombiano alla Tosa, spingendolo sull’erba. Il sudamericano subito dopo riserva esattamente lo stesso trattamento al proprio compagno di squadra, nonché fratello del teutonico. Nella conferenza stampa post-gara i due si beccano riguardo l’accaduto che si rivelerà però il crepuscolo della loro rivalità. Eccezion fatta per lo strano tamponamento sotto il tunnel di Montecarlo in regime di safety car, non si scontreranno più. Nel 2005 Juancho si trasferisce alla McLaren, mentre il Kaiser incappa in una stagione oltremodo negativa e abdica. Dopodiché nel 2006 Montoya verrà clamorosamente appiedato dal team di Woking dopo aver eliminato il compagno di squadra Kimi Räikkonen in quel di Indianapolis, lasciando così definitivamente la Formula 1.

In conclusione, i numeri saranno anche impietosi, ma nella realtà dei fatti Montoya è stato l’uomo che ha osato sfidare apertamente Schumacher quando era all’apice del suo splendore e dominava il Circus. La guerra dichiarata da Juan Pablo ha visto trionfare su tutta la linea Michael, ma al colombiano resta comunque l’onore delle armi e la soddisfazione di aver vinto qualche battaglia. Come testimoniato da episodi quali lo splendido sorpasso all’esterno della chicane bus-stop a Spa nel 2004, a Juancho sarà anche mancate la continuità di rendimento per sconfiggere il Kaiser, ma in tema di coraggio e talento puro il sudamericano non era secondo a nessuno.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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