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Ciclismo, Vincenzo Nibali e la maledizione della maglia azzurra. Le cadute di Firenze 2013 e Rio 2016, ora il rinvio delle Olimpiadi e un Mondiale a rischio

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Un rapporto non idilliaco, addirittura da definirlo una maledizione. La sfortuna ci si è messa più volte a contrastare Vincenzo Nibali in Maglia Azzurra: lo Squalo dello Stretto, il corridore italiano più vincente di quest’epoca, infatti non è mai riuscito ad esaltarsi in Nazionale. Anche quest’anno, con il Coronavirus, l’ennesimo capitolo di una storia senza fine: c’è ancora però spazio per ribaltare l’andamento.

Tralasciando il Mondiale di Valkenburg, dove Nibali sarebbe dovuto essere capitano ma non è riuscito a far la differenza sul Cauberg, in tanti ricorderanno sicuramente due eventi importanti nell’avventura dello Squalo in maglia azzurra. In quel di Firenze, nel Mondiale casalingo del 2013, il siciliano sembrava essere il più in forma in gruppo, ma una caduta lo ha particolarmente limitato: costretto ad inseguire negli ultimi giri, è riuscito a rimanere con i migliori nella tornata conclusiva, senza però fare il vuoto e dovendosi accontentare della quarta piazza. Ancor più tragica l’Olimpiade di Rio 2016: Nibali era riuscito a fare il vuoto con il colombiano Sergio Henao ed il polacco Rafal Majka, ma, quando sembrava lanciato verso il podio (se non la vittoria), è finito a terra in discesa fratturandosi la clavicola.

L’anno del riscatto doveva essere il 2020, con i due appuntamenti più importanti, le Olimpiadi di Tokyo ed il Mondiale in Svizzera che prevedevano percorsi ideali alle caratteristiche del corridore della Trek-Segafredo. Scontato però è stato il rinvio dei Giochi a causa del virus che ha fermato il Mondo, a rischio la manifestazione iridata, che al momento è stata però confermata: da capire quale sarà la condizione psicofisica del siciliano verso l’appuntamento elvetico.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto:By Bradley Griffin – https://secure.flickr.com/photos/bwgtheatre/10014423756/, CC BY 2.0, Link

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