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Calcio, polemica Spadafora-Lega Serie A: il campionato si concluderà con classifica a tavolino?

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Un clima decisamente arroventato. Si attendevano novità dal Governo relativamente alla ripresa degli allenamenti per i calciatori, con le istituzioni del Pallone decise a chiudere il campionato entro il 2 agosto e non oltre. La risposta dell’esecutivo è stata quella di un ritorno in funzione della preparazione dal 18 maggio, mentre sull’eventuale chiosa della Serie A non sono arrivate risposte.

Un silenzio che, da questo punto di vista, ha scatenato le ire della Lega di Serie A che, come riportato dall’Ansa, si attendeva il rispetto di una scadenza anche sulla ripresa del torneo nazionale, frutto di un accordo. Un’intesa che, a detta della Lega, è stata disattesa ma, che secondo alcune fonti interne al ministero dello Sport, non c’è mai stata: “Il protocollo presentato e oggetto di approfondimento in questi giorni infatti riguarda esclusivamente la ripresa degli allenamenti. Nessun impegno è stato assunto dal Governo per un arco temporale così lungo, non potendo fare previsioni su decisioni che possono essere valutate solo osservando l’andamento della curva dei contagi e sulle indicazioni che il comitato tecnico scientifico potrà dare“.

E quindi? Difficile sbrogliare la matassa in questa “partita” tra salute ed economia. Allo stato attuale delle cose, infatti, una ripresa del campionato potrebbe avere degli effetti non da poco sullo status atletico dei calciatori, fermi da tanto tempo e costretti a non potersi allenare. Oltre a questo anche il rispetto di un protocollo di non facile attuazione rappresenta un’altra criticità di non poco conto, senza considerare che si parla di uno sport di contatto e in cui un possibile contagio di un calciatore potrebbe avere delle conseguenze penali sulla società di appartenenza.

E’ altrettanto vero che il calcio più che uno sport è un’industria e le ricadute economiche potrebbero essere importanti. Il “Pallone” ha esposizioni per 4 miliardi e la sola idea di perdere la stagione, per un danno da 720 milioni di euro almeno, fa rabbrividire. Il settore difficilmente potrebbe permetterselo e non saranno le pay-tv a salvare i club, perché anch’esse dovranno abbassare i canoni o perderanno spettatori, come rivelato da alcuni esperti del settore. Un altro discorso riguarda una ripartenza nel mese di settembre. Di fatto, un vaccino non ci sarà prima del 2021 e non è detto che una nuova ondata epidemica non vi possa essere con l’abbassamento delle temperature. In questo caso, si dovrebbe quindi attendere ancora che la tempesta termini?

Pertanto, annullare senza accordi, senza progetti e senza certezze sul futuro, rischia di essere una scelta con effetti decisamente negativi. Non resta che attendere le decisioni di chi di dovere.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: LaPresse

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