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Beach volley, Fabio Galli (Fipav): “Lavoriamo perchè non sia un’estate senza sport da spiaggia”

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Il rischio dell’estate senza beach volley e sport da spiaggia in generale c’è, inutile negarlo, ma gli ultimi giorni hanno fatto pendere l’ago della bilancia verso una ripresa, seppur graduale, delle attività all’aria aperta, anche di squadra, e dunque si può sperare in qualche partita sulla sabbia con gli amici e soprattutto nell’organizzazione di corsi e tornei sulle spiagge italiane nell’estate del 2020.

Partiamo dal presupposto che la questione è complicata e che non si potranno fare tante cose, non solo in spiaggia, nelle prossime settimane e forse anche in estate – dichiara il responsabile organizzativo del beach volley della Fipav Fabio Galli – però nei giorni scorsi il CONI ci ha fatto compilare un questionario in merito ai rischi di ciascuna delle attività sportive in seno alla nostra Federazione. Il beach volley è fra quelle discipline che sono sospese tra sport di squadra e sport individuali, giocandosi nella versione olimpica, due contro due, per cui non ha lo stesso coefficiente di rischio, in termini di contagio, che potrebbe avere uno sport di squadra tipo rugby o calcio ma nemmeno quello di uno sport che si gioca uno contro uno come potrebbe essere il tennis. Personalmente sono per il ‘tutto chiuso o tutto aperto’ perchè diversamente si creano ad esempio delle storture come il fatto che io da Piacenza posso muovermi fino a Rimini perché è Emilia Romagna con un viaggio di 200 km ma non andare a Lodi che è a 10 km perché è Lombardia. Per il beach volley servirà un protocollo unico nazionale, con regole certe che possono ovviamente anche essere ritoccate dagli enti locali ma quello accade già perché in alcune spiagge era vietato giocare anche prima del coronavirus per non disturbare i bagnanti e salvaguardare il turismo delle famiglie“.

L’attesa è tutta per il protocollo che scaturirà dall’incontro odierno del ministro Spadafora con la commissione scientifica. “Attendiamo con ansia, sia per avere un via libera di massima per l’attività amatoriale sulle spiagge, sia per poter pensare di tenere in piedi l’attività agonistica, a partire dai tornei Serie Beach fino ad arrivare al Campionato Italiano, il tutto ovviamente tenendo conto della regola principale del distanziamento sociale e, se sarà necessario, della disputa dei tornei più importanti a porte chiuse. Tutta la fase 2 si baserà sul buonsenso dei cittadini e anche il beach volley non potrà prescindere da questo. Organizzare un torneo sulla spiaggia libera può significare attirare il bagnante che si trova sotto l’ombrellone dello stabilimento vicino. Se il potenziale spettatore si avvicinerà al campo e si manterrà a distanza di sicurezza da giocatori e altri eventuali spettatori non vedo niente di male, deve essere l’organizzatore ad evitare poi che si creino pericolosi assembramenti. Se non è in grado di farlo, è impossibile pensare di organizzare tornei di qualsiasi livello“.

Galli spera di far disputare qualche tappa del Campionato Italiano.Abbiamo deciso di non decidere quando in tanti ci tiravano per la giacca, a metà marzo quando la congiuntura sanitaria e la situazione emozionale era totalmente negativa e, alla luce dei fatti, credo che abbiamo fatto bene. Il Campionato Italiano non è cancellato, purtroppo dovremo saltare sicuramente le prime tappe, che erano in programma a Milano e a Como, sulle rive del Lago, ma sono in ballo ancora un numero che va da un massimo di cinque fino a scendere a una tappa tra fine luglio e fine agosto. Ci sono due aspetti di cui dovremo tenere conto per proseguire nel nostro progetto: la sicurezza di atleti e di chi lavora per il circuito. Si giocherà inevitabilmente a porte chiuse, senza tribune, dovremo attendere i protocolli da seguire e se saranno praticabili proseguiremo ma dall’altra parte dobbiamo tenere conto anche delle esigenze degli organizzatori. Se la località che ci ospita (le certezze sono Montesilvano in Abruzzo a fine luglio, poi Catania e Caorle a fine agosto) potrà quantomeno affrontare un minimo di stagione turistica è ovvio che ci sarà l’interesse per l’organizzazione dell’evento, se gli stabilimenti balneari resteranno chiusi per questioni di sicurezza è inutile pensare di fare tornei di beach volley. Ci proveremo perché anche solo un numero esiguo di tornei permetterebbe ai giocatori di non trascorrere la stagione in totale inattività e perché una tappa del Campionato Italiano disputata in estate potrebbe riscuotere l’interesse di tutto il movimento del beach volley italiani, nazionali comprese e magari anche non solo italiano, innalzando il livello dei tornei del circuito tricolore. Tutto quello che si farà, questo posso garantirlo, si farà tenendo sempre conto principalmente della sicurezza e della salute di tutti i partecipanti. Aspettiamo e vediamo cosa può succedere“.

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Foto Mattia Martegani Live Photosport

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