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Sci alpino, Federica Brignone e una carriera ormai da grandissima. Resta un ultimo traguardo: un oro olimpico o mondiale

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Federica Brignone - Pentaphoto

L’ultima frontiera: conquistare l’oro in un grande appuntamento che ancora manca a Federica Brignone e renderebbe la sua carriera assolutamente straordinaria, completa, dopo 15 successi e 39 podi nel circuito maggiore, 1 medaglia iridata, 1 olimpica, 1 oro e 1 argento mondiale juniores. E’ il momento giusto per farlo dato che la milanese di scuola valdostana si trova all’apice della sua parabola e proprio nelle prossime due stagioni affronterà i Mondiali casalinghi di Cortina e le Olimpiadi di Pechino, dove sono in costruzione le nuove piste, pare piuttosto intriganti.

Come accaduto con le sfere di cristallo, potrebbe arrivare tutto e subito, chissà: era incredibile il fatto che Federica non fosse nemmeno riuscita a salire sul podio della classifica di specialità in gigante (solo in combinata) e poi al primo tentativo ‘vero’ ecco subito la Coppa, per non parlare di quella assoluta. La sfida iridata è intrigante e ci sembra assolutamente alla portata di Brignone, anche perché sono diverse le frecce al suo arco per provare a conquistare almeno un oro: diremmo in tutte le specialità, tranne lo slalom, con focus particolare su gigante, superG e combinata considerando le caratteristiche della pista di Cortina, l’Olympia delle Tofane.

La storia tra Federica e i Mondiali di sci è davvero particolare: al primo tentativo vince subito un argento in gigante, a pochi centesimi dall’oro di Maze, a Garmisch-Partenkirchen 2011, sulle stesse piste (o quasi) dove nel 2009 aveva conquistato il titolo iridato in combinata, ma juniores; a Schladming 2013 non è presente (su un tracciato perfetto per lei, in gigante) causa problema alla caviglia destra che la tiene fuori per quasi tutta l’annata; a Vail 2015 esce su un dosso in gigante, nella seconda stagione post-infortunio, quando aveva quanto meno ritrovato il feeling con il podio, ad Aspen; a St. Moritz 2017 arriva in buona forma, forse un po’ “divorata” dalla tensione (ma l’esperienza si rivelerà utile): si piazza 3 volte nelle 10 in quattro gare, incredibilmente però non arrivano medaglie: 4a in gigante, 8a in superG, 7a in combinata; ad Aare 2019 la storia si ripete: 5a in gigante, 6a in combinata, 10a in superG! Pazzesco. Morale, in cinque rassegne iridate disputate (e 11 gare), Federica si è piazzata sette volte nelle prime 10, conquistando però solo una medaglia. Tendenza assolutamente da invertire.

Come ai Giochi, dove esordì 19enne a Vancouver 2010 senza raccogliere granché, pur nella stagione del primo podio in Coppa, in quanto a febbraio 2010 non era in grande fiducia; a Sochi 2014 uscì in gigante nella prima stagione post infortunio, in cui non salì mai sul podio in Coppa; a PyeongChang 2018 raccolse un bel bronzo tra le porte larghe, nel giorno in cui però Shiffrin, pur vincente, non era sembrata imbattibile. Insomma, anche qui c’è margine per fare meglio, ma è probabile che quella cinese sarà l’ultima olimpiade di Federica (anche se speriamo di no), che nel 2022 avrà 31 anni (e poi 35 per Milano-Cortina 2026, ma… mai dire mai.

Un particolare: negli sport della neve, nessuna italiana è mai riuscita a conquistare i tre titoli più importanti in carriera, cioè Coppa del Mondo, oro olimpico, oro mondiale. Non c’è l’ha fatta Deborah Compagnoni (cui manca la sfera di cristallo assoluta), né Stefania Belmondo (idem come Deborah), neppure Manuela Di Centa (che non ha mai vinto un titolo mondiale) o Gabriella Paruzzi (cui manca l’oro iridato) e non ancora Michela Moioli nello snowboard (le manca il titolo mondiale e va detto che la Coppa di snowboard cross è appunto una coppa di disciplina) e Dorothea Wierer, cui manca solo l’oro olimpico. Ce l’ha fatta solo Arianna Fontana, ma nello short track (ghiaccio). A Federica Brignone mancano sia il titolo iridato che quello olimpico, certo, ma avrà appunto a disposizione due rassegne consecutive, al top della carriera, e almeno tre specialità (se non quattro) grazie alle quali provare a colmare questa ‘vuoto’. Ma è più l’albo d’oro, in realtà, a essere orfano del suo nome, che non il contrario.

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gianmario.bonzi@gmail.com

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Foto: Pentaphoto.

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