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MotoGP, Mondiale 2020: Andrea Dovizioso, obiettivo costanza per rimanere attaccato al treno iridato. E l’holeshot della Ducati…

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L’allarme Coronavirus ha cambiato inevitabilmente i piani di tutti nelle proprie attività. E’ il caso anche del Mondiale 2020 di MotoGP, ricordando la cancellazione del GP del Qatar e il rinvio a data da destinarsi del GP della Thailandia. Si dovrebbe cominciare da Austin (Stati Uniti) il 5 aprile, ma molto dipenderà dall’evoluzione dell’emergenza e ovviamente dalle decisioni delle autorità locali.

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Ciò detto, i test andati in scena a Sepang (Malesia) e a Losail (Qatar) ci hanno lasciato una Ducati che deve un po’ trovare una sua identità. La Desmosedici ha fatto tanta fatica ad adattarsi alle gomme. Il discorso è stato perfettamente spiegato da Piero Taramasso, responsabile Michelin MotoGP, ai microfoni di Sky Sport: “L’area di contatto con il suolo (il cosiddetto contact patch) risulta più grande. Questo significa che quando i piloti accelerano, nella fase di trazione, avranno un grip maggiore, una motricità superiore rispetto all’anno scorso. I rider dovranno adattare il loro stile di guida alla nuova carcassa. Ma anche il telaio e le sospensioni, in modo da compensare questa aderenza maggiore“. Un mutamento del quadro che, specie nel box Yamaha e Suzuki, è piaciuto parecchio, mentre a Borgo Panigale hanno il broncio. In buona sostanza per le moto che hanno della velocità di percorrenza in curva il fiore all’occhiello questa gomma con maggior grip è ad hoc, mentre per chi nel turning non esprime il meglio ci sono difficoltà nel riuscire a massimizzare la prestazione.

Ducati non è stata con le mani in mano e nelle ultime prove qatariane ha introdotto tante novità. In primis l’Holeshot 2.0: un dispositivo pensato per variare, in movimento, l’assetto della moto. Si tratta di un sistema simile che viene utilizzato sulle Mountain Bike per bloccare le sospensioni in salita e sull’asfalto, per non disperdere con le oscillazioni la forza espressa dalla pedalata. Un anno fa venne concepito per bloccare l’ammortizzatore posteriore al momento della partenza, con la GP19 che veniva schiacciata sull’asfalto, mentre ora il pilota può intervenire sull’assetto durante la gara. I vantaggi sono due: “In rettilineo la moto si abbassa e il baricentro è più vicino all’asfalto, per un minore trasferimento di carico sul posteriore e quindi diminuisce la tendenza della moto ad impennarsi in uscita di curva. Secondo, abbassare di 2-3 centimetri significa aumentare l’angolo di sterzo per un mezzo più stabile”, le parole di  Giulio Bernardelle, ex capo tecnico in MotoGP, alla Gazzetta dello Sport. In secondo luogo si sono viste anche nuove soluzioni aerodinamiche per fare in modo che la GP20 possa essere più prestazionale in curva.

C’è da lavorare e Andrea Dovizioso ne è perfettamente consapevole. Il forlivese è pronto a lottare fino alla fine, come dimostra anche anche il cambiamento cromatico sul suo casco, con la rappresentazione del “Cavaliere dello Zodiaco” più coraggioso di tutti. Cresciuto a “pane e Pegasus”, il “Dovi” spera di esprimere il suo fulmine in sella alla moto di Borgo Panigale, ben sapendo che la sua arma non potrà che essere la costanza in una categoria più che mai equilibrata.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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