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MotoGP, le grandi rivalità: Rossi vs Biaggi, lo “Spaghetti Duel” che ha infiammato l’Italia

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Una delle rivalità più iconiche e intense nella storia del motomondiale è indubbiamente quella tra Valentino Rossi e Max Biaggi. Il dualismo, soprannominato dalla stampa estera lo “Spaghetti Duel”, ha diviso l’opinione pubblica italiana tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del XXI secolo, raggiungendo il suo acme nel 2001, senza però mai sopirsi del tutto neppure negli anni seguenti. Andiamo, dunque, a rivivere quella sfida rovente in pista e sui media.

Tutto comincia nella primavera del 1997. Max Biaggi è sulla cresta dell’onda. Ha vinto gli ultimi tre titoli mondiali della classe 250 cc e in Italia ha guadagnato una popolarità immensa, la più elevata per un pilota motociclistico dai tempi di Giacomo Agostini.  Intanto, però, c’è un altro centauro italiano che comincia ad attirare l’attenzione dei media e dei tifosi. Si tratta del diciottenne Valentino Rossi, il quale ha iniziato a vincere in 125 cc, mettendo in mostra un grande talento e un atteggiamento da guascone nei festeggiamenti e nelle dichiarazioni alla stampa.

Il teenager di Tavullia, peraltro, non ha timori reverenziali né peli sulla lingua e, di tanto in tanto, nelle sue interviste cita anche il romano. Biaggi, che ha l’indole del cannibale e nei due anni precedenti ha polverizzato psicologicamente il giovane compagno di squadra Roberto Locatelli, cerca subito di imporre la sua forte personalità anche con Rossi. A Suzuka, in occasione della seconda gara stagionale, Max attacca Valentino in pubblico, dicendogli “prima di parlare di me, sciacquati la bocca”.

Il pesarese, però, ha un carattere altrettanto energico e non si fa intimidire. Anzi, prende l’accaduto come una sfida e studia il modo per ripagare il romano con gli interessi. Non c’è da aspettare molto. Poche settimane dopo, Rossi vince al Mugello. Per festeggiare il successo, percorre il giro d’onore portando con sé una bambola gonfiabile su cui ha scritto il nome Claudia Schiffer. L’allusione è chiara, all’epoca Biaggi era infatti al centro delle cronache rosa per una liaison con Naomi Campbell.

Insomma, a Suzuka il Corsaro vuole tirare uno schiaffo psicologico a VR46, il quale anziché incassare il colpo, risponde a tono. Nasce così una forte rivalità, seppur a distanza. I due, infatti, gareggiano in classi diverse e in quel 1997 si laureano entrambi Campioni del Mondo, salendo contemporaneamente di categoria a partire dal 1998. La stampa, però, ha fiutato la preda e comincia a fare da grancassa a ogni esternazione dei due riguardo all’altro. Rossi, estroverso e spigliato, si rivela un comunicatore più abile di Biaggi, introverso e spigoloso. Lo scontro diretto in pista, arriva però solo nel 2000, anno in cui anche il teenager di Tavullia raggiunge la classe regina.


La situazione è potenzialmente esplosiva e la bomba deflagra in tutta la sua potenza nel 2001, stagione durante la quale la rivalità sfocia in guerra aperta. Peraltro gli attriti personali sono acuiti dal fatto che Valentino e Max sono la punta di diamante rispettivamente della Honda e della Yamaha. Alla rivalità tra gli uomini si somma dunque anche quella storica tra le due aziende giapponesi. Il conflitto tra il Corsaro e VR46 scoppia nella prima tappa stagionale, a Suzuka. Nelle fasi iniziali della gara, il romano e il pesarese occupano rispettivamente la terza e la quarta posizione. Rossi lancia un attacco all’esterno all’ultima curva, ma Biaggi allarga il gomito sinistro, spingendo pericolosamente il rivale sull’erba all’imbocco del rettilineo principale. Valentino non la prende bene e nel corso della tornata successiva, tenta un avventato sorpasso alla Spoon curve, rischiando di agganciare l’avversario. Dopodiché VR46 prende la scia del Corsaro e lo sorpassa proprio sul rettifilo del traguardo. Una volta completata la manovra, gli mostra senza fronzoli il dito medio. Il pesarese va a vincere la gara, mentre il romano chiude terzo. Dopo il Gran Premio fioccano, chiaramente, le polemiche. Rossi conferma di aver rivolto il gesto sprezzante perché convinto che Biaggi avesse tentato di danneggiarlo volutamente. Il rivale, invece, sostiene di non aver allargato il gomito volontariamente, ma di averlo fatto in maniera istintiva per evitare un contatto. La FIM apre un’inchiesta sull’accaduto, che si risolve in un nulla di fatto. I due, però, ormai si guardano apertamente in cagnesco.

Vincendo tre dei primi cinque GP, Valentino si propone come il favorito per la conquista del titolo. Max rappresenta invece la principale, per non dire unica, alternativa. La tensione è altissima e in occasione del Gran Premio di Catalogna, sesta prova stagionale, i due arrivano quasi a mettersi le mani addosso. In pista danno vita a un’intensa sfida che si risolve con il successo del pesarese, mentre il romano conclude secondo. Sulla stretta scalinata usata per salire sul podio, Biaggi urta Gibo Badioli, manager e amico di Rossi. Se la spinta sia volontaria o meno, non è dato a sapersi. Di certo c’è che la situazione degenera e si passa rapidamente dalle parole ai fatti. VR46 e il Corsaro vengono alle mani, ma la rissa viene prontamente sedata dagli ufficiali di gara. La FIM, anche in questo caso, non prende posizione ufficiale, ma dietro le quinte si muove affinché i due arrivino a una tregua, che viene prontamente siglata due settimane dopo ad Assen, con tanto di stretta di mano in pubblico. I bollenti spiriti si stemperano, ma la lotta prosegue in pista e, soprattutto, sui media.

Proprio in Olanda, Biaggi si prende la rivincita, battendo Rossi al termine di un entusiasmante testa a testa che viene interrotto in anticipo dalla bandiera rossa, esposta a causa di un imminente acquazzone. Il pesarese però si rifà nel successivo appuntamento di Donington. La sfida è elettrizzante, perché dopo il GP di Germania (vinto da Biaggi), i due sono separati da soli 10 punti. La rivalità infiamma anche il pubblico, che si divide tra “rossiani” e “biaggisti”, con inevitabili discussioni piuttosto accese. Nel mentre, la stampa sguazza in questo dualismo, dando il massimo risalto a qualsiasi frecciatina tirata dall’uno piuttosto che dall’altro.

Peraltro, il duello è infuocato anche perché è evidente come un italiano tornerà a vincere il Mondiale della classe regina 19 anni dopo Franco Uncini. Dunque, chi dovesse riuscirci, passerà viepiù alla storia. La svolta del furibondo braccio di ferro avviene tra Brno e l’Estoril. In entrambi i casi, Biaggi realizza la pole position, però in gara finisce a terra e ambedue le vittorie sono raccolte proprio da Rossi, che quindi va in fuga nel campionato.

Ciò che avviene il 14 ottobre 2001 a Philipp Island è emblematico di quanto la rivalità sia rovente. Quella australiana è la terz’ultima gara del campionato, Valentino ha 67 punti di vantaggio su Max e, di conseguenza, gli è sufficiente concludere ottavo per mettere le mani sul Mondiale. Tuttavia, il pesarese non ci sta a laurearsi Campione con un piazzamento, soprattutto se dovesse essere il romano, che parte dalla pole position, a vincere la gara. VR46 ingaggia quindi una battaglia mozzafiato con il Corsaro, pur di imporsi anche in quel Gran Premio. La sfida è sensazionale, fatta di sorpassi e controsorpassi. Rossi si prende una serie di rischi assurdi e inutili ai fini della corsa al Titolo, ma la battaglia ormai va oltre la classifica iridata, è diventata una questione di principio. Si corre per battere il rivale a prescindere, sempre e comunque. Alfine, lo scontro viene vinto proprio da Valentino, che sul traguardo precede Biaggi di soli 13 millesimi, laureandosi Campione e dimostrando contemporaneamente di essere indiscutibilmente il più forte.

I 106 punti che separano i due nella classifica generale del 2001 sono bugiardi e non raccontano di quanto sia stato intensa la bagarre. Tutti gli appassionati si augurano che nel 2002 si possa vivere un remake della sfida. Invece, non c’è partita. La 500cc va in pensione, sostituita dalla MotoGp con i motori a quattro tempi. L’accoppiata Rossi-Honda si rivela irraggiungibile per chiunque. Biaggi, ormai ai ferri corti con la Yamaha, non perde occasione per sottolineare pubblicamente l’inferiorità del proprio mezzo meccanico, come peraltro già fatto in maniera meno vigorosa già nel 2001. VR46 e il Corsaro chiudono ancora primo e secondo il Mondiale, ma stavolta i 140 punti di distacco sono la fotografia di un’annata dominata dal pesarese, durante la quale vi è comunque spazio per un’altra polemica tra i due. A Donington, subito dopo il traguardo, Valentino sta festeggiando l’ennesima vittoria quando Max, giunto secondo, lo sfiora a tutta velocità. Rossi non gradisce e nell’intervista post-gara se ne esce dicendo in diretta televisiva: “Biaggi è abituato a fare queste str..zate, evidentemente gli tira il c..o arrivare dietro tutte le domeniche!”.  Sta per esplodere un’altra bomba? No, perché il romano spiega all’avversario di “avergli fatto il pelo” perché è rimasto in piena lotta con Alex Barros sino alla bandiera a scacchi. Il pesarese accetta la versione dei fatti e si scusa per la sua uscita.

Per il 2003 Biaggi ritorna alla Honda, lasciata polemicamente a fine 1998 per presunti favoritismi nei confronti di Mike Doohan. Valentino e Max correranno quindi, per la prima volta, con la stessa moto. O quasi, perché VR46 ha un mezzo ufficiale, mentre il Corsaro è nel team clienti Pramac Pons. Effettivamente, la prima parte di campionato è piuttosto equilibrata, anche se nel dualismo tra i due italiani si infila lo spagnolo Sete Gibernau, a sua volta dotato di una Honda clienti. Tuttavia, nella seconda metà di stagione Rossi prende il largo e sbaraglia nuovamente la concorrenza. Inizia, però, a farsi strada una voce che ha del clamoroso, ovvero che il pesarese possa lasciare la Honda, in quel momento assolutamente dominante. Biaggi non ci crede e a settembre rilascia un’intervista alla Gazzetta dello Sport in cui dichiara che “Valentino non ha le pa..e per cambiare moto e firmerà ancora con Honda”. In realtà, Rossi sta firmando con Yamaha! Una scelta coraggiosissima e azzardata, poiché la casa del Diapason è palesemente in crisi. La decisione è però dettata dalla voglia di VR46 di dimostrare di essere il migliore a prescindere dal mezzo meccanico.


Dunque, i due nel 2004, si sfidano a moto invertite rispetto al 2001-2002. O quasi, perché il Corsaro è sempre fuori dal factory team Honda. Comunque sia, nel 2003 le Honda clienti si erano rivelate indiscutibilmente superiori anche alla Yamaha ufficiali. Pertanto, c’è grandissima attesa attorno alla nuova stagione. L’atto inaugurale va in scena a Welkom, in Sudafrica, ed è memorabile. Rossi e Biaggi si trovano a sfidarsi nell’ennesimo testa a testa. Anche questo duello è da tachicardia, poiché i sorpassi e i controsorpassi si sprecano. Alfine la spunta, ancora una volta, Valentino, che si impone con una moto inferiore e, dopo la bandiera a scacchi, si deve fermare commosso per sfogare la tensione. È solo l’inizio di una riedizione del serrato triello Rossi-Gibernau-Biaggi dell’anno prima. Il pesarese, nonostante la moto meno competitiva, tiene testa ai due rivali e dal giro di boa della stagione prende il largo, laureandosi Campione del Mondo per la quarta volta consecutiva. Stavolta con la casa del Diapason dopo i tre successi con quella dell’Ala dorata. È unanimemente considerata un’impresa, perché da oltre un decennio la Yamaha non riusciva a battere la Honda e torna all’Iride per la prima volta dal 1992.


Nel 2005 la sfida tra Valentino e Max sale nuovamente di livello, poiché il romano è finalmente dotato di una Honda ufficiale. La situazione ora è davvero totalmente opposta rispetto a pochi anni prima. A prescindere dal mezzo meccanico, VR46 quell’anno non ha rivali e travolge qualsiasi avversario, compreso Biaggi, che invece, nonostante abbia finalmente messo le mani sulla moto dei suoi sogni, arranca. L’unico scontro diretto tra i due rivali si verifica al Mugello. Anche qui, la furibonda battaglia viene vinta dal pesarese. Sarà l’ultimo braccio di ferro tra i due, poiché a fine stagione Max, in polemica anche con Honda, si ritrova fuori dalla MotoGP.

Nonostante l’addio al motomondiale, gli attriti tra VR46 e il Corsaro non si esauriscono. Anzi, proseguono per qualche anno a mezzo stampa. I media continuano ad abbeverarsi voluttuosamente dell’antipatia reciproca tra i due, proseguendo a rimarcare le uscite dell’uno nei confronti dell’altro e viceversa. Gli argomenti di polemica non mancano. Per esempio è il periodo in cui si vocifera di un possibile impegno di Rossi Formula 1, nonché del concreto passaggio in Superbike di Biaggi, che peraltro andrà a vincere il campionato. Proprio in questo periodo, però i toni iniziano a farsi più pacati. Anzi, pur senza mai amarsi, i due iniziano a esternare stima mutuale.

Insomma, la rivalità Rossi-Biaggi non è certo stata costruita ad arte, ma è stata genuina e figlia dello scontro di due facce della stessa medaglia. Due caratteri forti trovatisi a collidere, regalando agli appassionati momenti estremamente emozionanti sul piano sportivo e, al contempo, donando un’enorme visibilità al motociclismo sul piano della comunicazione. D’altronde, soprattutto in Italia, il loro acceso scontro ha generato viepiù l’interesse attorno alla disciplina, che soprattutto all’inizio del XXI secolo ha vissuto il periodo di massima popolarità. Un elemento aggiunto che ha saputo rendere memorabile un duello già epico di per sé, entrato di diritto non solo nella storia della MotoGP, ma anche nella cultura di massa. Per questa ragione, lo “Spaghetti Duel” rimarrà per sempre negli annali e non potrà mai essere dimenticato.

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paone_francesco[at]yahoo.it

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Foto: La Presse

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