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Coronavirus è nell’aria? Ipotesi che possa venire inalato anche sul balcone di casa. Verità o bufala? Burioni: “Non ci credo”

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In piena emergenza coronavirus si sprecano le bufale e le fake news, notizie false e inventate per allarmare le persone, un macabro divertimento per qualche squilibrato che si diletta a creare allarmismo in un situazione davvero molto complicata ed estremamente difficile. La pandemia si è diffusa in tutta Italia e sta dilagando nel mondo, il coronavirus si prende stando a stretto contatto con persone che sono malate: proprio per questo motivo bisogna stare ad almeno un metro di distanza da altri soggetti, usare le dovute precauzioni, possibilmente fornirsi di mascherina, lavarsi spesso le mani, starnutire e tossire in un fazzoletto monouso o nella piega del gomito, igienizzare sempre le superfici, evitare luoghi affollati.

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CORONAVIRUS NELL’ARIA? SI PUÒ PRENDERE USCENDO DA SOLI O SUL BALCONE? VERITÀ O BUFALA?

Questi consigli sono ormai stati imparati a memoria da quasi tutti ma non mancano notizie, soprattutto su Internet, che generano nuovi timori. Ad esempio il coronavairus è nell’aria? C’è la possibilità che venga inalato anche passeggiando in totale solitudine o stando semplicemente sul balcone di casa? Qualche giorno fa lo studio secondo il quale il coronavirus resiste nell’aria per 30 minuti e può essere trasmesso anche a 4,5 metri di distanza è stato ritirato, senza una spiegazione, dalla rivista che l’aveva pubblicato, il Practical Preventive Medicine.

Il famoso virologo Roberto Burioni ha spiegato che i dati forniti dalla ricerca non sono attendibili. Il Professore di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano ne ha parlato sul suo sito: “Lo studio mi ha lasciato perplesso. Era uscito in un giornale di poca rilevanza, i dati certi a nostra disposizione ci indicano l’esatto opposto, la descrizione contenuta nel lavoro era semplicemente un’osservazione aneddotica (che è sempre solo la partenza per uno studio più accurato, non una verità scientifica), e infine c’erano alcune incongruenze, come ad esempio il fatto che erano state contagiate persone molto distanti dal ‘passeggero A’, ma non quello seduto accanto a lui“.

stefano.villa@oasport.it

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Foto: Lapresse

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