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Rugby, Sei Nazioni 2020: Italia, con il Galles si salvano i giovani, ma nulla più

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Il Guinness Sei Nazioni 2020 dell’Italia inizia con un pesante 42-0 subito a Cardiff contro il Galles. Un ko che allunga a 23 la striscia di match persi dagli azzurri nel Torneo continentale e che non fa sicuramente iniziare nel migliore dei modi l’era di Franco Smith a capo della nazionale. Un ko netto, mai messo in discussione in un match dominato dal Galles, dove si sono evidenziati tutti i limiti dell’Italrugby già visti nella gestione di Conor O’Shea.

La mischia regge, la touche funziona, ma al di là delle fasi statiche c’è poca Italia a Cardiff. Le statistiche sono implacabili. 60% del territorio del Galles, che dominava la prima fase con un 75% all’ora di gioco, Nove volte il Galles ha superato la difesa azzurra, contro le tre volte italiane, mentre sette volte i placcaggi gallesi hanno portato l’Italia a perdere palla, mentre gli azzurri hanno recuperato solo tre palloni in difesa. Insomma, il match è stato in mano alla squadra di Wayne Pivac fin dal fischio d’inizio e l’Italia non ha mai dato la sensazione di poter riaprire il match.

L’Italia di Franco Smith è poco diversa da quella di Conor O’Shea. Manca un gioco, un progetto rugbistico su cui costruire la partita, con gli azzurri che difendono come possono, ma un Galles che non forza riesce a sfondare appena alza il ritmo di gioco. Palla in mano, invece, salvo qualche spunto individuale – in particolare di Mattia Bellini e Matteo Minozzi – c’è poco da mettere a referto in casa azzurra, con l’Italia che ha perso la palla troppo spesso quando era sul piede avanzante. Se a ciò si aggiunge un’ala che non difende sull’uno contro uno e un game plan che prevedeva calci telefonati a Leigh Halfpenny, si capisce che era difficile sperare in qualcosa di diverso.

Di positivo, come già detto, ci sono le prestazioni individuali, con i giovani – da Cannone a Zilocchi – che non hanno sfigurato, ma manca un gioco di squadra e, soprattutto, si è evidenziato una volta di più la mancanza di sostegno quando un azzurro prova a inventare qualcosa. Il gap tra Galles e Italia si è confermato enorme e un esordio così difficile lascia molti dubbi all’Italia, e poche certezze cui gli azzurri potranno attaccarsi nel prosieguo del torneo. Nonostante le parole di Franco Smith, che come i suoi predecessori cerca di vedere il buono dove è difficile trovarne.

“Ci sono state buone cose da parte nostra, ma è innegabile che abbiamo commesso degli errori. Dobbiamo sfruttare al meglio le occasioni a nostro favore. Nei punti di incontro abbiamo perso troppo spesso la palla, fattore che deve cambiare nelle prossime partite. Abbiamo giocato contro una delle migliori squadre in questa competizione, se non la più forte. Hanno meritato la vittoria. Adesso con l’analisi video della partita nella prossima settimana possiamo andare a correggere alcuni errori. E’ una dura lezione, ma ci sono anche cose positive” le sue parole.

“Abbiamo creato spazio per le ali, mosso bene la palla senza concretizzare. I ragazzi stanno assimilando gli schemi step by step. Il Galles con Pivac ha già giocato contro i Barbarians, questa per noi è la prima partita insieme. Nel rugby in Italia alla base c’è un gran lavoro. Ci sono tanti giocatori interessanti. Non è una scusante, ma oggi abbiamo giocato contro una squadra che è arrivata nella semifinale del Mondiale. Sono convinto che questo gruppo in futuro può dire la sua” ha concluso il ct. Potrà dire la sua, dice Smith, il problema è capire quando.

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Foto: Massimiliano Carnabuci – LPS

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