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Dakar 2020, dove può arrivare Fernando Alonso? I cinque interrogativi a cui rispondere

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Siamo ormai ai nastri di partenza della Dakar 2020, la corsa più dura del mondo che da quest’anno si correrà in Arabia Saudita, tra le dune del deserto e il caldo torrido di quelle latitudini. Al via della competizione con le auto spiccherà, ovviamente, lo spagnolo Fernando Alonso che, da quando ha chiuso con la Formula Uno, si sta divertendo in giro per il mondo tra WEC, 500 Miglia di Indianapolis e 24 Ore di Le Mans per mantenere sempre altissime le sue motivazioni. Affrontare una prova come la Dakar, forse, sarà la sfida più grande della sua ultima fase di carriera, ma incognite e variabili sono davvero numerose. Dove potrà arrivare l’asturiano? Dovrà lottare con il proprio mezzo e la sua inesperienza o potrà davvero puntare al bersaglio grosso? Proviamo ad analizzare la sua situazione a poche ore dal via della manifestazione. 

1 Come saprà adattarsi alla grande sfida?

La Dakar è un’esperienza durissima anche per i piloti più navigati, quindi lo spagnolo non partirà con i favori del pronostico ma dovrà affrontare normali difficoltà. Un reale e concreto obiettivo potrebbe dunque essere quello del piazzamento nella top10, magari aggiungendo una vittoria di tappa. Il principale motivo della presenza di Alonso in un contesto ostico come questo resta certamente quello di fare esperienza professionale e divertirsi, visto che il campione spagnolo ha fatto già intendere che non garantirà continuità nella sua carriera nei raid.

2 Come sarà il rapporto con il suo navigatore?

Fernando Alonso sa perfettamente che la sua Dakar non sarà una passeggiata di salute, anzi, ma non sarà solo. L’asturiano, infatti, avrà un grande aiuto dal suo compagno di viaggio, quel Marc Coma che gli garantirà la propria esperienza come navigatore data da anni di militanza nella corsa più complicata del mondo. Sotto questo punto di vista, quindi, l’ex campione del mondo della Formula Uno potrà dormire sonni tranquilli.

3 La Toyota farà favoritismi?

La casa nipponica si presenta alla Dakar 2020 con una pattuglia pronta a vincere e dominare. Sarà al via anche il tre volte campione Dakar Nasser Al-Attiyah, il sudafricano Giniel De Villiers e l’olandese Bernhard Ten Brinke. Si tratta in generale di una squadra molto solida che veste inevitabilmente i panni di favorita in ottica classifica generale, anche se si capirà solo strada facendo quale sarà l’equipaggio di punta da supportare per avere la meglio sui team avversari più temibili. Proprio per questo Alonso dovrà dare risposte immediate sin da subito, per non vedere la lente d’ingrandimento della Toyota posizionarsi su un altro equipaggio.

4 Lo spagnolo sarà in grado di resistere dal punto di vista fisico e mentale?

La gara presenterà 12 tappe e circa 9000 chilometri da percorrere. Uno sforzo che ha del clamoroso sia a livello fisico, sia mentale. Oltre al fatto che si correrà nel forno del deserto saudita, con i rischi delle dune e della sabbia sempre dietro l’angolo, i piloti saranno chiamati ad uno sforzo duplice che non permetterà loro di rilassarsi nemmeno un secondo, sotto ogni punto di vista. Conoscendo la preparazione di Alonso non dovrebbero esserci problemi, ma la Dakar può mettere in ginocchio chiunque.

5 Vincere all’esordio sarà possibile?

Perché avvenga un risultato simile dovranno incastrarsi nel migliore dei modi numerosi fattori. Per un esordiente puntare al gradino più alto del podio della Dakar è quasi utopia, ma ad Alonso le sfide piacciono, eccome, e ci proverà con tutte le sue forze. Oggettivamente, tuttavia, vincere una competizione simile senza averla mai affrontata è quasi irreale. Ok, l’ex Renault e McLaren ha disputato diverse gare nel deserto negli ultimi mesi, ma la prova in terra saudita sarà ancor più complicata.

 
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stefano.villa@oasport.it

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Foto: Shutterstock

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