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Nuoto, Europei 2019: l’Italia si conferma un riferimento. Record di medaglie e primato nella classifica a punti

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Verrebbe da dire: “Le chiacchiere stanno a zero“. La Nazionale italiana di nuoto chiude in seconda posizione nel medagliere degli Europei di nuoto in vasca corta con il record di podi ottenuti (20). La selezione guidata dal d.t. Cesare Butini è riuscita a fare meglio dell’edizione di Eindhoven (18). 6 ori, 7 argenti e 7 bronzi il computo finale di una spedizione con tantissime luci e poche ombre. Del resto, la classifica a punti finale premia il Bel Paese con 1186 punti contro i 1046 della Russia (prima nel medagliere) e i 793 della Gran Bretagna. Una prova di spessore, quindi, in una rassegna particolare per la compagine tricolore, visto e considerato che dal 12 al 14 dicembre vi saranno gli Assoluti invernali a Riccione che metteranno in palio il pass per le Olimpiadi e, inevitabilmente, il pensiero di molti era un po’ condizionato anche da questo.

Sono arrivate delle conferme. È il caso di Simona Quadarella e di Martina Carraro, un po’ le figure simbolo della squadra italiana. La romana, al Tollcross Swimming Center di Glasgow (Gran Bretagna), si è regalata la magica doppia 400-800 sl, vincendo di classe e di carattere. Un successo da campionessa in un momento di forma non scintillante per quanto si è già detto. Tuttavia, le qualità dell’atleta di livello vengono fuori anche quando la condizione fisica non è straordinaria. Simona è stata in grado di interpretare al meglio le sue gare, prevalendo con merito. Elogi doverosi anche per Carraro, a medaglia in tutte e tre le specialità della rana: argento nei 50, oro nei 100 e bronzo nei 200. Un “Grande Slam” che è un po’ frutto della stagione strepitosa della ligure, suggellata dal bronzo iridato nei 100 rana a Gwangju (Corea del Sud) in vasca lunga. Una consapevolezza di cui, c’è da dire, gode tutto il movimento della rana femminile, come dimostrato dall’oro nei 50 rana dall’enfant prodige Benedetta Pilato e dall’argento nei 100 di Arianna Castiglioni.

È stata poi la rassegna dei grandi ritorni: Gregorio Paltrinieri e Alessandro Miressi sono i nomi che vengono in mente. Il carpigiano era reduce da due annate in cui il sapore della “sconfitta” iniziava un po’ a pesare. Per un motivo o per l’altro, Greg non riusciva ad avere quello che si aspettava. A Glasgow, lì dove l’anno passato un virus intestinale lo aveva debilitato, si è preso la sua rivincita vincendo i 1500 sl. Il “Ritorno del re” verrebbe da definirlo. Voleva vincere l’azzurro e il Tollcross Swimming Center gli ha sorriso. La specialità più lunga della vasca lo ha visto trionfare in solitaria e, stavolta, per gli avversari c’è stato poco da fare. Per quanto concerne il classe ’98 piemontese, questi Europei in corta hanno rappresentato una specie di resurrezione. Miressi veniva da un’annata condizionata da tanti infortuni e contrattempi: uno su tutti il Fuoco di Sant’Antonio. Serviva un’inversione di tendenza ed è arrivata nella mai troppo amata piscina da 25 metri, dove sono stati conquistati un argento insperato nei 100 sl e un record italiano storico (45″90, primo uomo in Italia ad abbattere il muro dei 46″).

Giusto chiudere con Federica Pellegrini. La campionessa di Spinea va via da Glasgow con un argento nei 200 stile libero, influenzato da tanti fattori: una forma non eccezionale e uno stato di salute non ottimo. Ecco che la mancata vittoria, se così la possiamo definire, dipende molto da questi aspetti e resta da capire che cosa vorrà fare la veneta in vista degli Assoluti invernali, tenuto conto che la sua partecipazione è con un punto interrogativo. Nonostante tutto, Federica il suo contributo l’ha dato come sempre e resta uno dei riferimenti del nuoto nostrano.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: LaPresse 

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