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NextGen 2019: a Milano Jannik Sinner ha raggiunto l’apice della sua annata straordinaria

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E’ ancora grande la gioia per la vittoria di Jannik Sinner nelle NextGen ATP Finals di Milano ma, seppure ancora a caldo, dobbiamo cercare di analizzare con lucidità il suo comportamento nel torneo giocato all’Allianz Cloud / Palalido.

Fino a un mese fa il 18enne altoatesino di Sesto in Pusteria non aveva la continuità di gioco che ha mostrato da quando ha battuto Gael Monfils ad Anversa in poi, e che è arrivata alla massima potenza proprio nel torneo meneghino. Sarà forse perché quella vittoria gli ha fatto scattare qualcosa, oppure perché si esalta sui palcoscenici del circuito maggiore, soprattutto se un pubblico come quello di Milano è tutto dalla sua, fatto sta che Jannik nei primi nove mesi della stagione, pur avendo fatto vedere tutto il potenziale di cui è dotato (altrimenti non avrebbe scalato oltre 400 posizioni nella classifica mondiale prima di Anversa per poi guadagnarne altre 26 ed entrare nei top 100) anche nelle sue migliori partite solo per brevi tratti ha giocato al livello mostrato nel capoluogo lombardo.

Rovescio e velocità di braccio erano già devastanti, in più nell’ultimo mese è migliorato in quasi tutto il resto: servizio, dritto, propensione ad andare a rete, ma soprattutto una freddezza e una personalità impressionanti sulle palle break da salvare, qualità evidenziata specialmente in questa settimana. Altra particolarità da non sottovalutare, era più giovane di almeno due anni di tutti gli altri partecipanti. Ciliegiona sulla torta, in finale contro il numero 18 del mondo, l’australiano Alex De Minaur, ha giocato la partita quasi perfetta. Va detto anche che si è trovato a meraviglia con le regole della manifestazione come i set più corti e il “deciding point” sul 40-40 che hanno reso le partite molto più rapide. Ha confermato invece di dover ancora progredire nel gioco di volo, anche se ogni tanto gioca qualche punto pregevole, e la palla corta non l’ha praticamente mai utilizzata, ma questo non è stato certo un problema.

Si è trovato in difficoltà solo contro Ugo Humbert, in una partita che non contava nulla perché Jannik era già qualificato per le semifinali e il francese era già eliminato dal torneo, ma ha sofferto molto il servizio e le rotazioni mancine del transalpino di Metz. Un torneo quasi perfetto insomma per Sinner che ha portato il suo bilancio contro i top 100 a 11 vittorie e 11 sconfitte e in finale ha sconfitto per la seconda volta un top 20 dopo il successo di Anversa su Monfils. E’ un peccato che le NextGen Finals non abbiano portato punti per la classifica mondiale, ma il Challenger di Ortisei di settimana prossima li avrà e Jannik, nel torneo che si disputerà a un centinaio di chilometri da casa sua, pur essendo testa di serie numero 2 alle spalle di Stefano Travaglia, avrà inevitabilmente addosso gli occhi di tutti.

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massimiliano.valle@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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