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Ciclismo, Giulio Ciccone e il 2020 della verità. Gregario di lusso o corridore da classifica nei Grandi Giri?

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È uno dei talenti più puri del ciclismo su strada italiano. In un anno nel quale il Bel Paese ha faticato quando la strada ha iniziato a salire, Giulio Ciccone si è sempre difeso al meglio portando a casa grandi risultati: la clamorosa Maglia Gialla vestita al Tour de France (con un secondo posto di tappa a La Planche des Belles Filles) e la vittoria a Ponte di Legno al Giro d’Italia, contornato dalla Maglia Azzurra di miglior scalatore. Ci si attende tantissimo da lui nella prossima stagione: il 2020 sarà l’anno della verità.

Resterà in maglia Trek-Segafredo, dove è riuscito a crescere tantissimo: a raggiungerlo il fenomeno assoluto delle due ruote a livello italiano, Vincenzo Nibali. Quale sarà il ruolo dunque dell’abruzzese? Quello di gregario di lusso per lo Squalo o di corridore da classifica, capitano nei Grandi Giri? A rispondere di recente, in un’intervista a cyclingnews è stato proprio lui: “Per me è ancora presto per fare il capitano, nel 2020 aiuterà Nibali. Devo ancora organizzarmi con la squadra, ma sicuramente farò un programma simile a Vincenzo. Faremo gare simili ma bisogna ancora confermare se saremo a Giro, Tour o Vuelta. Non faremo tutte le gare insieme, ma sicuramente saremo al via insieme per la prima volta in un grande corsa a tappe”. 

La testa comunque va anche avanti. In un’annata che sarà lunghissima e piena di impegni (ci saranno anche i Giochi di Tokyo ed un Mondiale durissimo, dunque adatto agli scalatori), Ciccone potrebbe sfruttare i buchi lasciati da Nibali. “Nella mia testa, vincere una tappa è l’obiettivo numero uno. Sarò comunque a supporto sempre di Vincenzo. Se andiamo insieme al Giro, allora potrei avere più possibilità al Tour”. Un doppio appuntamento, prima da gregario e poi da capitano, provando anche a farsi vedere nelle classiche.

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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