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MotoGP, GP Thailandia 2019: una Yamaha a tre velocità. Quartararo vola, Vinales intermittente, Rossi lento. Le cause

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Negli ultimi campionati la Yamaha ha saputo essere vincente, deludente o sufficiente. Nelle due annate che sono state disputate, invece, è assomigliata molto di più ad un rompicapo di difficile soluzione, anzi quasi impossibile. Se poi, un anno fa, la M1 era una moto impossibile da guidare per tutti, nel 2019 il prodotto di Iwata ha aggiunto uno step ulteriore di difficoltà, cambiando completamente il suo rapporto con i piloti nel corso della stagione.

Ad inizio annata, per esempio, era il solo Valentino Rossi in grado di sfruttare la moto nipponica con due secondi posti tra Austin e Argentina ed un positivo quinto posto in rimonta a Losail. Per gli altri, Maverick Vinales, Fabio Quartararo e Franco Morbidelli, le complicazioni erano notevoli e sembrava che fosse in procinto di un nuovo percorso ricco di insidie.

Da quel momento in avanti, invece, Valentino Rossi ha iniziato ad annaspare, tra cadute, risultati deludenti e pochi guizzi, mentre Vinales e Quartararo hanno iniziato a volare, tra vittorie (Assen per lo spagnolo) pole position e la sensazione di avere intrapreso la retta via. Franco Morbidelli, avendo una guida molto più simile a quella del “Dottore”, invece, ha impiegato più tempo per raggiungere risultati di spesso che, ora, sta centrando.

In poche parole, quindi, la Yamaha vede i propri alfieri procedere su strade differenti e, soprattutto, con esiti opposti. Una situazione quanto mai complicata e allarmante. Che la moto di Iwata non potesse competere ai massimi livelli con la Honda si è capito sin dalle prime uscite, ma questo continuo andamento a singhiozzo è sintomo di un progetto che continua a fare acqua. La situazione di Rossi, poi, è davvero peculiare e apparentemente senza fine. Il rompicapo della M1 sarà risolto dal pilota di Tavullia?

 

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alessandro.passanti@oasport.it

Twitter: @AlePasso

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Foto: Lapresse

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