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MotoGP, GP Australia 2019: analisi della gara. Marquez sfinisce anche Viñales e non si ferma, Bagnaia e Iannone due lampi azzurri

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Il motociclismo è uno sport semplice: 22 piloti lottano per 40 minuti e alla fine vince Marc Marquez. Parafrasando una delle più famosi citazioni calcistiche dell’ex ct della nazionale inglese Gary Lineker si fotografa al meglio quanto sta accadendo al circus della MotoGP in quest’epoca storica. Sì, perché anche in un weekend come quello del Gran Premio d’Australia 2019 dove è successo davvero di tutto, alla fine ha trionfato sempre lui.

L’ottantunesima sinfonia della carriera arriva su un tracciato come quello di Phillip Island, che lo spagnolo ha sempre adorato e dove spesso è riuscito a dominare le prove e ottenere giri veloci. Erano state solamente due le vittorie ma oggi la determinazione dello spagnolo gli ha permesso di tenere il ritmo del dominatore del weekend Maverick Viñales e snervarlo fino a farlo crollare.

La Yamaha deve recriminare oggi, più che mai, la solita enorme mancanza di potenza in rettilineo. La situazione per la casa di Iwata non è facile perché anche su tracciati di percorrenza come questo la facilità con la quale Viñales è stato sverniciato da Marquez il penultimo giro è stata disarmante e ha costretto il catalano ad andare oltre il proprio limite e giocarsi il tutto per tutto. Lo stesso Valentino Rossi, autore di una delle partenze più spettacolari della sua carriera che lo aveva fiondato tra lo stupore generale in prima posizione con buon margine dopo poche curve, è stato costretto a dichiarare bandiera bianca per la totale mancanza di competitività sul dritto della M1 che il pesarese ha indicato come il principale responsabile delle difficoltà rispetto al gruppetto nel quale battagliava.

Ducati esce da un fine settimana a due volti. La sorprendente qualifica di Andrea Dovizioso nella notte è stata un evidente fuoco di paglia rispetto ai reali valori in campo della scuderia di Borgo Panigale, chiaramente in grande difficoltà sui lunghi curvoni di Phillip Island. Alla fine per il forlivese è arrivata una settima posizione che non può soddisfare ma ci ha pensato il padrone di casa Jack Miller a portare la Pramac sul podio e a far partire i festeggiamenti nel box.

C’è stata anche tanta Italia oggi nelle zone alte della classifica: il quarto posto di Francesco Bagnaia rappresenta il suo miglior risultato della carriera nella classe regina del motociclismo e quei 50 centesimi che lo separano dal podio hanno il sapore di una piccola beffa per il campione del mondo della Moto2 dell’anno scorso. Ottima anche la gara di Andrea Iannone che si è finalmente tolto qualche soddisfazione in sella all’Aprilia, invece chi è mancato oggi nella lotta è sicuramente Fabio Quartararo. Il transalpino aveva tutti i presupposti per poter anche stare con i primi due e giocarsi la vittoria ma le concitate fasi iniziali con gomma fredda hanno tradito il posteriore di Danilo Petrucci che è carambolato addosso allo sfortunato rookie of the year.

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Foto: LaPresse

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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