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Volley femminile, Europei 2019: la Serbia ai raggi X. Boskovic la n.1 al mondo, Mihajlovic fa paura: corazzata devastante

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Serbia-Italia, la semifinale degli Europei 2019 di volley femminile che andrà in scena sabato 7 settembre (ore 16.00) ad Ankara (Turchia) sarà anche la rivincita della Finale degli ultimi Mondiali: a Yokohama, undici mesi fa, le azzurre accarezzarono il trofeo e poi vennero sconfitte al tie-break nel modo più beffardo possibile. Le ragazze del CT Davide Mazzanti avranno l’occasione della rivalsa, la partita che aspettavano da quasi un anno si è finalmente palesata e ora si dovrà scendere in campo per cercare l’impresa nel match dei match. Da una parte le Campionesse del Mondo e d’Europa che partiranno con tutti i favori del pronostico, dall’altra la nostra Nazionale che insegue un sogno e punta al trionfo leggendario: bisognerà offrire la prestazione perfetta per provare a battere la corazzata guidata da coach Zoran Terzic.

La Serbia è semplicemente la squadra più forte del momento, nelle ultime due stagioni ha vinto titolo iridato e trofeo continentale mentre tre anni fa ha conquistato l’argento alle Olimpiadi di Rio 2016: è un’armata che sembra inscalfibile senza apparenti punti deboli, sulla carta imbattibile ma se c’è una squadra che può fermare l’incedere dei Titani è proprio l’Italia. Le Rosse si distinguono per un gioco improntato sulla fase offensiva e sul muro, sanno pungere in attacco e soprattutto si distinguono per un’eccellente fase difensiva che permette di giocare benissimo in cambio palla mettendo in difficoltà le avversarie anche sotto il profilo psicologico: per batterle bisogna giocare al loro livello, puntare su una pallavolo veloce, insistere al servizio e non incappare in passaggi a vuoto perché è proprio in quei frangenti che la Serbia fa saltare fuori tutto il suo potenziale e ammazza l’incontro.

La stella è indiscutibilmente Tijana Boskovic, micidiale opposta mancina che è ritenuta la giocatrice più forte al mondo insieme a Paola Egonu: proprio il duello tra le atlete simbolo delle due Nazionali sarà uno dei temi caldi della semifinale. La 22enne, da quattro stagioni all’Eczacibasi Istanbul (con cui ha vinto meno del previsto), è protagonista sulle scene internazionali fin dai tempi dell’argento di Rio e ogni volta alza sembra il livello del suo gioco: eccelle con i mani fuori e il suo sinistro diabolico mette sempre in difficoltà il muro e la ricezione. L’altro braccio dinamitardo è quello della schiacciatrice Brankica Mihajlovic, 28enne che da ottobre tornerà al Fenerbahce dopo le avventure in Cina e Giappone: si distingue sempre per la potenza dei suoi colpi e per una grande costanza nel suo rendimento offensivo.

Precisiamo che Mihajlovic gioca sì di banda ma riceve molto poco, il fondamentale è quasi tutto compito del libero Teodora Pusic e di una granitica Bianka Busa, martello troppo spesso sottovalutato ma fondamentale per il rendimento di tutta la squadra perché senza l’equilibrio garantito dall’atleta del Chemik Police gli schemi possono saltare da un momento all’altro. La squadra di coach Terzic è molto solida a muro, fondamentale privilegiato delle centrali Mina Popovic (ultima stagione a Firenze, da ottobre vestirà la casacca di Casalmaggiore) e Stefana Veljkovic (faro di Novara), due atlete ben conosciute da chi segue la nostra Serie A1 e che possono fare la differenza in ogni momento. La regia è nelle esperte mani di Maja Ognjenovic, la veterana del gruppo con i suoi 35 anni: la palleggiatrice della Dinamo Mosca può contare su un reparto offensivo di lusso ma lei è sempre molto brava a variare il gioco, è una pedina da prendere con le pinze e con cui fare costantemente i conti.

 

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