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Volley femminile, Europei 2019: Italia ancora inferiore alla Serbia. Alti e bassi, servizio, ricezione ed errori gratuiti: gap ancora ampio

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Ha vinto la Serbia, ancora una volta. Non c’è stata la rivincita a undici mesi di distanza dalla Finale dei Mondiali, l’Italia ha dovuto chinare il capo al cospetto della corazzata slava nella semifinale degli Europei 2019 di volley femminile: la corsa verso un titolo internazionale è stata ancora sbarrata dalla formazione di coach Zoran Terzic che oggi non ha giocato una pallavolo spumeggiante e tecnicamente superlativa ma ha fatto quanto bastava per imporsi e frenare il cammino della nostra Nazionale. Le azzurre sono state inferiori alla copia meno splendente della miglior squadra in circolazione in questo momento, forse non è stata la Serbia a vincere la partita ma l’Italia a perderla giusto per riprendere le parole di Cristina Chirichella.

Le ragazze del CT Davide Mazzanti hanno commesso addirittura 35 errori, ben 21 sono stati opera di Paola Egonu (16 attacchi out, 2 murate subite, 3 servizi sbagliati). La prestazione negativa in termini di rendimento dell’opposto (comunque capace di mettere a segno 26 punti) è purtroppo stata decisiva per le sorti dell’incontro: la sensazione è che una maggiore precisione da parte della nostra fuoriclasse, uscita purtroppo sconfitta dall’attesissimo duello tra numeri uno con Tijana Boskovic, avrebbe potuto cambiare l’esito del match. Troppi alti e bassi per l’italia che è stata avanti di quattro punti nel primo set prima di farsi rimontare, poi è andata in confusione nel tiratissimo finale della seconda frazione prima di rinascere in maniera esplosiva nel terzo parziale.

Già detto degli errori di Egonu e della squadra in generale, si è pagata una carenza in ricezione: l’assenza di Lucia Bosetti è stata importante, Miriam Sylla e Indre Sorokaite hanno cercato di metterci una pezza ma hanno faticato davvero molto nonostante Mihajlovic non fosse nella sua migliore giornata e Boskovic abbia attaccato violentemente soltanto in alcune circostanze. La Serbia ha vinto anche per merito della regia commovente di Maja Ognjenovic, superlativa nella gestione delle centrali: Mina Popovic e Stefana Veljkovic hanno fatto tutta la differenza del mondo a differenza di Cristina Chirichella e Raphaela Folie, poco sfruttate da Ofelia Malinov che è stata poco coraggiosa e ha faticato a tirare fuori il meglio di sé.

Il gap tra Italia e Serbia sembra essere ancora ampio, soprattutto in uno scontro diretto con una posta in palio importante come l’accesso a una finale europea (tra l’altro le ragazze di Terzic devono difendere il titolo conquistato due anni fa). La nostra Nazionale è un mezzo gradino sotto soprattutto in termini di esperienza e di continuità, fattori che risultano determinanti in contese di questo livello: per recuperare terreno bisogna lavorare duramente e superarsi ancora una volta, sarà importante recuperare Lucia Bosetti ed Elena Pietrini, assente in questa kermesse per scelta personale, oltre ad avere a disposizione la migliore versione di Paola Egonu dal cui rendimento dipendono le sorti di questa Nazionale. Mancano dieci mesi alle Olimpiadi di Tokyo 2020, la medaglia a cinque cerchi è un obiettivo concreto per questa Italia ma ora la battaglia con Serbia, Cina, USA, Brasile sembra più complicata che mai.

 

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Foto: CEV

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