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Rugby, Mondiali 2019: Italia-Canada, le chiavi tattiche della partita. Pochi errori e più cinismo

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L’Italia di Conor O’Shea torna in campo domani mattina, fischio d’inizio alle 9.45, contro il Canada. Per gli azzurri è il secondo appuntamento nella Rugby World Cup in Giappone dopo la netta vittoria contro la Namibia. Ma rispetto alla partita con gli africani, con il Canada dovranno cambiare molte cose se gli azzurri vorranno vincere e, soprattutto, arrivare al big match con il Sudafrica con il morale giusto. Vediamo, dunque, cosa servirà domani per battere i nordamericani.

La prima chiave di lettura è tutta italiana, cioè bisogna limitare al massimo gli errori. Con la Namibia, infatti, gli azzurri hanno avuto tante occasioni per marcare mete, ma ne hanno sprecate tantissime proprio per banali errori di handling nel momento clou dell’azione. Ridurre gli sbagli significa garantirsi più occasioni e, di conseguenza, segnare più punti. Pensiero banale, ma questo è. Nel recente passato l’Italia si è dimostrata troppo spesso poco cinica, non sfruttando quei palloni che potevano trasformarsi in meta. Con il Canada, invece, servirà quel cinismo da grande squadra, portando a casa più macinato possibile per tenere i nordamericani fin da subito a distanza di sicurezza.

Sempre facendo un paragone con il match d’esordio, a cambiare dovrà essere anche l’approccio difensivo. Tre mete subite troppo facilmente e realizzazioni arrivate in prima fase non sono accettabili a questo livello, commettere le stesse disattenzioni anche contro il Canada potrebbe essere fatale. L’Italia dovrà essere aggressiva senza palla – evitando i placcaggi a retrocedere visti domenica mattina – e dovrà chiudere gli spazi. Da questo punto di vista la chiave tattica sarà limitare al massimo DTH Van Der Merwe, l’ala canadese e arma più pericolosa dei nostri avversari. Fermare il giocatore dei Glasgow Warriors significherà spuntare l’attacco canadese e l’Italia deve partire da qui in difesa.

Conor O’Shea ha effettuato ben 10 cambi rispetto al match d’esordio, dando ampio spazio ai presunti rincalzi, lasciando riposare alcune delle pedine più importanti e soprattutto in mischia sono tante le novità. Manca Sergio Parisse, pedina cui il ct irlandese rinuncia di rado, e sarà proprio la mischia azzurra sotto la lente d’ingrandimento domani. Con Lovotti e Ferrari in campo la prima linea è praticamente quella ideale, mentre in seconda O’Shea ha scelto una coppia più di peso, ball carrier fisici, rinunciando alla fantasia di Ruzza, che comunque sarà in panchina. In terza linea, come detto, non ci sarà Parisse, sostituito da Braam Steyn, mentre dal primo minuto ci sarà l’atteso Jake Polledri e il concreto Sebastian Negri. Un pack di gran qualità, insomma, e sarà dalle fasi statiche che l’attacco dell’Italia dovrà partire, dominando le mischie chiuse, limitando gli errori (tema ricorrente in casa azzurra, ndr.) in rimessa laterale e sfruttando le qualità della terza linea per rompere la linea di vantaggio e permettere a Callum Braley e Tommaso Allan di aprire velocemente il gioco nella trequarti.

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Foto: Griffoni LPS

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