Seguici su

Formula 1

F1, GP Russia 2019: il ritiro di Vettel e la virtual safety-car. Ecco come la Ferrari ha perso una gara che stava dominando

Pubblicato

il

Sembrava un GP dominato quello di Russia (16° round del Mondiale 2019 di F1) da parte della Ferrari: uno-due con Sebastian Vettel e Charles Leclerc e strategia del pit-stop che stava premiando quest’ultimo, dopo che il monegasco aveva agevolato il sorpasso del compagno di squadra al via grazie all’effetto scia, per difendersi dal Lewis Hamilton. Una strategia un po’ particolare che, comunque, stava dando i suoi frutti, anche per via di un rendimento delle gomme, da parte del quattro volte iridato in particolare, di notevole fattura.

Purtroppo però, dopo il valzer delle soste a metà gara dei due alfieri di Maranello, il problema alla parte ibrida della SF90 di Seb ha causato il ritiro del ferrarista e soprattutto ha portato la Direzione Gara a stabilire il regime di Virtual Safety Car. Per un gioco del destino, quindi, Hamilton, terzo e distanziato fino a quel momento, si è visto consegnato il successo su un piatto d’argento dal momento che con la VSC in vigore il tempo perso tra entrata e uscita dai box per sostituire gli pneumatici è stato decisamente inferiore rispetto alla normalità.

Ciò ha permesso al leader della classifica mondiale di balzare in testa e di stravolgere completamente il quadro della situazione. Un vero peccato per i colori della Ferrari che, in pochissimo tempo, hanno visto sfumare una possibile doppietta e anche la vittoria, a vantaggio della Stella a tre punte che, poi, anche con l’ingresso della Safety Car e il tentativo di Leclerc di giocarsi il tutto per tutto con gomme soft (altra sosta), ha perduto anche la posizione in favore del finlandese Valtteri Bottas.

 

 

[embedit snippet=”adsense-articolo”]

 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

FOTOCATTAGNI

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *